Tornare a giocare al "Celeste" le gare interne? Il Messina ci spera e proverà a raggiungere l'obiettivo. E' una possibilità, ma non una certezza. “Raccoglieremo nei prossimi giorni una serie di informazioni - ha spiegato il presidente Franco Proto durante il confronto con la Commissione Sport del Comune -, se ci renderemo conto che non sarà possibile realizzare questa operazione, cercheremo un'alternativa assieme”. Andrea Consolo dei Centristi per la Sicilia ha proposto un dimensionamento del "Franco Scoglio" sulla scorta dei progetti realizzati a Trapani, Ascoli, Cagliari e Brescia, giusto per citarne alcuni. Il direttore generale Lello Manfredi scuote la testa riflettendo sulla fattibilità, ma Proto non chiude: “Tutto può essere pertinente se accertato, senza scollamento cerchiamo via collegiali, evitando divisioni e schieramenti”. Parole intelligenti, quasi strategiche per evitare di dare vita a fratture tra club e politica sulla strada da imboccare.

A parlare nel dettaglio della riapertura dell'impianto di via Oreto è poi proprio il dg: “Il Franco Scoglio è sovradimensionato per la categoria, il Celeste è obsoleto e avrebbe bisogno di interventi mirati, il nostro obiettivo è di farli rendere al massimo della loro produttività ma abbiamo bisogno di trovarci nelle condizioni”. L'obiettivo è tracciato: partite casalinghe al Celeste con la ristrutturazione dell'impianto centrale più accogliente per i tifosi e meglio raggiungibile rispetto al più capiente di San Filippo. Dove invece si porteranno avanti altri attività della società ma anche collaterali. “Secondo i termini attuali di gestione dovremmo chiudere il San Filippo e consegnare le chiavi al sindaco, ma non è nostra volontà”, ha proseguito Manfredi. Si aprirebbe un caso, il Messina costretto a migrare altrove per concludere il campionato oppure accedere allo stadio della Serie A solo per la partita domenicale, ma con le manutenzioni che tornerebbero in mano ad un ente che attualmente non si può permettere spese per custode, terreno di gioco, utenze. E' un cane che si morde la coda.

I costi per gestire il Franco Scoglio ammontano al doppio dell'incasso, ma chiuderlo significherebbe perderlo. E allora perché non invertire lo stato attuale: “Gli ultimi interventi lodevoli al Celeste sono stati effettuati dal Città di Messina, ovviamente commisurati alle ambizioni di una squadra che militava in categorie dilettantistiche – ha proseguito Manfredi –. Nei prossimi giorni un gruppo di ingegneri, architetti e tecnici faranno tappa al campo per verificare la fattibilità di una riapertura rispettando le norme di Lega Calcio e commissione prefettizia. Prima di imbarcarci in spese occorre avere la certezza di potere arrivare fino alla fine, accedendo a dei mutui importanti per avere i finanziamenti necessari a realizzare le opere. In questo senso sarà anche fondamentale il ruolo del Comune”. Che dovrebbe rilasciare, per il tramite del Consiglio, una concessione pluriennale che fungerebbe da titolarità per il soggetto proponente: “Con i maggiori introiti prevedibili al Celeste potremmo permetterci di sopportare un eventuale mutuo e rimettere man mano in piedi tutto l'impianto. Aspettiamo di avere certezze, dopodiché presenteremo un piano basato su numeri e dati oggettivi, senza raccontare frottole. Oggi è solo un'idea”.  

Sezione: Acr Messina / Data: Gio 16 marzo 2017 alle 17:43
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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