Si parte dalla fine nella conferenza stampa post Messina-Lecce 0-3, con l'allenamento dei calciatori biancoscudati sotto la contestazione della curva: "Abbiamo cercato di recuperare un giorno facendo defaticante a fine partita - esordisce mister Lucarelli -, aiuta a recuperare più in fretta. Quelli che non hanno giocato hanno fatto qualcosa di più, ma non è stato niente di particolare: vale la professionalità e questo porta a ottimizzare i tempi di recupero il più possibile. Se abbiamo preso fischi e insulti non possiamo meravigliarci, è normale che i tifosi siano arrabbiati. Riconosciamo qualche limite ma a volte diamo sensazione di non mettere l'anima in campo, io dico che non è così, perché in caso mi incazzerei io; la squadra mentalmente è precaria e va in bambola alla prima difficoltà".

Il Messina però, a parte le polemiche con l'arbitro, non ha fatto molto eccezion fatta per un tiro di Marseglia: "C'è anche l'occasione di Milinkovic, da lì è gol o rigore, ma io più che portarli a due metri dalla porta non posso; segnerei con le mani dalla panchina ma non è possibile. Comunque - continua Lucarelli - non ricordo molte occasioni neanche del Lecce, squadra che è venuta qui con sette assenze ma è forte e non abbiamo comunque le sue fortune in questo momento". Per l'ennesima volta in sala stampa c'è il solo tecnico, senza nessuno della società: "È una scelta mia venire qui perché ci metto sempre la faccia; io sono allenatore e responsabile della prima squadra, i giocatori devono stare tranquilli e io ho le spalle larghe, posso rispondere alle domande e prendermi le polemiche, a me piace metterci la faccia, e negli ultimi giorni ho capito che al messinese piace chi lo fa". 

All'inizio della gara abbiamo visto un Messina diverso, con un 4-4-2 e Milinkovic seconda punta: "Una scelta tattica - spiega il tecnico toscano - perché a centrocampo eravamo corti, poi puntavo sul riscatto dopo il secondo tempo di Melfi e puntavo a duelli uomo contro uomo. Penso a Ionut-Contessa, Ciancio-Marseglia: volevo giocarmela uomo su uomo, sapendo che più duelli vinci più possibilità hai. Fino al secondo gol c'è stato un buon Messina, ma in quattro giorni quello che avevamo costruito come tenuta mentale è stato riportato indietro". Ci sono anche delle scusanti: "Giochi con la prima e poi vai sotto su rigore, il tifoso magari è disorientato, stanco, si incazza e noi alle nostre difficoltà aggiungiamo quella ambientale. Io avevo paura finisse anche più di 0-3, perché squadre come il Lecce di solito non si fermano; poi in campo quello stava male, l'altro aveva i crampi, hanno fatto i 90 minuti Mancini e Musacci; Mancini sembra uno scheletro, cosa si fa? Si spara sulla croce rossa? Io per mentalità difendo chi è in difficoltà, quindi se dovete mandare qualcuno a fanculo mandate me".

La contestazione è arrivata anche verso Pozzebon, che secondo le voci di mercato ha le valigie in mano: "È uno da cui tutti si aspettano cose importanti ed è normale che in un momento di difficoltà tifoso prenda di mira il più bravo; chi deve prendere di mira? Rafati? Il fisioterapista? Non è negativo che la gente si aspetti tanto da Pozzebon e Milinkovic. Vuol dire avere fiducia in loro, in tutti posti fischiano i più bravi: io la vedo come una medaglia, non la vedo come qualcosa di personale. Il tifoso è bello perché passionale e istintivo, fischia il bomber perché ha le polveri bagnate. A lui dico che deve essere un samurai, loro incassano e sono sempre lucidi, così quando è il momento posso andare con la stoccata finale".

Sezione: Acr Messina / Data: Mar 06 dicembre 2016 alle 18:50
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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