Un primo tempo bloccato fa da preludio alla seconda metà di gara, in cui Messina e Fondi danno il massimo per superarsi, ma senza riuscirci. Alla fine, un punto è meglio che niente, considerando i 34’ di gioco disputati dai biancoscudati in inferiorità numerica. La vittoria, purtroppo, si fa ancora attendere. Valutazioni tutte attorno alla sufficienza, tranne Pozzebon e Maccarrone. Ecco le nostre pagelle:

MESSINA

Berardi 6,5 – Paradossalmente, il suo migliore intervento lo sfodera in occasione del gol di Albadoro, quando stoppa Tiscione con una uscita tempestiva, chiudendogli lo specchio della porta. Merita tutta la solidarietà possibile, perché fare il portiere con il campo ridotto nelle condizioni del S.Filippo è un mestiere difficile.

Palumbo 6 – Gestisce la gara con sufficiente personalità e la giusta attenzione, curando in modo esclusivo la fase difensiva, visto che il Fondi aveva tanti giocatori di qualità in attacco. Con il Messina in dieci, si piazza come terzo centrale e, con meno campo da coprire, non soffre la condizione fisica ancora precaria.

Rea 5,5 – Schierato da Lucarelli malgrado qualche acciacco, presidia la sua zona di campo senza soffrire, aiutato anche dallo schieramento tattico molto guardingo predisposto da Lucarelli nel primo tempo. Il suo fallo da rigore su Calderini, quasi invisibile sia dal vivo che nelle immagini di Sportube, induce l’arbitro a cacciarlo al 50’. Decisione accettata senza isterismi inutili.

Bruno 6,5 – Personalità, carattere e fisico. Queste le doti di un calciatore di 20 anni, desideroso di giocarsi in maglia biancoscudata le sue chance per entrare nel calcio che conta in un prossimo futuro. Gli universitari laziali puntano molto sul gioco offensivo, ma lui li tiene a bada senza mai soffrire.

De Vito 6,5 – Partita di grande sacrificio, con meno opportunità di poter scorazzare in attacco. Sfortunato al 18’ della ripresa, quando giunge al tiro, ma sembra quasi mirare alla figura e Baiocco respinge di pugno. Nel finale, mette l’elmetto ed ha tanto da faticare con Galasso che spinge come un treno dalle sue parti.

Foresta 6,5 – Incanala la sua furia da maratoneta all’interno della disciplina tattica imposta dall’allenatore del centrocampo Alessandro Conticchio e dà un apporto fondamentale per impedire agli avversari di sviluppare le trame offensive, sfornando anche l’assist per il gol del vantaggio.

Ricozzi 6 – Ha il compito difficile di sostituire Musacci, mettendoci la prestanza fisica e una discreta dose di fosforo fin quando le forze lo sostengono, visto che lo scarso minutaggio accumulato fino ad oggi si somma all’impegno infrasettimanale dello “Iacovone”. A metà della ripresa lo sostituisce Capua (6,5) che conferma i progressi intravisti nelle ultime prove, segnando anche un gol di pregevole fattura, dando, per soli sei minuti, l’illusione della vittoria agli irriducibili tifosi biancoscudati.

Grifoni 6 – Scende in campo incerottato dopo l’infortunio subito ad Agrigento e, impiegato come interno sinistro, cerca di amministrare le forze, limitando le incursioni al minimo indispensabile. Crolla al suolo al 35’della ripresa, subito dopo il pareggio ospite e gli subentra Saitta (sv) che ha un impatto non proprio ottimale con il campo, beccandosi anche una ammonizione nel recupero, quando prova a prendere i calzoncini di Tiscione come trofeo per il suo esordio al S.Filippo.

Milinkovic 6 – Alti e bassi per il numero 10, un po’ scolorito come la sua capigliatura e meno appariscente del solito. Un suo colpo di testa al 17’ viene vanificato dal colpo di reni di Baiocco, spreca nel finale del primo tempo una percussione in area tentando un passaggio filtrante inutile, ma si danna a rincorrere gli avversari ogni volta che perde il pallone e questo è un atteggiamento positivo che salva la sua prestazione.

Pozzebon 5,5 – Palloni giocabili in zona tiro gliene arrivano pochini, ma il centravanti romano impegna comunque la difesa avversaria e si guadagna la pagnotta. Mezzo punto in meno per l’occasione divorata al 2’ della ripresa, quando, a tre metri dalla porta, completamente solo, spedisce fuori di testa.

Ferri 6 – Ancora una volta tanta corsa e movimenti finalizzati più a coprire gli inserimenti dei laterali laziali che non ad offendere. Infatti, non tira praticamente quasi mai, se non con qualche conclusione dal limite piuttosto velleitaria. Viene sacrificato al 13’ della ripresa, per riequilibrare la squadra rimasta in dieci, ed entra in campo al suo posto Maccarrone (5,5), poco deciso ma anche molto sfortunato quando liscia il rinvio e consente a Tiscione di battere a rete da solo, creando il presupposto per il gol di Albadoro. A sua parziale discolpa, oltre le condizioni del terreno di gioco, anche i postumi di un infortunio che ne condiziona la prestazione.

Cristiano Lucarelli 6 – Temeva tantissimo il Fondi del patron Stefano Bandecchi, suo concittadino, che ha messo in piedi un progetto interessante mirato a veicolare l’importanza della ricerca scientifica attraverso la popolarità del calcio. Il primo tempo, con il Messina bloccato e timoroso, è lo specchio del suo stato d’animo attuale, ma lo sviluppo della ripresa vede i biancoscudati capaci di sfiorare la vittoria anche in inferiorità numerica e con grossi problemi fisici tra gli elementi schierati in campo. Il ruolino di marcia è simile a quello del suo predecessore. A partire da Melfi, occorre iniziare a correre, per evitare di restare invischiati nelle sabbie mobili della bassa classifica.

Unicusano Fondi: Baiocco 7; Galasso 6,5, Signorini 6, Fissore 6, Squillace 6; Varone 6 (dall’11’st D’Agostino 6), De Martino 6, Bombagi 6,5; Tiscione 6 ,Iadaresta 5,5(dal 13’ st Albadoro 6,5), Calderini 6 (dal 40’st D’Angelo sv ). Allenatore: Alessandro Pochesci 6

Arbitro: Davide Miele di Torino 5,5

Sezione: Acr Messina / Data: Lun 28 novembre 2016 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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