A margine delle presentazioni di Infantino e Ferrigno, ha preso la parola anche il presidente dell’Acr Messina Paolo Sciotto che ha ufficializzato l'assegnazione del ruolo di direttore generale all’avvocato Peppuccio Cicciari, già segretario del CdA: “Oggi pomeriggio ufficializzerò le altre deleghe”, dice il massimo dirigente prima di andare al sodo.

La nomina di Ferrigno esclude, di fatto, un abbandono al club a fine stagione e la conferma arriva dallo stesso Sciotto: “Dopo Acireale - afferma - abbiamo annunciato la volontà di lasciare, ma oggi faccio il manager del Messina e non possiamo avere una visione a breve termine. Con Ferrigno possiamo regalare un futuro a Messina e stiamo lavorando per il bene della società. Se il 30 maggio non si sarà fatto vivo nessuno, come faremo? Sono il presidente di CdA, ho il compito di traghettare il club a fine stagione, ma ho anche quello di lasciare un futuro al Messina. Con lo stravolgimento di ieri ho dato un segnale per programmare il futuro: avete sempre chiesto forza e programmazione alla società e i segnali sono forti. È difficile gestire, prendere onore e oneri e io devo dare uno sguardo al futuro se non si presenta nessuno. Da Acireale in poi ho sentito solo chiacchiere e sciacallaggi e noi agli sciacalli non daremo niente. Siamo consapevoli del valore del Messina e della piazza in cui operiamo”.

Nelle ultime ore, con forza, si rincorre il nome di Rocco Arena, l’imprenditore interessato all’acquisto del Messina, ma Sciotto nicchia: “Ieri sera ho ricevuto una telefonata da un certo Cosenza - continua il presidente - che fa parte di un gruppo di imprenditori milanesi interessati all’acquisizione del Messina, un brand che va al di là dei risultati. Ho chiesto che formalizzassero il tutto con una email per avere contezza dei soggetti interessanti, ma non ho ancora ricevuto la Pec. Sono pronto e sereno alla trattativa, ma qui trattiamo il brand Messina e questa proposta d’acquisto ha uno strano tempismo perfetto, considerato che arriva proprio dopo la rivoluzione. Una cadenza proprio perfetta. Noi abbiamo le nostre colpe, lo ammettiamo, ma non possiamo subire continui attacchi che, peraltro, non ci fanno male e riusciamo a sopportarli. Eravamo felicissimi quando abbiamo preso il Messina, abbiamo partecipato solo noi alla manifestazione d’interesse e non capisco i continui attacchi che fanno male al brand Messina e ai ragazzi che devono pensare a giocare e salvarsi”.

Inevitabile un passaggio sulla burrascosa separazione con Biagioni che tanto ha fatto discutere in questa settimana: “Mi accorgo - dice Sciotto - dalle partite con Giulianova e Troina che la squadra non è serena, è nervosa. Ho il dovere di incitarli, tranquillizzarli perché siamo una famiglia. Nessun attacco alla squadra, così facendo avrei attaccato me stesso. Non so a cosa pensava Biagioni, che mi ha attaccato quasi fisicamente e io non lo accetto. Dopo la sconfitta di Troina, lunedì sono stato convocato dal capitano, sono entrato da ospite nello spogliatoio. Mi sono seduto con loro, ho fatto un discorso da padre di famiglia e ho cercato di trasmettere le mie sensazioni e un po’ serenità. Non sono mai entrato sull’aspetto tecnico perché so quanto sia pesante avere il fiato sul collo di un presidente. Conosco il mio ruolo, mi è sembrato un atteggiamento premeditato e che fosse pronto ad andare via. Anche lui compartecipava a non dare serenità alla squadra. I ragazzi erano nervosi perché sentono troppo la pressione mediatica, della tifoseria e delle responsabilità. Facciamoli giocare sereni. Biagioni è arrivato alla sesta giornata, ha preso la squadra alle porte dei playout e l’ha lasciata alle porte dei playout. Torma ha fatto mercato a dicembre, ma quando parla dei 98mila euro manca di rispetto ai giocatori perché così dice che non valgono. Abbiamo ragazzi professionisti rimasti in panchina. La squadra si allena a Camaro, paghiamo cifre importanti, mentre al San Filippo ci alleniamo martedì o sabato per la rifinitura. Scuse sul gasolio e caldaia? Lasciate stare, noi facciamo il nostro, siamo sempre presenti. Zero scuse, parliamo di calcio”.

Sciotto, poi, parla anche dei problemi che hanno portato all’inammissibilità del reclamo per la gara con il Città di Messina: “A inizio stagione mio padre ha preso Bandiera - continua - che poi è andato alla Reggina. Quando abbiamo preso Raffaele, il segretario doveva occuparsi del tesseramento, ma il primo errore è stato lì, perché Bandiera non ha inviato il tesseramento dell’allenatore per 15 giorni. Poi, quando ha capito che la squadra non stava rispondendo, Raffaele è andato via e io non l’ho potuto trattenere. Quando andò via Bandiera, invece, era difficile trovare un altro segretario, lo avevamo anche trovato il giorno dopo, ma Manfredi mi disse che avrebbe gestito lui quei compiti. Mi ha risolto un problema ed ero sereno, visti anche i rapporti di stima e fiducia. Da lì passano i due punti col Città di Messina: dopo la firma del preannuncio di reclamo mi sarei aspettato che fosse inviato il ricorso o l’avrei fatto da solo. L’invio della Pec non è stato fatto, anche se l’ho sollecitato spesso. Alle 23.10 ho chiesto a che punto fosse l’iter, Manfredi mi ha detto l’ok, ma per problemi di Pec non è andato a buon fine”.

Sezione: Acr Messina / Data: Sab 13 aprile 2019 alle 14:03
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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