Come riporato dalla nostra testata il 23 giugno, nella prossima stagione calcistica, Messina riabbraccerà lo storico U.S. Provinciale (oggi Usd), leggendaria formazione che, nel periodo centrale degli anni ’70, visse un periodo aureo ancora impresso nelle menti dei tifosi peloritani. La compagine messinese, infatti, tornerà a calcare i campi da gioco grazie all’iniziativa di Lillo Summa e della dirigenza dell’Atletico Aldisio, protagonista di due campionati consecutivi di Terza categoria. La società della zona sud, già nel mese di giugno, ha provveduto al cambio di denominazione, è stata ripescata in Seconda categoria e tra una settimana esordirà in campionato.
La storia recente, pertanto, si appoggia su alcuni personaggi che non hanno dimenticato la passione che animò quella squadra, prodotto del tessuto sociale di uno dei più popolosi rioni della nostra città. Ma, in realtà, quali furono i risultati del Provinciale di quegli anni? In occasione del rilancio dello storico marchio peloritano, dunque, crediamo sia importante fare un po’ di luce sugli anni d’oro della società messinese, che arrivò a sfiorare il derby con la sorella maggiore, l’Acr Messina di Angelo Presti.
Nella stagione 1974/75, il Provinciale si presentò ai nastri di partenza della I categoria con una formazione inesperta ma vogliosa di far bene, stimolata da un presidente capace e appassionato, Nino Napoli. Nonostante la concorrenza di compagini attrezzate per il salto di categoria, Spadaforese e Giarre su tutte, il Provinciale riuscì ad impadronirsi della testa della classifica alla terza giornata di ritorno, conquistando il salto di categoria con quattro lunghezze di vantaggio sulla seconda. Il Giovanni Celeste, per una volta vestito di rossonero (i colori sociali del vecchio Provinciale), si strinse intorno alla squadra allenata da mister Salerno, orgoglioso del suo gruppo e del bomber Arigò, capace di mettere a segno ben 19 centri in stagione. Trionfali, inoltre, le dichiarazioni finali del presidente Napoli che, ai microfoni della Gazzetta del Sud, dichiarò di voler puntare immediatamente alla serie D. All’epoca, infatti, non esisteva l’Eccellenza e, dalla Promozione, categoria nella quale il Provinciale era appena approdato, ci si poteva guadagnare l’ammissione in quarta serie.
Nei fatti, le dichiarazioni del presidente, non furono così campate in aria e, con un po’ di fortuna, il Provinciale avrebbe potuto realizzare un piccolo miracolo. A causa di alcune particolari congiunture, che spesso nel calcio fanno la differenza, la squadra del rione peloritano non riuscì mai a guadagnare la tanto agognata serie D. Nella stagione d’esordio, infatti, i rossoneri si fermarono al terzo posto, piazzandosi dietro Scicli e Milazzo. Nel campionato successivo, la Promozione 1976/77, il Provinciale sfoderò un altro campionato maiuscolo, che fece seriamente pensare che i tempi fossero ormai maturi per un derby tra il Messina e la compagine rossonera. La prima squadra della città, infatti, languiva nelle melme della bassa classifica di serie C e, in molti, consideravano impossibile il raggiungimento della salvezza. Due piani più giù, invece, l’altra società peloritana battagliava con il Pozzallo e con il Milazzo che, alla fine del campionato, la spunterà sulle avversarie. Il Messina, come si era già paventato a metà stagione, retrocesse in serie D mentre il Provinciale, purtroppo, raccolse solamente la seconda medaglia di bronzo in due anni.
Nel 1977/78, con un movimento calcistico depresso, fu proprio il Provinciale ad animare la scena “pallonara” della città, che cominciò a seguire con grande simpatia la squadra del presidente Napoli. Nei fatti, il campionato di quell’anno, fu il punto più alto raggiunto dai rossoneri di Messina: la squadra rionale, infatti, mancò il salto di categoria per un solo punto, guadagnato dal Paternò a pochi turni dal termine. Con questa enorme amarezza, purtroppo, la favola del Provinciale cominciò a volgere verso un declino lontano dal lieto fine agognato. Nel 1978/79, con il campionato di promozione declassato a sesta serie, in virtù della nascita della C2, il Provinciale si dovette accontentare di un banale nono posto, senza sussulti né speranze di vittoria del campionato. Nella stagione successiva, dopo una querelle con l’amministrazione comunale per l’utilizzo del Celeste, la squadra si spostò al Marullo, rimediando una triste retrocessione in prima categoria. Nel 1980/81, infine, i rossoneri si classificarono ultimi anche al piano di sotto, rimediando la seconda retrocessione consecutiva.
Quello fu l’ultimo atto di una società che, come la storia calcistica messinese insegna, si era saputa ritagliare uno spazio in una città innamorata della sua prima squadra. Nonostante questo, le terre peloritane hanno dato vita a favole totalmente slegate dalla prima realtà cittadina: Giostra, Peloro, Gazzi ed Arsenale sono solo alcuni esempi che, insieme al Provinciale, hanno regalato emozioni a chi ha avuto la passione per seguirle.
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @menelpallone
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