Un derby senza sfottò per assenza dei tifosi avversari, con il minimo storico di presenza sugli spalti, movimentato solo dalle dichiarazioni del dopo gara, queste le sensazioni che lascia Messina-Reggina giocato in un pomeriggio del 29 dicembre sotto un vento gelido e con qualche spruzzatina di neve. I gol di Bruno e Milinkovic riscaldano i cuori biancoscudati, ma anche Pozzebon riscatta l’opaca prestazione del “Granillo”.

Ecco le nostre pagelle:

Berardi sv – Non tocca mai il pallone, visto che gli avversari sprecano tirando fuori dallo specchio della porta le uniche due occasioni in cui si presentano al suo cospetto.

Grifoni 6 – Torna in campo dopo tre turni di stop per la condizione forzatamente precaria, fornendo un  buon contributo in fase difensiva, limitando le sgroppate al minimo indispensabile, per non andare anticipatamente in debito di ossigeno.

Rea 5 – Esordisce con un paio di svarioni che non appartengono al suo repertorio, prende un cartellino giallo al 19’ e poi prova a rimettersi in carreggiata, ma si deve arrendere ad un malore che lo colpisce durante il riposo e costringe Lucarelli a mettere in campo, in avvio di ripresa, Maccarrone (5), che, dopo pochi minuti, rischia di fare un assist a Porcino, e, fino al termine, continua a trasmettere incertezza e imprecisione negli interventi.

Bruno 6,5 – Uno dei migliori in campo, non solo per il gol che sblocca il match indirizzandolo sui binari della vittoria biancoscudata, ma soprattutto per l’impressione di sicurezza e presenza atletica che lascia questa sua prestazione. Una delle poche sorprese positive di questa schizofrenica prima metà di stagione in casa messinese.

De Vito 6 – Mantiene il proprio standard di sufficienza, senza picchi e senza crolli, che, comunque, hanno fatto di lui uno dei pilastri di questa squadra fin dalla scorsa stagione. A fine gara, Lucarelli rivela che l’ex terzino del Varese gli ha confidato di avere avuto delle richieste molto importanti per cambiare aria. Occorre un sostituto che dia spessore ad un ruolo fondamentale in qualunque schieramento tattico.

Nardini 5,5 – Sembra ancora imballato, sotto ritmo e sopperisce con il mestiere a questa palese difficoltà. Perde troppi scontri con avversari di spessore tecnico inferiore e dovrà lavorare molto durante la sosta per farsi trovare pronto nella parte discendente della stagione e conferire sostanza al centrocampo giallorosso.

Mancini 6 – Dopo un periodo di crisi fisica e psicologica, il mister gli dà fiducia affidandogli il ruolo delicatissimo di regista davanti alla difesa solitamente ricoperto da Musacci. La sua risposta è confortante dal punto di vista dell’impegno e dell’approccio mentale, perché non si abbatte dopo le imprecisioni e ci mette anche la giusta grinta per togliere spazio agli avversari. Dopo 69’, viene spostato come seconda mezzala alle spalle dell’unica punta ed è lui a mettere al centro dell’area avversaria, su punizione, il pallone da cui nasce il gol, finendo in scioltezza.

Foresta 6 – Mettere una insufficienza al “moto perpetuo” che veste il numero 17 biancoscudato è una eresia, visto che, anche in partite non esaltanti come questo derby, aldilà di qualche eccesso di frenesia che gli fa dimenticare il pallone, l’ex catanzarese si guadagna sempre la pagnotta. Esausto, viene sostituito al 36’ della ripresa da Palumbo (sv)

Milinkovic 6,5 – Segna, finalmente, un gol che dovrebbe essere normale per lui, suggellando, con un delizioso pallonetto, una inarrestabile progressione a campo aperto. Chiude il derby dal punto di vista del punteggio, mettendo in ghiaccio il risultato, nel vero senso del termine, visto che, non appena il pallone rotola in rete, si scatena una bufera di neve sul S.Filippo.

Pozzebon 6,5 – Nel primo tempo è l’unico a rendersi pericoloso, impegnando severamente in due occasioni Sala. Nella ripresa, si sacrifica di più per la squadra, prova a rapinare il gol del raddoppio a Milinkovic e si divora il terzo gol con un colpo di testa che scheggia la traversa. In sala stampa, a precisa domanda sul suo futuro, risponde non escludendo l’ipotesi di restare in maglia giallorossa, confortato anche dalla dichiarazione di incedibilità espressa da Lucarelli. Meglio non avere il problema di doverlo sostituire.

Madonia 5 – In una gara dai toni agonistici sostenuti ma non proprio esasperati, il suo passo felpato e i tocchi di fino del repertorio sfoggiato su tanti campi di B e C, sembrano totalmente fuori sincrono. Fa imprecare i pochi, infreddoliti, supporter messinesi al 27’, quando appoggia di esterno tra le braccia di Sala invece di trafiggerlo. Al 69’ gli subentra Musacci ( 6 ) che, con pochi minuti da giocare, entra subito nel meccanismo creato dal tecnico livornese, un 4-3-2-1 che, sia pur partendo da un gol casuale, scardina la resistenza amaranto. Anche l’ex catanese dovrà dimostrare di essere in grado di diventare un leader, dopo la sosta di gennaio.

Cristiano Lucarelli 7 – Mezzo punto in più per la preparazione alla gara, con un silenzio stampa che ha sigillato malumori e tensioni interne ad un gruppo sottoposto, in questi primi 6 mesi, a una serie di cambiamenti e pressioni inusuali. Durante il derby è bravo e fortunato a cambiare modulo in corsa trovando, quasi immediatamente il gol che sblocca la mente dei giocatori in campo. Nel dopo gara, lascia trasparire la possibilità di abbandonare Messina in mancanza di riscontri concreti da parte della società alle esigenze di rafforzamento da lui prospettate. In questi giorni di sosta, di sicuro, non ci si annoierà.

Reggina : Sala 5; Cane 5, Kosnic 5, Gianola 5,5, Possenti 5; Bangu 4,5, Botta 5, De Francesco 5 (dal 36’ st Romanò sv); Tripicchio 5 (dal 24’ st Bianchimano 5), Coralli 5,5 (dal 44’st Silenzi sv), Porcino 5. Allenatore: Karel Zeman 4,5.

Arbitro: Francesco Guccini di Albano Laziale 5

Sezione: Acr Messina / Data: Ven 30 dicembre 2016 alle 09:30
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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