Foggia-Messina, in programma domani alle 17.30 , può rientrare tra le cosiddette “classiche” del calcio meridionale. Trentasei match giocati in totale, inclusa la Coppa Italia di C, sparsi nei decenni ed in tutte le categorie professionistiche, o, come si diceva una volta, semiprofessionistiche, con una sola annata vissuta in comune da rossoneri e biancoscudati in serie A, nel lontano campionato 1964-65. Scorrendo il tabellino dei precedenti, però, si nota come le due squadre si siano incrociate più frequentemente a cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90, soprattutto tra i cadetti, ed anche in periodi molto significativi per entrambe.

La prima sfida di quel periodo giunge il 26 febbraio del 1984. Il Messina, reduce da un deludente 0-0 casalingo contro il Francavilla, si presenta allo “Zaccheria” in posizione di classifica precaria, e perde 3-0, restando in piena zona retrocessione. Quella stagione non è rimasta nella memoria dei tifosi per i risultati, ma, facendo mente locale, fu l’anno di passaggio dalla gestione societaria fatta da un gruppo di messinesi (Sapone, Puglisi, Travia, Fortino, Aliotta), all’avvento di Salvatore Massimino, con l’interregno della presidenza Alfano, le cui vicende personali sono consegnate alla cronaca nera e giudiziaria piuttosto che a quella sportiva. In quel Messina 1983-84, però, c’erano le basi della cosiddetta “epopea dei bastardi” di Franco Scoglio: Bellopede, Mancuso, Schillaci, Venditelli erano i reduci del salto dalla C2 in C1 dell’anno precedente; Franco Caccia e Giorgio Repetto furono rigenerati dal tecnico eoliano che, però, se li trovò già in rosa proprio da quella stagione. Nei due campionati successivi giunsero altrettanti zero a zero, il primo fu frutto della solidità di una squadra che poi avrebbe perso la promozione per un soffio a vantaggio delle corazzate Palermo e Catanzaro, il secondo giunse all’ultima giornata del torneo che sancì il trionfale ritorno in B.

Messina e Foggia si ritrovano in serie B nel campionato 1989-90 e si tratta di un incrocio che coinvolge anche storie riguardanti gli allenatori che si erano alternati sulle due panchine: Franco Scoglio, al termine della stagione 1986-87, dopo la serie A sfumata nel finale, aveva firmato per il Foggia ma dovette desistere per evitare problemi legati ai tempi di sigla del contratto non corrispondenti a quelli dettati dalle norme federali. Scoglio restò, quindi, a Messina con pochi stimoli ed il suo ultimo campionato sulla panchina biancoscudata fu abbastanza anonimo. Al suo posto giunse Zeman che, a fine stagione, non proprio contentissimo della sua esperienza messinese, andò a Foggia ed iniziò, così, quel sodalizio con il presidente pugliese Casillo e con i “satanelli”, volgarmente conosciuto come “Zemanlandia”. La gara del 12 novembre 1989 fu un massacro, con i rossoneri che macinarono gioco e batterono 3-1 i giallorossi, annichiliti dai gol di Signori e dalla doppietta di Rambaudi, cui riuscì a replicare solo Protti nel finale di gara. La squadra di Zeman vinse, quell’anno, anche al ritorno, espugnando con relativa facilità il “Celeste” per 2-0. La vendetta sportiva arrivò poco meno di dodici mesi dopo, quando il Messina di Beppe Materazzi, reduce da una vittoria nel derby con la Reggina siglata dalla coppia Cambiaghi-Protti, affrontò, per la 5^ giornata di quel torneo di B, il Foggia già forgiato dal tecnico boemo e destinato al rientro trionfale in serie A. I primi 45’ sono sulla falsariga della stagione precedente, con i rossoneri straripanti che trovano spazio e modo per passare con due difensori, Bucaro e List, e sfiorare la terza segnatura in parecchie altre occasioni. Il Messina, in quella occasione in maglia gialla, sembra spacciato, ma trova un gol al 66’ su punizione deviata da Baiano in barriera e, da lì, costruisce la clamorosa rimonta, grazie ad un bel diagonale chirurgico di Cambiaghi ed alla rete di Peppe Venticinque, allora diciannovenne attaccante nato a Catania, subentrato al 46’ al vecchio leone Traini, che firmò una delle vittorie più “pazze” della storia recente del Messina e restò nella memoria dei tifosi biancoscudati per questo suo unico gol in serie B, in una carriera che lo vide tornare a vestire la biancoscudata negli anni in cui l’Acr vivacchiava in Eccellenza e Promozione giocando le partite casalinghe a Furci Siculo.

Da un punto di vista statistico, fu quella anche la prima vittoria del Messina a Foggia ed inaugurò una miniserie positiva che scavalca i decenni, ed anche i secoli, pur essendo racchiusa in altre due gare. La prima è quella del 13 marzo 2000, quando il Messina di Stefano Cuoghi arriva allo “Zaccheria” con i galloni di assoluto dominatore del torneo, mentre i pugliesi provano a ricoprire il ruolo di unica antagonista. La gara viene trasmessa in diretta serale su Raisat, sono organizzati maxischermi in città per seguirla ed allo stadio foggiano c’è il pubblico delle grandi occasioni, ma, quell’anno, non ce n’è per nessuno e il Messina passa con un gol di Michele Scaringella, bravo ad approfittare di una oscena uscita di piede del giovane portiere Di Masi e depositare di testa nella porta sguarnita. Le due immagini che restano di quella partita sono l’inchino di Scaringella al pubblico messinese dopo il gol e le lacrime del portierino rossonero, per la clamorosa papera praticamente al suo esordio tra i professionisti.

Infine, non si può dimenticare l’ultima vittoria ottenuta a Foggia, due stagioni orsono, sempre in una serata contraddistinta dalla diretta sui canali di Mamma Rai: inizio difficile per i colori giallorossi con la rete di Cavallaro e una serie di occasioni da gol per i rossoneri, ma già nel primo tempo giunge il pari di Costa Ferreira, con un tracciante telecomandato all’incrocio dei pali e, nella ripresa, il portoghese completa l’opera con un tocco in scivolata a correggere il tiro di Squillace, portando a casa la vittoria al termine di una delle più belle prestazioni fatte dai giallorossi negli ultimi anni. È preferibile stendere un velo pietoso sulla gara svoltasi allo “Zaccheria” lo scorso anno, un 2-0 ottenuto dal Foggia contro il primo Messina versione Di Costanzo che arrivò, così, alla sesta sconfitta consecutiva, prima di inanellare una serie di inutili pareggi. Adesso, è tutta un’altra storia, e, comunque vada domani allo “Zaccheria”, il Messina avrà l’occasione per dimostrare di possedere le caratteristiche tecniche e caratteriali per meritare il primo posto in classifica e rendere la vita difficile agli uomini di De Zerbi. Il risultato verrà dagli equilibri in campo e, questo, con i tempi che corrono, è già una bella soddisfazione.

Sezione: Amarcord / Data: Sab 31 ottobre 2015 alle 12:15
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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