Era il 21 settembre del 2014, e il Camaro era pronto al nuovo debutto: l'allora neo(ri)nata squadra di D'Arrigo e Rando, in Prima categoria, era ospite della Ramet. Favoriti d'obbligo, vista la caratura della squadra con doversi nomi fuori categoria (Cappello, Buda, Cammaroto e tanti altri), il Camaro perse 1-0, colpito dal gol di Caragliano. Debutto amaro in un campionato poi vinto in carrozza, primo tassello di un percorso che ha portato i neroverdi a convergere forze e fosforo nel Messina odierno.

Certo, altro calcio e altra dimensione rispetto alla quarta serie, ma la sconfitta in casa del Marina di Ragusa in Coppa Italia non può e non deve essere letta con toni drammatici: perdere non è mai piacevole, ma è comprensibile quando si è alla prima ufficiale e quando, specialmente, quella gara non si sarebbe dovuta giocare. Stando a quanto comunicato in precedenza, infatti, il Messina avrebbe dovuto saltare il primo turno di Coppa, per cui la preparazione era stata programmata anche in vista degli impegni di solo qualche giorno dopo. Non proprio questioni di lana caprina, ma il rigore di Mistretta a tre giorni di distanza ha un po' il retrogusto di quel gol di Caragliano, una rete che segna una sconfitta sul campo ma che non deve scombinare i piani societari. Manca qualche tassello, c'è già un'ossatura, serve relativamente poco per fare il, salto di qualità.

Forze e fosforo nuovi ci sono, adesso tocca solo prendere coscienza di quello che si potrà fare sul campo. Perché programmazione, fiducia e competenza sono armi a favore, sparare sentenze ad agosto fa ridere ed è cartina di tornasole per chi questo sport non ha idea di cosa sia—però è vero anche che la piazza ha fame e già stasera, per la presentazione ufficiale alla città, sarebbe bello vivere un'iniezione di fiducia collettiva per dare il via con il piede giusto alla stagione biancoscudata.

Sezione: Acr Messina / Data: Mer 21 agosto 2019 alle 08:37
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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