La seconda parte del racconto, da un punto di vista personalissimo, che però coinvolge molti di coloro i quali leggeranno queste parole, riguarda la storia del Derby dello Stretto nel 21° Secolo, in cui il calcio perde, con il passare degli anni, le sue caratteristiche di grande festa popolare, partecipata in prima persona, per diventare un fenomeno quasi esclusivamente mediatico, anzi, televisivo, nutrito da personaggi che sembrano sempre di più divi del piccolo schermo o eroi telematici, piuttosto che atleti o esempi di comportamento o modelli per i giovani, in senso positivo o negativo, come accaduto almeno fino all’inizio degli anni Novanta.

Anche le sfide tra Messina e Reggina cambiano, perché il contesto è profondamente diverso, con le pay tv che diventano, di fatto, le padrone del giocattolo e, forse, l’ultimo derby “pane e salame” è quello che si gioca il 14 aprile del 2002, pur in presenza della diretta a pagamento sulla piattaforma (Tele+ o Stream ha poca importanza). Quella partita rappresentava, per il tifoso messinese, il coronamento di una rinascita che aveva del miracoloso, considerando che, poco meno di tre anni prima, i giallorossi erano reduci dall’amarissima sconfitta di Lecce ai playoff con il Benevento, mentre gli amaranto festeggiavano la loro prima, storica, promozione in Serie A.  A Giugno 2001, invece, l’animo delle due tifoserie era opposto: “noi” battevamo il Catania e tornavamo in B, “loro”, una settimana dopo, subivano, da Michele Cossato, il gol che li condannava alla retrocessione tra i cadetti, salvando l’Hellas Verona, malgrado la sconfitta dei veneti per 2-1 nel ritorno dello spareggio salvezza. La settimana che precedette quella partita fu contrassegnata da preparativi per le coreografie, riunioni per gli striscioni (mitico quel “Vi invidiamo solo il panorama” srotolato dalla Sud ed entrato nella mitologia degli sfottò nel nostro calcio, ma anche “Affogati nel mare della nostra passione” esposto in Gradinata sotto un bandierone che riproduceva una antica nave da guerra), il reperimento dei biglietti, le telefonate per caricarsi a vicenda, l’attenzione quasi mistica con cui si ascoltavano le interviste durante la settimana, cercando di carpire qualche segreto o lo stato d’animo dei protagonisti. E poi, finalmente, la partita, contro una squadra costruita per vincere quel campionato e che, infatti, tornò in A subito. LA Partita. Perché, malgrado gli amaranto in campo fossero nettamente superiori sul piano tecnico, si trovarono di fronte una squadra di undici lottatori, in cui la stella di Buonocore non riusciva a brillare per qualche problema fisico, e, quindi, Arrigoni, fece entrare, all’inizio del secondo tempo, Iannuzzi. Di quella partita, resterà per sempre scolpita nella mente dei tifosi, l’azione del gol decisivo al minuto 57. Portanova sradica un pallone dai piedi di un avversari sulla propria tre quarti campo, lo trasporta, come se fosse un caterpillar, dalla parte opposta e, giunto in prossimità dell’area avversaria, serve Iannuzzi, che, si gira e, sulla pressione dei centrali avversari, di esterno, pennella un assist per il piedone di Denis Godeas. L’ariete di Medea controlla e spara un destro incrociato che muore nell’angolino opposto della porta difesa, guarda un po’, da Belardi. Gli attimi successivi, per chi vi scrive, presente in Gradinata insieme ad un gruppo di amici, possono essere definiti come un susseguirsi di stati, fatte le debite proporzioni, simili all’approssimarsi del Nirvana. La gioia per il gol si sovrapponeva alla rivalsa di tifoso riemerso da anni di umiliazioni, che ritrovava i rivali di sempre e li metteva sotto di nuovo, con la soddisfazione acuita dalla loro forza in campo. Insomma, una sensazione che solo chi ama la biancoscudata può provare, ed anche più volte nella sua vita, considerando la ricorrenza delle cadute e delle rinascite del nostro Messina.

La rievocazione potrebbe anche concludersi qui, perché i tre derby al San Filippo di Serie A, susseguitisi dal 2004 al 2006, sono stati vissuti con più distacco, in tribuna stampa, anche per lavoro. Certo, in quel periodo era anche bello telefonare a Daniele, parente acquisito e amico reggino con cui si condividevano momenti di vita molto più importanti, o a Doddi, tifoso amaranto doc, conosciuto sul web e vicino in iniziative di spessore sociale, ma lo spirito era diverso, forse più maturo rispetto ai tempi dell’Università. Di quelle partite restano impressi tutti i gol del Messina (Zampagna, Di Napoli, ancora Di Napoli, la doppietta di Riganò) e della Reggina (Bonazzoli e Cozza), ma soprattutto le esultanze. La rabbia di Zampagna dopo la punizione dell’1-1 nel 2004, il tifoso della Tribuna B che rischiò l’osso del collo per abbracciare Di Napoli dopo il 2-1 e Yanagisawa improvvisamente “partenopeo” a fare il gesto dell’ombrello all’interprete di Nakamura in panchina in un momento di follia molto poco nipponico. Le mani sulle orecchie di Cozza dopo il pareggio nel 2005, che Riganò replicò l’anno successivo per una doppietta illusoria delle reali capacità di quel Messina, destinato poi, per la seconda volta consecutiva, a subire, sempre a Reggio, la retrocessione sul campo in B.

E, infine, l’amarezza per la sciagurata scelta della società di non iscrivere il Messina in B a giugno 2008, acuita dalla constatazione che, la stagione 2008-2009, avevamo, tutti, conquistato il diritto di giocarlo di nuovo, il derby, in serie B, visto che “loro”, intanto, avevano chiuso il periodo d’oro di permanenza in A.

Domenica, quindi, torna a Messina il Derby dello Stretto. Non sarà una partita per la promozione in B, ma uno scontro tra due squadre che lottano per mantenere la categoria, tra due città con un presente triste, anche per motivi molto più importanti del pallone. Il futuro calcistico di Messina e Reggina non sembra particolarmente roseo, ma alle 14 di domenica, comunque, sarebbe bello essere in tanti al San Filippo, indipendentemente dalle carenze di budget, dai mancati colpi di mercato, dalle prospettive, dalle difficoltà, dalla poca comodità, dalle condizioni meteo. Se potete, e vi è rimasta in mente almeno una delle sensazioni provate in passato, chiamate un amico, ditelo a vostro figlio, organizzatevi e prendete il biglietto. Fate presto, però, il derby si avvicina….

Sezione: Amarcord / Data: Sab 24 gennaio 2015 alle 09:48
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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