Se pensi al Messina degli anni 2000, il primo nome legato indissolubilmente all’incredibile cavalcata di quella squadra è Sasà Sullo. Arrivato dal Pescara in punta di piedi, ci mette poco a farsi conoscere ed apprezzare dall’intero ambiente. Professionalità e attitudine al sacrificio collegati ad un’intelligenza calcistica superiore alla media hanno fatto di lui uno di quei giocatori a cui nessun allenatore voleva rinunciare. Non è un caso che sia stato il collante tra i vari gruppi che hanno traghettato il Messina dalla serie C1 alla serie A.

Sono tanti i gol che hanno contraddistinto la sua esperienza giallorossa, ma siamo sicuri che il gol per eccellenza che tutti ricordano risale al 17 giugno 2001. Messina-Catania, finale play off per la promozione in serie B, “Celeste” gremito in ogni ordine di posti. Al settimo minuto del secondo tempo il signor Palanca fischia un rigore per i giallorossi per l’atterramento in area di Denis Godeas; dal dischetto si presenta Sasà Sullo che non sbaglia e fa esplodere lo stadio. Il Messina dell’allora presidente Aliotta torna in serie B dopo anni passati nei bassi fondi del calcio italiano e lo fa grazie a colui il quale negli anni successivi viene insignito del titolo di “professore”.

Professore perché riusciva ad essere incredibilmente semplice ed efficace allo stesso tempo, nelle sue giocate non c’era spazio per il superfluo, arrivavano sempre coi tempi giusti, sia che giocasse centrale di centrocampo sia che giocasse come fantasista decentrato. Nei suoi anni giallorossi è sempre stato un vincente, anche quando il fato ad un certo punto voleva giocargli un brutto scherzo. Nel punto più alto della sua carriera, con il Messina in serie A e Sasà padrone della fascia sinistra, quella che lui riteneva essere una semplice cisti, si è rivelata poi un tumore al sistema linfatico che lo ha messo in pericolo di vita. Dopo 8 mesi di cure con l’intera città al suo fianco, il “41” è uscito vincitore anche da questa battaglia ed è tornato in campo avvolto dall’affetto di tutto il mondo pallonaro. La sua esperienza giallorossa finisce nel gennaio del 2007, ma il suo legame indissolubile con la città viene consacrato con la cittadinanza onoraria ed il ritiro della maglia numero “41”.

Ormai agli sgoccioli della carriera, Sullo trova comunque il tempo per riportare l’Avellino in serie B e conclude il suo iter sul campo da gioco nel 2009 alla Turris. Appese le scarpette al chiodo l’intenzione non è certo quella di cambiare ambiente. Frequenta il corso di Coverciano per conseguire il cartellino da allenatore e diventa l’allievo di Giampiero Ventura che ancora oggi segue come secondo sulla panchina del Torino. Non si sa il futuro cosa gli riservi, ma essendo sempre stato un allenatore in campo e vedendo il suo mentore, non si ha difficoltà a credere che riuscirà ad essere un vincente anche da bordo campo.

Sezione: Amarcord / Data: Ven 23 ottobre 2015 alle 13:50
Autore: Salvatore Ionata / Twitter: @salvoionata
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