E’ la possibilità di tornare a giocare al Celeste, l’argomento di discussione più gettonato tra i tifosi di del Messina. Nostalgia infinita del catino infernale di via Oreto, dove i biancoscudati non conoscevano altro risultato se non il successo mentre agli avversari tremavano le gambe al solo pensiero di doverne varcare la soglia, che presto potrebbe non essere più tale. Coloro ai quali è stato conferito il privilegio di carpirne la magia, sanno cosa vuol dire e quanto grande possa essere la spinta di un impianto a cui, l’appellativo di semplice stadio, calza estremamente stretto. Per questa ragione Lello Manfredi e, con lui, l’intera nuova proprietà non hanno mai fatto mistero della volontà di riconsegnarlo all’unico, vero proprietario: il suo popolo.

L’impresa è di quelle difficili e, conseguentemente, fatte su misura per il neo direttore generale. Così dai proclami dei primi giorni si è passato, nel volgere di un istante, ai fatti: attraverso il Credito Sportivo si avrà la possibilità di accedere ad un finanziamento il cui valore oscillerebbe tra i cinquecentomila ed il milione di euro, con le garanzie necessarie, prestate, esclusivamente dall’attuale proprietà. I lettori ottici - presenza fissa in tanti impianti della penisola - sostituirebbero i tornelli, troppo ingombranti per trovare posto lungo il viale Gazzi, il risparmio nell’illuminazione deriverebbe dall’opzione lampade al led, con il gruppo elettrogeno, invece, completamente da rifare. Tribuna e gradinata, interamente ricoperte dai seggiolini conferirebbero al Celeste un aspetto moderno, lontano dal fascino dei gradoni, ma in linea con le ultime prescrizioni in tema di sicurezza. A tal proposito, è in uno dei due settori sopracitati che troverebbe posto il Gos. Ampie aree, riservate a ristoro e relax, completerebbero un progetto, tanto ambizioso quanto suggestivo, il cui via sarebbe dato immediatamente, in modo da averlo pronto per la prima gara della prossima Coppa Italia, indipendentemente, dai tempi fisiologici, necessari per il rilascio del mutuo.

L’idea piace, come conferma l’ok della Lega, arrivato nelle scorse ore. Una serie di permessi e licenze dei vari organi coinvolti, non dovrebbero, infatti, essere scoglio ostico da superare e la capienza fissata in 7,500 unità - con la possibilità di arrivare, all’occorrenza, fino ad 11,500 spettatori - sarebbe sufficiente a soddisfare le esigenze della piazza a meno di straordinarie e positive novità, in relazione alle quali, il provvisorio traghettamento al Franco scoglio non sarebbe ipotesi da debellare.

Affinché dai sogni si passi alla realtà, momento obbligato è il rilascio, da parte della Giunta prima e del consiglio comunale poi, della concessione per l’utilizzo di entrambi gli stadi cittadini, all’Acr Messina, per almeno un decennio. La richiesta del club dovrebbe essere di 15 anni. Solo uno sfruttamento continuato e libero da vincoli di qualsivoglia natura, permetterebbe programmazione gestionale ed operazioni lungimiranti, basi imprescindibili per il futuro. E’ l’ostacolo più duro, lo stesso contro cui in passato si sono arenate, senza eccezione, altre proprietà, al netto della loro affidabilità. Il vento, parrebbe, tuttavia, essere girato ed anche da Palazzo Zanca sembrano provenire segnali piuttosto confortanti. La prova dei numeri però sarà la vera risposta e la politica ci ha abituato anche a colpi coda. Molto, se non tutto, dipende dal progetto che verrà presentato e dalle garanzie, anche sul piano sportivo, che la società sarà in grado di offrire. Oltre la “normalizzazione” in corso, della quale si stanno già raccogliendo primi frutti.

Sezione: Acr Messina / Data: Gio 13 aprile 2017 alle 18:26
Autore: Giovanni Sofia
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