Un comunicato nella serata di ieri, dopo giorni di totale silenzio da parte della società, sembra delineare l’ennesimo colpo di scena in casa Acr Messina, proprio in prossimità delle scadenze decisive per ottenere la licenza nazionale e poter essere ai nastri di partenza della serie C 2017-2018.

La comunicazione della COVISOC, pervenuta a mezzo PEC ad inizio settimana,  pone al Messina un paletto ben definito per tutte le società che richiedono l’iscrizione, chiedendo che il patrimonio netto contabile sia pari ad almeno il 18% dell’Attivo Patrimoniale.

In sostanza, si tratta  del cosiddetto parametro PA, un indice che misura la liquidità della società, considerando i dati dichiarati nella relazione semestrale al 31/12/2016. Secondo quanto riferito dall’Acr Messina nell’ultima comunicazione ufficiale, lo sforamento di questo parametro alla fine dello scorso anno solare, determina un fabbisogno finanziario, da apportare in versamenti di denaro, entro il 7 luglio, di 330.000 euro, un vero e proprio bastone tra le ruote del Presidente Proto e del suo staff, che era riuscito ad ottenere le risorse per la fidejussione, per gli stipendi e i contributi ai tesserati e per la nuova rateizzazione del debito con l’Agenzia delle Entrate, ma, chiaramente, si trova a dover adempiere questa ulteriore incombenza mettendo a fortissimo rischio la possibilità di ottenere l’iscrizione in Serie C.

Diventa, a questo punto, indecifrabile il futuro immediato del Messina, visto che la proprietà, pur lasciando uno spiraglio ad ulteriori tentativi di reperire autonomamente le somme necessarie a ripianare questa situazione contabile, prova a sollecitare soprattutto le forze economiche e le istituzioni locali per trovare una ciambella di salvataggio in extremis.

E, considerando tutto ciò che è avvenuto in questi ultimi due mesi, dopo la fine del campionato di Legapro, appare francamente difficile, se non impossibile, riuscire a reperire una somma così ingente in un tempo tanto ristretto. E’ chiaro anche che lo stesso Franco Proto, pur dichiarando di poter far fronte agli altri impegni connessi all’iscrizione, deve anche fare i conti con risorse personali certamente non infinite e con la gestione di una società aggredita da tanti creditori, il cui equilibrio, faticosamente avvicinato grazie soprattutto all’accordo con i calciatori per la riduzione delle loro spettanze immediate, sarebbe irrimediabilmente spezzato da questi 330.000 euro che bisogna apportare immediatamente nelle casse dell’Acr.

Restano, quindi, margini piuttosto ridotti per poter diradare le nubi addensatisi in modo molto minaccioso sul Messina nelle ultime ore. Servirebbe un intervento immediato da parte di nuove forze imprenditoriali fin qui piuttosto scettiche e lontane dal Messina, valutando anche un eventuale nuovo assetto societario, oppure sperare in un clamoroso miracolo del patron Proto, che ha lasciato la città nel tardo pomeriggio, con l’umore non proprio alto, pur mantenendo sempre il solito spirito battagliero.

Le prossime ore, questa volta certamente, saranno decisive per comprendere se l’Acr Messina avrà ancora un futuro oppure se, per la quarta volta nell’arco di 24 anni, dovremo tornare a discutere di fallimenti, cambi di denominazione, cordate, ripescaggi, o elemosinare un posto in serie D, tutti argomenti molto lontani dal calcio inteso come passione e non come business o calcolo o, peggio ancora, piccolo interesse di bottega.

Sarebbe l’ora di provare un ultimo, disperato tentativo di dare continuità alla storia del calcio messinese, perché il tempo delle promesse, delle dichiarazioni di intento, delle prese di posizione o delle guerre di religione è davvero scaduto.

Sezione: Il focus / Data: Mar 04 luglio 2017 alle 09:30
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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