Diciamo la verità, partita più camurriusa non poteva giungere sulla strada giallorossa, dopo la bruciante sconfitta interna ad opera della Paganese. Il “delirante” Messina, governato da una proprietà psichedelica, domenica mattina dovrà lasciare le agitate rive dello Stretto per far visita al Catania del grande nemico Pietro Lo Monaco. Gli etnei, afflitti dalla penalizzazione di 7 punti e vittime di un brutto inizio di stagione, languono all’ultimo posto in classifica, affamati di punti che consentirebbero di navigare verso acque più sicure.

Raccontare i precedenti “etnei” del derby tra Messina Catania è impresa assai difficile. Dietro queste due città, infatti, si nascondono due mondi talmente diversi che finiscono inevitabilmente per assomigliarsi. Sfaccettature innalzate a mo’ di bandiera, in un duello fratricida che dura ormai da quasi cento anni. La Sicilia, storia ben nota, è un’isola estesa, popolosa e variegata, vittima di contraddizioni non usuali, utili solamente a danneggiare la ricchezza donata dal Creatore in un’assolata aurora primaverile. In Sicilia, la cosa è risaputa, la primogenita dimensione derivante dalla fondazione greca non è mai stata superata: ogni città rappresenta una polis, ove vigono leggi sociali diverse e dove regna una cultura particolare nella sua unicità.  

Per Messina Catania, però, questo vale sino ad un certo punto. Le due città, infatti, sono troppo vicine per ergersi ad “estranee”, tenute distanti da un’autostrada costiera che viaggia per meno di 100 km. E se Palermo, capoluogo del Regnum Siciliae, si compiace sicura della sua grandezza nella parte occidentale dell’isola, dove può farla da padrona, peloritani ed etnei sono “costretti” a dividere la parte orientale, scontrandosi giornalmente in un andirivieni di pendolarismo commerciale. Buddaci e Fausi, come sono chiamati nel gergo regionale, si vedranno ancora una volta, domenica prossima, con quel rettangolo verde in mezzo a far da giudice.

La prima sfida tra le due squadre in terra etnea, infatti, risale al lontano 1920 e fu tutta un’opera dei pupi… La semifinale del campionato siciliano, competizione FIGC riservata alle squadre isolane, non si disputò per la mancanza della squadra di casa, che regalò il primo successo peloritano alle pendici dell’Etna. Alcune fonti, però, sostengono che la partita venne comunque disputata da una squadra di ragazzini, che subì un pesante 2-6 dall’Unione Sportiva Messinese. Come sempre, insomma, molto rumore per nulla. Quel che è certo, comunque, è che i giocatori dello Stretto passarono il turno a discapito dei rivali.

La prima sfida documentata, invece, ci porta al campionato di prima divisione 1930/31, terminata con il risultato di 2-1. Da quell'antico match, le due compagini isolane, nonostante guerre e governi provvisori, si incontreranno quasi con cadenza annuale fino alla fine degli anni '60, regalandosi anche il palcoscenico della massima serie in due occasioni. Nel campionato cadetto 1936/37, addirittura, Messina Catania si incontrarono cinque volte, con tre gare di spareggio utili a decretare la retrocessione etnea e la sospirata salvezza dei peloritani. Al 1945/46, invece, risale la prima vittoria (giocata) giallorossa al Cibali: un perentorio 0-3 nello strano campionato post-bellico di terza serie meridionale, al quale partecipava anche il Gazzi Messina e la Virtus Catania.

Le vittorie peloritane, purtroppo, si contano sulle dita di una mano e non per modo di dire. A parte le due appena elencate, infatti, il Messina fu corsaro a Catania altre tre volte, tutte in serie B tra il 1950 ed il 1954, quando i giallorossi si aggiudicarono ben tre dei quattro incontri disputati. Da quel momento, purtroppo, solo pareggi e sconfitte che, aggiunte a quelle antecedenti la seconda guerra mondiale, costituiscono le trentasette sfide della storia. Il calcolo, che non comprende la coppa Italia e l’unica partita giocata tra A.S. Messina e Catania ’93, conta 23 vittorie catanesi, 9 pareggi e 5 vittorie peloritane. Nessun tifoso messinese, però, avrà dimenticato uno dei pareggi più dolci della storia: la finale di andata dei play-off del campionato di serie C/1 2000/01, quando la rete di Ciccio Marra pareggiò il rigore di Ambrosi e permise ai giallorossi di affrontare con un leggero vantaggio la sfida di ritorno, conclusasi con la promozione in serie B della squadra allenata da Carlo Florimbi.

La penultima sfida, giocata nel rinnovato Massimino, risale alla quarta giornata del campionato di serie A 2006-07. Si parla di ben dieci anni fa, quando la massima serie italiana ospitava le tre città siciliane più popolose nel suo chiassoso circo. Una partita sentita, nervosa e ben giocata da ambo le parti si concluse sul risultato di 2-2, in virtù delle reti di Floccari, MascaraSpinesi Cordova.

Nella passata stagione, invece, in una strana sfida infrasettimanale disputata di giovedì per via delle festività pasquali, il Messina si arrese nuovamente ai cuginastri etnei. Il 24 marzo scorso, infatti, i gol di Calil (su rigore) e Russotto, inframezzati dal momentaneo pareggio di Gustavo, permisero al Catania di conquistare tre punti fondamentali sulla strada di una salvezza giunta all’ultima giornata.

Il calcio, come tutti i tifosi sanno, a volte regala sovvertimenti inaspettati e pagine di giubilo difficilmente programmabili… un derby, inoltre, è uno scontro che sfugge dalle logiche più preventivabili e dalle spicciole discussioni di tifosi ed esperti. La statistica è avversa, la situazione ambientale anche. Sognare una dolce vittoria al Massimino, però, è lecito per ogni tifoso peloritano, nella speranza di veder nuovamente garrire la bandiera giallorossa alle pendici dell’Etna. Avvenimento che non accade dal 1954.

 

CATANIA – LA SCHEDA

ANNO DI FONDAZIONE: 1929 (Rifondata nel 1946)

MIGLIOR RISULTATO: 8° posto in serie A (1960/61, 1963/64, 1964/65 e 2012/13).

POSIZIONE ATTUALE IN CLASSIFICA: 20° con 1 punto

ULTIMA SERIE UTILE: 1 vittoria e 4 pareggi tra la I e la V (ordine di calendario non cronologico)

CAPOCANNONIERE: Calil, Di Cecco, Fornito, Paolucci e Piscitella (1 rete)

Sezione: Amarcord / Data: Gio 06 ottobre 2016 alle 11:09
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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