Dopo il debutto di mercoledì contro la Vibonese, domani al San Filippo il Messina di Lucarelli ospita la Casertana per un primo vero test delle idee del nuovo tecnico: "Cinque giorni non sono moltissimi per far diventare naturali gli schemi, ma credo che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Già mercoledì - ammette l'ex attaccante del Livorno - ci sono state cose che mi sono piaciute, come l'attacco alla profondità e gli inserimenti delle catene esterne. I ragazzi devono pensare a farlo con costanza, ma nel giro di tre settimane i movimenti diventeranno automatici".

Un occhio al calendario che, tra campionato e Coppa, riserverà ai giallorossi quattro gare interne nelle prossime cinque: "Sarà un vantaggio - precisa Lucarelli - solo se l'ambiente è quello che conosco". L'allenatore si riferisce a quanto già detto mercoledì durante la conferenza stampa di presentazione: "Rinnovo l'invito a mettere da parte, nell'interesse del Messina e non dell'allenatore o del presidente, la contestazione e a starci vicino perché questi ragazzi meritano una tregua nell'interesse del Messina. Lo chiedo per il bene della maglia, poi - prosegue - a bocce ferme tireremo le somme, ma non si può dare ai nostri avversari il vantaggio di avere il nostro pubblico che ci contesta. Aiutateci: sono l'ultimo arrivato ma chiedo tutto questo per l'interesse di città, squadra e maglia, cioè la cosa che interessa di più a loro".

L'obiettivo è alzare il morale del gruppo: "Quando sono arrivato era basso e non poteva essere altrimenti, dopo la partita di mercoledì qualcosa è cambiato. Ho visto più spensieratezza e meno ansia, una cosa che ti inibisce. La tensione è negativa, ti spezza le gambe; l'attenzione ti tiene in partita e ti fa stare sul pezzo".

"Paghiamo qualcosina anche per il terreno del San Filippo che sfruttiamo ogni giorno e non può essere al meglio". L'attenzione di Lucarelli vira verso il lavoro settimanale: "Sogno di allenarci al Celeste, ma deve essere messo in condizioni perché non possiamo farci male; voglio sia aperto ai tifosi perché li voglio vicino, non posso pensare che il Messina stia senza di loro. Mi piacerebbe tornare ad allenarci lì e farlo a porte aperte, sarebbe bello farlo entro la fine dell'anno. Io devo pensare al campo, ma se con il mio modo di fare riuscissi a ricreare l'ambiente che ho vissuto da avversario sarei felice".

La chiusura del mister è dedicata alla sua esperienza nel mondo del pallone: "Sono nel calcio da tanti anni, non è un mondo che mi spaventa perché venendo dal niente e con situazioni economiche non facili ho capito, stando con la gente comune, cosa pretende un tifoso per cui sul piano comunicativo posso far capire le mie idee e il mio carattere. Io sono questo - prosegue - nel bene e nel male, dire sempre quello che si pensa non è un pregio al giorno d'oggi e l'ho pagato come calciatore e di più da allenatore quando il risultato non dipende solo da te e devi sperare che 25 giocatori remino dalla tua parte". Situazione che a volte non è accaduta, con esperienze che non sono terminate al meglio: "Ho avuto tre esoneri, è vero, ma non c'entrano con il gioco della squadra perché con la Pistoiese giocavamo il miglior calcio della categoria. Poi però sono entrato in conflitto con la società e allora sono andato a casa alle prime difficoltà. A me interessa solo il campo, ho rifiutato Messina ad agosto, un'altra piazza negli ultimi giorni (Catanzaro, ndr) ma resto consapevole dei miei uomini e delle mie scelte. Sono un cane sciolto, non ho procuratore e ho già chiarito tanti aspetti col presidente, tra cui quello sul mercato altrimenti - conclude - non sarei qui"

Sezione: Acr Messina / Data: Sab 22 ottobre 2016 alle 13:01
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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