In passato abbiamo rievocato campionati epici, terminati con la salvezza o la promozione in massima serie, in questa nuova “tripletta” della rubrica "#aMARCOrd" ci soffermeremo interamente sui derby. Spesso, infatti, alcune partite di vitale importanza per il raggiungimento degli obiettivi stagionali sono state disputate contro rivali storiche, come nel caso delle sfide contro Palermo e Catania nel 2000/01. In altre occasioni, ed è il caso della materia dell’appuntamento odierno, i derby hanno aggiunto il pepe ad una stagione che, senza di essi, sarebbe trascorsa quasi “senza lasciare il segno”.

In tanti durante le "precedenti puntate" hanno segnalato alla redazione il celeberrimo derby con la Reggina, disputato nel maggio del 1989. Il Messina, guidato da un giovanissimo Zdenek Zeman, disputò un discreto campionato, navigando nella parte centrale della classifica ed evitando di venire risucchiato nella lotta per non retrocedere. Il 28 maggio di quell’anno, però, al Celeste si presentò la Reggina di Nevio Scala, in corsa per raggiungere il quarto posto, che all’epoca garantiva la promozione in serie A. Gli amaranto, in piena bagarre insieme a Cremonese, Udinese e Cosenza, chiedevano almeno un punto al derby dello Stretto, per poi rafforzare la posizione nelle ultime tre giornate. Come in ogni derby che si rispetti, però, il Messina giocò la partita alla morte, sostenuto da un Celeste che rischiava di tracimare. I giallorossi andarono in vantaggio, già al 4’, con il solito Totò Schillaci, abilissimo a sfruttare un’indecisione della retroguardia calabrese. Dieci minuti più tardi, però, una sfortunata deviazione di Mossini, sul tiro di Onorato, beffò l’estremo difensore biancoscudato Ciucci, per il pareggio della Reggina. I peloritani, caricati durante l’intervallo dal tecnico boemo, trovarono il nuovo e definitivo vantaggio al 51’, grazie ad una splendida azione corale finalizzata da Schillaci, che scagliò un fendente da posizione impossibile che s’infilò sotto il sette. La Reggina, grazie alla classifica avulsa che eliminò il Cosenza, arrivò a giocare lo spareggio per la A contro la Cremonese, che però ebbe la meglio ai calci di rigore.

Un’altra sfida molto “votata” dagli utenti ci riporta, invece, all’ottobre del 2001. Il Football Club Messina, dopo una cavalcata inarrestabile, aveva fatto ritorno in serie cadetta, giusto in tempo per affrontare un torneo “grandi firme”. In quella serie B, infatti, ai nastri di partenza si presentarono, tra le altre, Bari, Cagliari, Genoa, Napoli, Sampdoria e Palermo. Proprio la squadra del capoluogo siciliano, guidata da Bortolo Mutti, si presentò al Celeste, con velleità d'alta classifica. I giallorossi sfoderarono una partita perfetta, accorta in difesa e votata alle ripartenze improvvise. Tutto questo, naturalmente, condito dall’estro infinito di Enrico Buonocore, che proprio in quella sfida firmerà il gol più bello della sua carriera, ancora negli occhi dei tifosi messinesi e non solo. Dopo un bel primo tempo, nel quale il Messina passò in vantaggio grazie ad un calcio di rigore trasformato da Godeas, al 58’ il normale incedere del tempo si fermò istantaneamente, per lasciare parlare la tecnica e l’incoscienza del 10 ischitano, che dribblò tutta la difesa rosanero prima di trafiggere Sicignano. Un gol splendido, irripetibile, che portò il Celeste a tremare all’unisono, come un diapason appena scosso, per celebrare quella pennellata caravaggesca.

Quella stessa stagione, conclusa dai peloritani al dodicesimo posto, regalò ai tifosi giallorossi un’altra, estrema, soddisfazione: il 14 aprile del 2002, infatti, i padroni di casa fermarono nuovamente la Reggina, in piena corsa promozione. Questa volta, a differenza della prima gara citata in questa tripletta, gli amaranto riuscirono comunque a raggiungere la massima serie, ma lasciarono il loro scalpo sul manto erboso del Celeste. Fu Godeas a finalizzare una splendida azione corale del Messina, iniziata da un recupero di Portanova e passata per un’illuminazione di Alessandro Iannuzzi. I giallorossi, dopo 12 anni di delusioni affossate dall’onta del dilettantismo, ritornarono a trionfare in un derby dello Stretto.

Battaglie epiche, giornate esaltanti che, anche se non portarono il Messina verso promozioni storiche, non rimasero fini a se stesse. Momenti di grandezza con un unico vero protagonista: il CelesteSchillaci, Buonocore, Godeas, Iannuzzi… personaggi che riportano le lacrime agli occhi a tutti i tifosi del Messina ma che, senza l’impianto di Via Oreto, forse sarebbero rimasti solamente delle stelle senza un degno firmamento.

Sezione: Amarcord / Data: Mer 15 agosto 2018 alle 01:10
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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