Lo hanno dato per finito cento volte, si è rialzato una di più. Vincenzo Nibali si prende la sedicesima tappa, quella dedicata all’amico Michele Scarponi, con il Mortirolo e il doppio Stelvio, e lo fa a modo suo. Lo Squalo dello Stretto semina, uno dopo l’altro, i diretti rivali per la classifica generale, va a prendere i vari fuggitivi di giornata e, sul traguardo, brucia in volata un generosissimo Mikel Landa, al quale non resta che sbattere, forte, il pugno sul manubrio.

I tifosi assiepati lungo i tornanti delle montagne, quelle vere, invocavano lo spettacolo e non sono rimasti delusi. La classifica è ribaltata, il Giro è riaperto, e se siamo qui a parlare di scossoni il merito è, esclusivamente, dell’atleta messinese. Non è un caso. Il ciclismo ha leggi non scritte, ma puntuali come il più classico degli assiomi scientifici e per arrivare vestiti di rosa a Milano ci vogliono gambe ma, soprattutto, testa. Tutto questo, chi, il trofeo senza fine lo ha alzato già due volte, lo sa bene.

Un attacco intestinale ferma Tom Dumoulin ai piedi dell’Umbrail Pass, il gruppo dapprima lo attende, poi, la gara prosegue e scoppia la bagarre. Il ritmo impresso dalla Movistar è elevato ed a reggerlo rimangono in pochi, i migliori. Ad un pugno di chilometri dal Gpm, Nibali piazza la prima di una serie di frustate: si staccano Jungels, Zakarin e Pinot, in un secondo momento, anche Pozzovivo perde contatto ed a ruota del capitano della Bahrain – Merida, allo scollinamento, c’è solo Quintana. La discesa è una corsa folle fino a Bormio e lo sprint reca in dote dieci, preziosissimi secondi di abbuono.

In vetta alla graduatoria digrigna i denti uno stoico Dumoulin ma, dietro di lui, il Condor e lo Squalo costituiscono seria minaccia ed intaccano certezze, fino a ieri, solide come le Dolomiti. Le stesse su cui, da domani, i corridori torneranno a darsi battaglia.

Sezione: Altri Sport / Data: Mar 23 maggio 2017 alle 20:16
Autore: Giovanni Sofia
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