Un derby brutto, quello disputato all’ “Esseneto” da Akragas e Messina, sia dal punto di vista dello spettacolo, che delle emozioni, con pochissime occasioni da gol e tanti scontri fisici su un terreno pesantissimo. E’ quindi, complicato, valutare le prestazioni dei singoli, tra i quali emergono, di pochissimo, solo Berardi e Bruno, per i loro interventi individuali, decisivi per il mantenimento del risultato di parità.

Ecco le nostre pagelle:

Berardi  6,5 – Impegnato solo due volte da Gomez, chiude prontamente sul primo palo al 40’ ed è tempestivo nell’uscita bassa al 58’, che salva il risultato. Per il resto della partita, rimane spettatore non pagante.

Palumbo 6 – Attento in fase difensiva, prova a farsi vedere anche in appoggio quando la squadra attacca, ma viene sollecitato in rarissime occasioni e soltanto nei primi 45’. Un suo tocco di mano al 51’ potrebbe portare al penalty, ma l’arbitro giudica l’intervento involontario, graziando il Messina.

Rea 6 – Condizionato dal cartellino giallo preso dopo solo 15 secondi di gioco, presidia la sua zona ricorrendo all’esperienza, anche se non si danna l’anima più di tanto, visto l’evanescenza dei tentativi da parte degli attaccanti biancoazzurri.

Bruno 6,5 – Mezzo punto in più rispetto ai compagni di reparto, perché dimostra sicurezza negli interventi e, soprattutto giocando d’anticipo con buona prestanza fisica. Cerca anche di impostare l’inizio dell’azione offensiva, con risultati non altrettanto positivi.

De Vito 6 – Le direttive di Lucarelli per lui sono simili a quelle ricevute per la gara contro l’Andria, prevedendo una spinta più assidua sulla fascia, per dare assistenza a Grifoni e Ferri. Gioca a corrente alternata, giungendo diverse volte sul fondo, ma i suoi cross sono sempre preda dei difensori avversari. Spreca una buona occasione all’80’, quando preferisce sparare un tiro fuori misura invece di servire Pozzebon piazzato a centro area.

Foresta 6 – Lo schieramento tattico disegnato da Lucarelli lo incarica di svolgere il ruolo di incursore partendo da destra e il “trottolino” calabrese arriva diverse volte alla conclusione, peccando, però di cattiveria e precisione.

Musacci 6 – Prestazione difficile da interpretare per il numero 8 giallorosso che prova a dare ritmo alla manovra, riuscendoci solo a sprazzi. Alcune sue giocate di prima o qualche lancio per verticalizzare l’azione sono apprezzabili, ma le condizioni del terreno di gioco acuiscono qualche suo difetto congenito di precisione.

Grifoni 5,5 – Spostato nella zona di interno sinistro di centrocampo, stenta ad inserirsi nelle trame offensive della squadra che si affida al possesso palla senza però trovare mai sbocchi offensivi credibili. Suo il cross al 36’ che Milinkovic non riesce a sfruttare adeguatamente di testa. In avvio di ripresa subisce una botta ed è costretto ad uscire al 72’ per Capua ( 6 ) che, dopo pochi minuti, viene spostato in posizione più centrale, mettendoci il fisico, imponendosi nei contrasti e provando anche a farsi vedere in avanti. Forse, metterlo in campo dall'inizio e lasciare Grifoni a destra sarebbe stata una buona idea.

Milinkovic 5 – Pomeriggio non proprio brillante per il franco serbo, che si intristisce dopo i primi dribbling infruttuosi, spreca di testa in finale di primo tempo e produce solo cross bassi, sempre respinti dalla difesa agrigentina. Stavolta è lui il destinatario, al 68’, della staffetta con Madonia ( 5 ) , atteso alla vendetta dell’ex, che, però, non fa vedere molto di più che due colpi di tacco e qualche scambio rapido con compagni lontani, al massimo, due metri. Per il resto, appoggi sconclusionati e palloni regalati agli avversari.

Pozzebon 5 – Chiuso dalla morsa dei difensori avversari che gli montano una guardia spietata, stenta a trovare spazi, non riesce mai ad andare al tiro e rischia anche provvedimenti disciplinari per diversi battibecchi con arbitro e giocatori di casa. E’ dura la vita degli attaccanti di squadre che lottano per non retrocedere.

Ferri 6 – Era stato catalogato dal mister tra i “topolini” della rosa giallorossa, visto che il fisico non è proprio una sua prerogativa, ma anche sul terreno fangoso dell’”Esseneto” riesce a dare il proprio contributo all’equilibrio tattico della squadra, dannandosi l’anima a pressare e fornendo la sponda per gli abbozzi di manovra offensiva portati avanti dai compagni. Esce dal campo solo perché, al 92’, Lucarelli vuole concedere l’onore dell’esordio al pupillo di Mimmo Cecere, il classe 1995 Saitta (sv), che fa in tempo a sporcarsi la maglia in un contrasto, poco prima del triplice fischio.

Cristiano Lucarelli 6 – A fine gara parla di un “grande Messina nel primo tempo”, ma probabilmente il suo giudizio è condizionato dal fatto che i suoi ragazzi non commettono errori fatali ed arrivano a quasi il 60% di possesso palla. Per vincere le partite così equilibrate tra squadre con problemi di classifica, però, servirebbero più cattiveria, incoscienza, ma anche qualche giocata di qualità, doti che, in questa squadra, vengono fuori solo in sporadiche occasioni. E non può essere solo colpa del manico tecnico, anche se Lucarelli, di fatto, anche oltre le sue intenzioni, sta diventando il vero manager del Messina.

AKRAGAS: Pane sv; Thiago Cazè 6, Carillo 6, Riggio 6; Coppola 5,5 (dal 65’ Palmiero 6), Pezzella 5,5, Salandria 5,5, Sepe 6 (dal 79’ Russo sv); Gomez 6, Longo 6, Cochis 5,5 (dal 68’ Cocuzza sv). Allenatore. Lello Di Napoli 6

Arbitro: Paride De Angelis di Abbiategrasso 5

Sezione: Acr Messina / Data: Lun 21 novembre 2016 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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