Nell'emisfero calcistico messinese si profila l'ennesima stagione all'insegna del dualismo sportivo. Dopo la chiusura dell'intesa tra Città di Messina e l'imprenditore Rocco Arena, che hanno deciso di camminare assieme avendo tentato invano di trovare un accordo con il patron dell'Acr Messina Pietro Sciotto, è arrivata ieri, per certi versi anche un poco a sorpresa, la controreplica della famiglia attiva nel settore delle automobili, pronta a legarsi al gruppo dirigenziale del Camaro per dare nuova linfa al proprio progetto. Al diamine le speranze dei tifosi che credevano nella nascita di in un'unica realtà competitiva in grado di puntare, unendo le forze, ad una pronta risalita tra i Professionisti. Ancora una volta la città si divide ed è da capire cosa farà a questo punto la tifoseria, travolta ormai da settimane da un ciclone di voci, fughe in avanti e passi indietro che appaiono davvero senza precedenti. Anche se in riva allo Stretto, negli ultimi quindici anni, se ne sono viste davvero di tutti i colori. 

Eppure la musica sembra sempre la stessa, tutti dal loro canto hanno ragione e restano convinti della bontà delle scelte assunte. CdM e Arena si sono uniti, i dettagli verranno resi noti nelle prossime settimane in una conferenza. Si dovrebbe ripartire dal marchio Fc Messina che ha “calcato” i campi gloriosi della Serie A, consegnato dai Franza. Il presidente dovrebbe essere Arena, con Maurizio Lo Re vice e garante del settore giovanile, sul quale il patron cidiemmino insiste molto, forte dei risultati conseguiti negli ultimi anni. Giovanni Cardullo e l'ex attaccante del Torino Marco Ferrante dovrebbero occupare le massime cariche dirigenziali (ds e dg), con Carmine Coppola responsabile del settore giovanile e nel comparto gestionale ruolo per Lello Manfredi. La cifra dell'operazione si aggirerebbe intorno ai 250 mila euro, comprensiva dei 150 mila euro che il CdM ha rateizzato con il Fisco. 

Dall'altro canto, come abbiamo anticipato questa notte, gli Sciotto sembrano pronti a chiudere con il Camaro con in testa il presidente Antonio D'Arrigo. Che ha più volte provato a far convergere gli interessi di tutte le realtà in campo, pur non riuscendoci. Ed allora si è passati al Piano B, che non tutti sembrano di vedere di buon occhio, ma che sarebbe perlomeno affrettato bocciare. Anche perché il Camaro raramente è una società che improvvisa. Ieri pomeriggio si sarebbe tenuto l'incontro decisivo, prima del faccia a faccia successivo in serata a Palazzo Zanca con il sindaco Cateno De Luca. In giornata, invece, è atteso il comunicato stampa che potrebbe mettere nero su bianco. Il direttore sportivo dovrebbe essere ancora Fabrizio Ferrigno, che avrebbe già rinnovato ottenendo garanzie sull'allestimento dell'organico (dopo il pagamento degli stipendi ai giocatori). Mentre l'impianto organizzativo-logistico verrebbe affidato al gruppo Camaro: Davide Manzo dovrebbe rimanere come direttore generale, con Pasquale Rando responsabile del settore giovanile. Ma non sono esclusi altri innesti. Il Camaro perderebbe il titolo della prima squadra ma potrebbe mantenere anche qualche compagine giovanile, Esordienti, Pulcini e Allievi, per conservare la concessione pluriennale del Despar Stadium, impianto sul quale ha investito tante risorse e rimarrebbe il quartier generale del club. Che dovrebbe vantare lo storico simbolo delle Associazioni Calcio Riunite Messina, opzionato da Pietro Lo Monaco. 

Insomma i “posizionamenti” sembrano definirsi, ma l'impressione è, però, che nessuna di tutte queste soluzioni e alchimie sia in grado di convincere una tifoseria stanca e sentimentalmente usurata.

Sezione: Acr Messina / Data: Mar 11 giugno 2019 alle 12:38
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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