Sembra incredibile a dirsi ma, nei fatti, il Messina è molto vicino a guadagnarsi la salvezza diretta. L’ottima serie positiva, nella quale i giallorossi hanno guadagnato 10 punti in quattro giornate, ha portato gli uomini di Biagioni al dodicesimo posto, con un margine di quattro punti sulla zona rossa. Sul gradino immediatamente sottostante, a “disturbare” i sonni dei biancoscudati, ci sono Sancataldese e Città di Messina, impegnate a cercare un posto al sole nel più breve tempo possibile. Domenica prossima, ironia della sorte, il Messina riceverà i cugini della società di Lo Re che, da poco, ha sostituito il tecnico Furnari con Franco Viola.
Impegno non facile per l'Acr, sia per la bontà dell’altra squadra giallorossa, sia per la componente emotiva che questa sfida può generare nell’ambiente. La parola “derby”, però, suona come esagerata, per una sfida che, in un’altra città, non si sarebbe neanche disputata. In estate, infatti, sono stati versati fiumi di parole sulla scelta insensata di mantenere due compagini in serie D, in una realtà calcisticamente depressa come quella peloritana. A poco sono servite, però, le aperture della “famiglia CdM”, pronta a sposare il progetto dell’Acr Messina: il presidente Sciotto, infatti, ha ben pensato di chiudere le porte alla fusione, impegnato com’era nella scelta di innumerevoli progetti tecnici morti nello spazio di mezza giornata.
Quel che è stato, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti. La Messina calcistica ha gettato alle ortiche un’altra stagione, osservando due compagini che si sono dibattute nei bassifondi della classifica di serie D. Se, però, la salvezza potrebbe rappresentare un’impresa per il Città di Messina, matricola appena giunta dal campionato di Eccellenza, lo stesso non può dirsi per la società di Pietro Sciotto, simbolo di sprechi, disorganizzazione e improvvisazione, frutto dell’emotività dei vertici dirigenziali.
La “strana” stracittadina, però, non è assolutamente un inedito. Nonostante la recente fondazione della squadra di Lo Re, nata nel 2010 dal cambio di denominazione del “vecchio” Camaro, le due squadre peloritane si sono già incontrate per ben tre volte in campionato. Due, infatti, le sfide nella stagione di serie D 2012/13 mentre l’ultima, come i tifosi ricorderanno, è stata disputata solamente qualche mese addietro.
L’origine di questa storia, pertanto, è da ricercare nel primo mese del campionato 2012/13, un anno che sembrava segnare la nuova rinascita del calcio peloritano. Sono passati solamente sei anni ma, gli umori della piazza biancoscudata, infatuata da un nuovo “messia”, apparivano diametralmente opposti agli attuali. La famiglia Lo Monaco, infatti, deteneva la proprietà dell’Acr e, senza ritegno alcuno, millantava il ritorno dei giallorossi nelle categorie di appartenenza. Di contro, il giovane Città di Messina, guidato dal compianto Giampiero De Leo, provava a consolidarsi come una realtà della città dello Stretto. Alla fine dell’anno, a spuntarla saranno i giallorossi dell’Acr, promossi tra i professionisti dopo un’appassionante duello con il Cosenza. Spumeggiante, comunque, il campionato del Città di Messina, giunto quarto grazie a calciatori di livello come Citro, Saraniti, Tiscione ed Assenzio.
La sfida d’andata, disputata allo Scoglio il 30 settembre 2012, si concluse sul risultato di 2-1 per gli uomini di Catalano, che guadagnarono il doppio vantaggio grazie alle reti di Parachì e Chiavaro. Rimasti in 10, i padroni di casa subirono la reazione del Città di Messina, che accorciò le distanze con Saraniti e sfiorò il pareggio con Assenzio. Il ritorno, invece, venne disputato al Celeste, davanti ad una cornice di pubblico commovente, assiepata in curva Sud come ai tempi di Massimino e Aliotta. La sfida si concluse sullo 0-0, soprattutto grazie alle parate di Ettore Lagomarsini, che si superò fermando il funambolico attacco “ciddiemmino”.
Nella sfida d’andata del campionato in corso, invece, si registra la prima vittoria del Città di Messina che, il 14 novembre dell’anno scorso, riuscì a sconfiggere i più quotati concittadini con uno scoppiettante 3-2. Al vantaggio iniziale di Galesio, infatti, rispose Gambino, prima del nuovo vantaggio della società di Lo Re con Fragapane. Nella ripresa, gli uomini di Furnari andarono sul 3-1 con Cardia, prima della rete finale di Rabbeni che riuscì solamente a mitigare il passivo per l’Acr.
Ma la storia tra le due compagini peloritane si compone anche di una sfida di Coppa Italia, giocata nell’estate scorsa: una rete di Petrilli, da poco arrivato alla corte di Sciotto, decise la sfida del Franco Scoglio davanti ad uno sparuto pubblico. Domenica pomeriggio, pertanto, i tifosi messinesi saranno costretti ad assistere ad un'altra strana sfida, nella speranza di ritrovare, al più presto, quella normalità che sembra aver abbandonato da tempo queste terre.
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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