La città di Messina, più volte in preda a notevoli crisi identitarie, ha spesso aggravato le ferite inferte dalla natura e dagli eventi storici con strani movimenti votati all’autocastrazione. Nel dna del messinese, infatti, sono inscritti particolari e mutevoli geni che spingono l’homo peloritanus verso il disfattismo più nero e la lagnanza scevra di stimolo.

Nonostante queste strane caratteristiche, che hanno spesso mortificato l’identità messinese, la cittadinanza dello Stretto ha sempre avuto un fortissimo legame con il calcio, a prescindere dagli anni di “presenza” in città. L’ars pedatoria, sulle sponde dello Stretto, è affar serio, capace di contagiare anche lo straniero che, per i motivi più svariati, decide di trasferirsi a Messina. E’ stato così, difatti, anche negli anni successivi al terremoto del 1908, quando persone dalle più composite provenienze si stanziarono in città per rimanerci.

All’epoca il calcio era ancora un divertimento “fanciullesco” ma, per molti “forestieri” fu semplicissimo riannodarsi alla giovane tradizione che, solo qualche anno prima, aveva fatto nascere l’inglesissimo Football Club Messina nella città di Antonello. E, nonostante la tristissima situazione attuale del calcio messinese, l’abitante di questa meravigliosa e martoriata città continua a sperare in una rinascita repentina e luminosa, come già accaduto nella storia del calcio biancoscudato.

Come già accennato in precedenza, ovviamente, sin dai primi anni dello scorso secolo U Missina fu una creatura coccolata e privilegiata dai suoi “seguaci” (tifosi sarebbe una parola grossa per l’epoca) ma, nonostante l’enorme amore verso la squadra cittadina, molti furono i sodalizi che praticavano il giuoco del football in città. Tra questi, però, alcuni sono riusciti a lasciare una traccia indelebile nella storia peloritana, sia per il numero di anni di attività, sia per i risultati conseguiti. In questa sede, pertanto, daremo voce, senza nessuna pretesa enciclopedica, alle squadre cittadine che hanno recato lustro a Messina, senza diventare mai la prima squadra del centro giallorosso.

Sicuramente, tra queste, ricopre grande importanza l’U.S. Giostra, capace di sfiorare la promozione in serie B nella stagione 1946-47, prima di scegliere la strada della fusione con il Messina, per dar vita alla storica ACR. Ai puri, però, il nostro giornale ha già dedicato una trilogia, alla quale vi rimandiamo con il seguente link, dove troverete la prima puntata (La favola del Giostra). Ma, oltre alla squadra del rione nord, altre due compagini peloritane sfiorarono il raggiungimento della cadetteria: l’Associazione Calcio Gazzi e l’Unione Sportiva Arsenale. Inoltre, grande importanza storica, per il nome e per l’inesauribile vivaio, ricoprì l’Unione Sportiva Peloro, rifondata poi in tempi recenti dal Cav. Crupi.

Il popoloso quartiere di Gazzi, che ospita il Giovanni Celeste, tempio indiscusso del calcio messinese, ha sempre avuto un fortissimo feeling con il calcio, sin dai tempi della propria edificazione. Nel 1928, infatti, mosse i primi passi l’Unione Sportiva Gazzi, fondata da Corrado Finozzi, il quale scelse il rosso ed il verde come colori per vestire i propri calciatori. Dopo un solo anno di attività, però, Finozzi decise di accettare la richiesta di fusione giunta dalla prima squadra cittadina, l’Unione Sportiva Messinese, che mirava ad una formazione societaria più solida. Gazzi, però, non rimase senza identità, in quanto vide la nascita di un nuovo sodalizio, la Società Sportiva Littorio Gazzi. Ma è il 1945 l’anno dell’orgoglio rionale: il cavaliere Uberto Bonino, che di lì a qualche anno fonderà la Gazzetta del Sud, riuscì a compattare una serie di piccoli imprenditori del quartiere, rifondando l’Associazione Calcio Gazzi ed iscrivendola al campionato di serie C 1945-46.

Gli appassionati peloritani, dopo la scelta di adottare il giallorosso sulla divisa ufficiale, credettero che il Gazzi avrebbe potuto diventare la prima compagine cittadina e, nonostante la presenza del Messina nello stesso girone, cominciarono a seguire in massa la squadra che schierava quasi esclusivamente giovani della città, pur non abbandonando, naturalmente, l’Associazione Sportiva Messina.

I Cardelli, soprannome dei calciatori del Gazzi, sfoderarono un campionato stellare, battagliando con compagini più attrezzate come Cosenza, Catanzaro, Reggina, Leoni Palermo, Catanese Elefante e lo stesso Messina. Dopo la vittoria contro la prima squadra cittadina, però, il Gazzi perse l’ultima gara interna con la Leoni Palermo, già promossa in serie B, non riuscendo a conquistare l’ultimo punto che serviva per il raggiungimento della cadetteria. I dirigenti del Gazzi, dopo la cocente delusione, capirono che l’unione con il Messina poteva essere l’unica strada per la costituzione di una società forte, che avrebbe potuto gettare le basi per una lunga stagione di benessere calcistico. Nel 1946, infatti, molti dirigenti del Gazzi rimpolparono la struttura societaria dell’As Messina, richiedendo, però, il cambio di denominazione in Associazione Calcio, per mantenere l’identità che, l’anno prima, aveva fatto sognare l’intera città. Molti “ex cardelli”, tra l’altro, trovarono sistemazione tra Messina e Giostra: esempio lampante della “migrazione” è Sudati, colonna del Gazzi che divenne allenatore-giocatore del miracolo dei puri.

Continua il 25/04/18

Sezione: Amarcord / Data: Dom 01 aprile 2018 alle 11:00
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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