"Ho visto cose che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi". I tifosi del Messina potrebbero benissimo prendere a prestito l'incipit di una delle scene più famose di "Blade Runner", pronunciato sotto una pioggia acida dal replicante Roy Batty, interpretato da un superbo Rutger Hauer. Negli ultimi nove anni, le vicende legate alla maglia biancoscudata sono state un susseguirsi di personaggi improvvisati, sprovveduti d'ogni sorta, che hanno ferito e quasi ucciso la passione di una comunità sportiva variegata, a volte divisa, come nella tradizione storica della città, ma capace di slanci di partecipazione commoventi quando si trattava di vivere il calcio coniugato nella sua più alta funzione sociale.

MOVIMENTI TELLURICI - Le ultime 48 ore in salsa giallorossa sono state un concentrato di questa pietanza, con l'incertezza legata alla firma dell'accordo di opzione su una parte delle quote societarie tra gli attuali proprietari e gli imprenditori calabresi che ha determinato uno stato di caos generale: una giornata di calciomercato gestita maldestramente, tra rappresentanti reali o "superati" dell'Acr a trattare trasferimenti di tesserati, sottoscrizioni di moduli e conferme negate all'ultimo secondo, rimbalzate tra social e tv in tutto il Paese. Un clima di tensione culminato con le dimissioni del presidente Natale Stracuzzi, con la convocazione di un CdA e la nomina di Pietro Oliveri al vertice, del suo vice Nino Micali e dell'amministratore delegato Pietro Gugliotta. Ma cosa sta succedendo? Scosse evidenti nella "faida" tra la "fazione Gugliotta" e il "gruppo Stracuzzi". Dinamiche in corso d'evoluzione, in questo caso determinate probabilmente dalla sottoscrizione della nuova fidejussione garantita da quelli che ad oggi restano ancora i soci di minoranza dell'Acr. Ma non solo. Il comportamento del Messina nell'ultimo giorno utile per rinforzare la rosa fotografa la situazione attuale. Le pressioni hanno portato Stracuzzi a recitare la presunta parte dell'incudine e le reazioni dei dirigenti di altre società, come Taranto e Foggia, coinvolte, loro malgrado, in questo bailamme, danno una idea della percezione che l'Acr ha assunto "nell'ambiente" del pallone nazionale, una navicella sballottata nello spazio aperto che cerca di evitare la pioggia di meteoriti o anche il più piccolo sassolino capace di farla esplodere. Tornando ai fatti, Stracuzzi lascia la poltrona di presidente, ma resta, con il suo 48%, il maggiore azionista, e viene nominato al suo posto il più fido alleato Oliveri. Una mossa mirata a dare un segnale di forte disaccordo con le ultime decisioni prese dal socio più ingombrante, al di là delle percentuali possedute, e cioè Gugliotta, sostenitore dell'ipotesi calabrese e fiero oppositore della gestione del dg Enrico Ceniccola, da lui disconosciuto nel ruolo. Lo stesso Gugliotta che recentemente ha acquisito il potere di firma per la rappresentatività societaria in sede civile, ma non ancora "abilitato" sul terreno federale: da qui il grande pasticcio di ieri. 

CALABRESI, RISCHIO FRENATA - Intanto, il microcosmo della rete rimandava in onda le incertezze di "Zambrotta" Gerace riguardo alla conclusione della trattativa per il passaggio delle quote di maggioranza dopo il preliminare firmato nei giorni scorsi. Un rischio frenata amplificato da una serie di messaggi su facebook, a cui si sono aggiunti quelli di ex tesserati delusi, derisi, maledetti ed altri appena andati via ma ancora innamorati della città. A questo punto occorre attendere la risposta proprio di Pasquale Gerace e Giuseppe Marcianò, intenti, come da accordi, ad esaminare la situazione contabile effettiva del club, ma già molto preoccupati e titubanti di fronte ad una massa debitoria tra i due milioni e i due milioni e mezzo di euro, costituita dall'ormai famoso debito fiscale Iva risalente all'epoca Lo Monaco e rateizzato con l'Agenzia delle Entrate, da impegni assunti e non rispettati da passate gestioni, dalla non ben definita controversia con Lo Monaco e da spettanze, accumulate negli ultimi 18 mesi, di altri professionisti e fornitori più volte blanditi con accordi verbali o con ricorsi e querele. Da tempo si rincorrono le voci di decreti ingiuntivi pronti a divenire esecutivi o di altri già opposti dalla proprietà ed in attesa di definizione giudiziale, mentre incombono i controlli Covisoc, previsti per venerdì prossimo, e la scadenza di metà febbraio per il saldo di stipendi e contributi, ammontanti a più di 200 mila euro.

LE INCOGNITE - Sullo sfondo, resta sempre l'incognita Angelo Massone, che avrebbe annunciato la possibilità di un ricorso vantando una scrittura privata che gli concederebbe tempo fino al 10 febbraio per formulare una proposta di acquisto. Infine, da non trascurare uno scenario nel quale, in prossimità del termine per il saldo delle spettanze ai tesserati, si possa bussare di nuovo alla porta di Franco Proto o inventarsi l'ennesimo salvataggio in extremis con qualche soluzione di finanza più o meno creativa. L'impressione è che non sarà facile tirarsi fuori da questo ginepraio, anche perché i continui sbalzi di umore e le controverse prese di posizione di ognuno dei soci non favoriscono la chiarezza e la linearità di una normale trattativa commerciale, figuriamoci nel caso del trasferimento di proprietà di una società calcistica. L'auspicio è che le parti in causa trovino la soluzione più conveniente per loro, ma soprattutto quella opportuna per le sorti del Messina, assicurando, finalmente, serenità e programmazione, ingredienti indispensabili. I tifosi, quelli veri, che amano la biancoscudata senza riserve, non devono accettare elemosine, genuflettersi, o pregare nessuno se non il buon Dio di avere un pizzico di serenità. I tifosi veri devono pretendere rispetto per la loro fede.

Sezione: Acr Messina / Data: Mer 01 febbraio 2017 alle 19:51
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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