Ci sono sponsor, nel mondo del calcio, che si legano indissolubilmente a una squadra e, anche quando il rapporto si esaurisce, rimangono cementati nell’immaginario dei tifosi. Da quando, negli ormai lontani anni ’80, le società calcistiche hanno scelto di offrire la zona centrale delle loro maglie alle aziende, in molti hanno deciso di pagare somme elevate pur di esporre il loro logo in stadi e televisioni. Chiunque di noi, inguaribili romantici del pallone, ricorderà che gli sponsor, nella stagione 1985-86, si insinuarono silenti nella parte bassa dei ricercatissimi “scudetti” delle figurine Panini. Ed ecco che, perfino negli album, ci siamo trovati con binomi inossidabili, come quelli tra Roma e Barilla, Inter e Misura, Juventus e Ariston, Napoli e Buitoni, e così via… Insomma, fare da sponsor a una squadra di calcio era (ed è) un affare maledettamente serio, soprattutto se un imprenditore cerca di primeggiare nel proprio ambito.

Anche la mitica biancoscudata, proprio negli anni in questione, ha avuto il proprio sponsor principe che, innegabilmente, si è mostrato foriero di successi per gli uomini in giallorosso. Stiamo parlando, naturalmente, di Porte Imic, sulla maglia del Messina, con brevi interruzioni, per quasi un decennio. La collaborazione, tra la ditta di Torrenova e i peloritani, cominciò nella stagione 1982-83, quando gli uomini allenati da mister Ballarò conquistarono la promozione in terza serie, con una lunghezza di vantaggio sull’Akragas. La Porte Imic, però, giunse sulle maglie del Messina a stagione in corso, soppiantando EurAss anche se, ad onor del vero, aveva già sposato il progetto giallorosso a inizio stagione, occupando la cartellonistica del Celeste.

La collaborazione si ripetè l’anno seguente, quando i giallorossi, da matricole, conquistarono una lusinghiera salvezza in serie C/1. Nel 1984/85, però, l’arrivo del presidente Massimino portò alla rimodulazione di molti contratti, tra i quali quello con Porte Imic. Sulle maglie del Messina, in quell’annata, si leggerà il marchio della Italvest, mentre la ditta della provincia rimarrà visibile sulla cartellonistica dello stadio oltre che su tute e borsoni. La situazione rimarrà immutata anche nella stagione successiva, nella quale il Messina, trascinato dalle undici reti di Totò Schillaci, tornerà tra i cadetti con un meraviglioso primo posto.

Per il grande debutto, nella B 1986/87, dei giallorossi, nel frattempo conosciuti da tutti come “i bastardi” di Franco Scoglio, la Porte Imic si ripropose in pompa magna, tornando a campeggiare solitaria sulle divise giallorosse, realizzate, in quella stagione, nientemeno che dall’Adidas. Lo splendido campionato dei peloritani, che mancarono la serie A di soli tre punti, celebrò quel binomio fantastico tra la ditta di Terranova e lo sponsor tecnico tedesco, che rimangono indelebili nelle foto ingiallite di Schillaci, Bellopede, Orati, Catalano, Venditelli e Romolo Rossi. In quello stesso campionato, il Messina si prese il lusso di battere blasonate come Cagliari, Genoa, Bologna e, per due volte, la Lazio (0-1 all’Olimpico e 2-0 al Celeste). Dopo un anno di pausa, in cui la Porte Imic ha ceduto lo spazio a Bellamacina Cover, l’azienda della provincia occuperà le divise giallorosse per quattro stagioni consecutive, prima del fallimento dell’Acr Messina dell’estate del 1993.

Ieri, la scomparsa di Natale Ceraolo, titolare dell’azienda fondata dal 1956, avrà fatto sgranare gli occhi a molti tifosi che, immediatamente, hanno richiamato alla mente il marchio della Imic, circondato e coccolato dai colori peloritani. Un uomo di sport che, orgogliosamente, mostrava nel suo ufficio le foto con Totò Schillaci, in un Celeste gremito in ogni ordine di posto.

Sezione: Amarcord / Data: Mer 08 aprile 2020 alle 11:00
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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