Ultimo giorno di vacanza per il Messina che tornerà in campo domani per riprendere la classica settimana di allenamenti in vista della gara con la Sancataldese di domenica. I biancoscudati devono chiudere il discorso salvezza e contro i verdeamaranto, che inseguono a quattro punti di distanza, basterà non perdere per raggiungere il traguardo minimo che una società che rappresenta una piazza come Messina non può dichiarare di avere come obiettivo.

Tra le nobili decadute, infatti, il Messina è quella che langue nella posizione più bassa di classifica. Facendo un rapido passaggio nei 9 raggruppamenti di Serie D, si scopre che il Como guida con due punti di vantaggio sul Mantova nel Girone B (la Pro Sesto, altra squadra con un passato da grande, è terza); il Modena insegue a -3 la Pergolettese nel Girone D e, alla ripresa del campionato, i canarini tenteranno l’aggancio nello scontro diretto da giocare in trasferta; il Cesena, nel Girone F, è a +3 sul Matelica avversaria del Messina nella finale di Coppa Italia. Nello stesso girone, per rendere l’esatta dimensione "dell’impresa biancoscudata" (tra grandi virgolette) in semifinale, il Real Giulianova ha un solo punto di vantaggio sui playout. Si prosegue con l’Avellino, nel Girone G, secondo a -2 dal Lanusei; infine nel Girone H già vinto dal Picerno, il Taranto è terzo e la Fidelis Andria quinta. Piazzamenti che, in un’ipotetica griglia per il ripescaggio tra i professionisti, potrebbero avere un peso specifico non indifferente.

Approfondendo lo sguardo, poi, si nota come i 47 punti attuali con cui nel Girone I si accede ai playoff, rappresentano la quota più bassa dell’intera quarta serie. Seguono, a 48, i gruppi A e C, ma il girone più settentrionale è stato stravinto dal Lecco che ha 25 punti di vantaggio sull’Unione Sanremo seconda.

Numeri che certificano quanto poco sarebbe bastato al Messina per emergere in un campionato mediocre e marchiano in maniera indelebile la seconda fallimentare stagione sotto la presidenza della famiglia Sciotto. Un quadro che poco più di due mesi fa era ancora più tetro, con il Messina saldamente all’interno della zona playout e che è riuscito a risollevarsi solo grazie al carattere di un gruppo costruito in inverno tra mille difficoltà dall’ex direttore sportivo Gianluca Torma. Al di là della passione messa in campo dai calciatori, che hanno anche stretto una sorta di patto silenzioso con la tifoseria per quella questione che la maglia va sempre sudata e rispettata, nessuno potrà usare toni trionfalistici nel momento in cui la salvezza sarà cosa fatta.

Sezione: Il focus / Data: Mar 23 aprile 2019 alle 08:32 / Fonte: Tcf tv
Autore: Antonio Billè / Twitter: @antobille
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