Parole come “ricostruzione” o “rifondazione”, i messinesi le imparano ancora in fasce. Fanno parte del nostro dna e compongono il corredo cromosomico di una città che la natura ha sempre messo a dura prova. Stiamo parlando di calcio, è vero, ma la nostra bella terra ha sempre fatto i conti con tragedie che l’hanno costretta a vivere diversi “anni zero”, in qualsiasi ambito. Un messinese, secondo voi, potrebbe mai aver paura di un’era calcistica da ricostruire? Difetti ne abbiamo tanti, lo sappiamo, ma di certo non abbiamo timore di ripartire, ancora una volta. La delusione scotta ancora come un ferro arroventato sulla pelle, è naturale, ma il miles peloritano sa trarre il giusto entusiasmo da ogni nuovo corso.

Il Messina, nella sua lunga storia, ha subito dieci retrocessioni sul campo. Un numero molto basso, considerate le numerose stagioni che hanno visto una squadra della città prendere parte a campionati nazionali. Quello che più c’interessa, in questa sede, sono le ripartenze. A prima vista, un dato appare chiaro: il Messina non è una squadra abituata alla risalita immediata, ma assomiglia più ad un affidabilissimo diesel. La carburazione è certa, e quando inizia difficilmente si arresta, ma lo scatto dell’auto sportiva non sembra essere una peculiarità delle compagini biancoscudate.

Il primo declassamento peloritano arrivò al termine della stagione di Prima divisione 1925/26. Dopo un’ottima prima parte di campionato, l’Unione sportiva Messinese si classificò ultima nelle semifinali di Lega, retrocedendo in Seconda divisione. Nella stagione successiva vinse il girone ma perse poi gli spareggi per la promozione, centrando l’ammissione in Prima divisione solo due anni più tardi. Nella serie B 1937-38, invece, arriva il secondo dolore biancoscudato. Il diciassettesimo posto finale condanna l’Associazione Calcio Messina ad una mesta retrocessione. I rimpasti societari e la seconda guerra mondiale permetteranno la riconquista della cadetteria solamente dodici anni più tardi, ad opera della neonata Associazione Calcio Riunite, dopo una retrocessione cancellata da un ripescaggio nella stagione 1947/48.

Nella stagione 1964/65, invece, giunse uno tra i declassamenti più dolorosi della storia. Dopo un emozionante biennio in massima serie, il Messina ripiomba in serie B, dando vita ad uno dei periodi più neri della storia peloritana. Nonostante i propositi di risalita, i giallorossi finirono settimi e, dopo altri due campionati passati a vivacchiare in cadetteria, retrocessero in serie C, nella stagione 1967/68. Cinque anni di mediocre militanza in terza serie porteranno l’Acr alla prima, umiliante, retrocessione in serie D, giunta al termine dell'annata 1972/73. Nella stagione successiva annotiamo l’unico caso di pronta risalita: i giallorossi dominarono il girone I appropriandosi nuovamente della terza serie nazionale.

Due anni più tardi, però, nella stagione 1976-77, l’Acr ripiombò in serie D, dove conquisterà un anonimo sesto posto. Il rimodulamento dei campionati, con la nascita della serie C/2, però, consentì  al Messina di tornare immediatamente nei professionisti, per dare vita ad una nuova scalata che la porterà alle soglie della serie A insieme al professore Franco Scoglio ed alla sua masnada di bastardi. Dopo sei stagioni consecutive passate in serie B, il lento ma inesorabile ritiro della famiglia Massimino inflisse al’Acr una retrocessione sul campo nella stagione 1991/92 ed un fallimento, giunto dopo il dodicesimo posto in serie C/1 dell’anno successivo.

Il resto è storia nota. Il nuovo Football Club Messina di Aliotta, fermatosi ad un soffio dalla qualificazione Uefa nel campionato di serie A 2004/05, retrocede due stagioni dopo in serie B (dopo una riammissione decretata dai fatti di Calciopoli che non può essere considerato alla stessa stregua di un ripescaggio). La famiglia Franza, proprietaria della squadra, decide di estrometterla dal calcio che conta dopo una tranquilla salvezza in serie B, conquistata dall’attuale allenatore giallorosso Nello Di Costanzo, iscrivendola in serie D.

Dopo l’effimera e beffarda parentesi targata Lo Monaco, l’Acr Messina subisce una delle retrocessioni più umilianti della sua storia, la decima in totale. Il futuro appare fosco e nebuloso, soprattutto per la scarsa attitudine giallorossa all’immediata riconquista dei palcoscenici che competono alla città. Nel 1973/74, però, i giallorossi riuscirono a riconquistare immediatamente la serie C, dopo un inaspettato declassamento in quarta serie. Aggrapparsi a quell’unico precedente ed alla consueta riluttanza del messinese alla mediocrità per superare il limite dell’impossibile.

Sezione: Amarcord / Data: Sab 06 giugno 2015 alle 11:00
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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