Nel giorno del passaggio ufficiale e definitivo dell’Acr Messina nelle mani di Franco Proto ecco l’ennesimo colpo di scena. Dalle 18 alle 22 inoltrate il solito tira e molla che ha caratterizzato gli ultimi mesi si è arricchito di un altro capitolo: nello studio notarile Arrigo ci si aspettava la fine di una lunga vicenda societaria con i quattro soci uscenti, Stracuzzi, Oliveri, Gugliotta e Micali da un lato, e il nuovo amministratore unico Franco Proto dall’altro, che sembravano pronti a mettere le ultime firme sull’atto conclusivo della cessione, a sancire un preliminare di contratto già sottoscritto sabato 18 febbraio e accolto come un rinnovato corso.

La vecchia proprietà, però, si è presentata con nuove richieste: la prima, messa subito sul tavolo di una trattativa che sembrava già scritta e chiusa, riguarda la massa debitoria in eccesso e, cioè, quella superiore ai 2 milioni di euro che sarebbe stata a carico dei soci uscenti. Un primo stop che, però, dopo una lunga discussione è stato superato, accontentando venditori e acquirenti. A questo punto, quando il passaggio sembrava in dirittura d’arrivo, l’ultimo colpo di scena sarebbe stato targato Giovanni Di Bartolo, possessore di una percentuale facente capo all’Antares, che per rinunciare ai propri crediti personali ha posto come condizione che anche il dg, e quindi collaboratore di Proto, Lello Manfredi rinunciasse ai propri.

Richiesta ritenuta inaccettabile e inammissibile, perché maturata sulla scia di ripicche personali, che scatena la reazione di Proto che si alza e lascia lo studio, mettendo fine così a un lungo pomeriggio che ha riportato il Messina indietro di dieci giorni e i tifosi nello sconforto più totale.

Soluzione? Al momento solo un ripensamento, prima di Di Bartolo, poi di Proto, potrebbe cambiare nuovamente le carte in tavola. Il futuro del Messina è di nuovo appeso ad un filo. Appuntamento mercoledì mattina, altro round.
 

Sezione: Acr Messina / Data: Mar 28 febbraio 2017 alle 23:18
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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