Un gruppo di quattro amici, con la comune passione per il calcio, si riunisce tutte le settimane per seguire le partite del Messina, dalla stagione 2004/05, con qualsiasi mezzo possibile. Detto così nulla di strano, anzi, si tratta di un’abitudine ben radicata tra tanti tifosi della nostra città. Di insolito, però, c’è che gli amici in questione si chiamano Tarik, Adnan, Nedim e Belman e vivono nella cittadina bosniaca di Jelah, sulle rive del fiume Usora. Tarik, 28 anni, è anche amministratore della pagina facebook “Acr Messina – Messinesi dalla Balcan”, da pochi giorni online. Le squadre più blasonate della nostra nazione, ovviamente, sono abituate a veder sorgere gruppi di tifosi al di fuori dei confini italiani ma, a quanto pare, anche il Messina potrà vantarsi di avere qualche distaccamento della propria tifoseria al di fuori della propria terra. Uno schiaffo a chi vive sullo Stretto e pensa solo a tifare le squadre del Settentrione.

Tarik, che parla poco l’italiano ma molto meglio l’inglese, ci ha raccontato com’è nata la viscerale passione del suo gruppo per il Messina e, udite udite, per la nostra città: “Il nostro tifo nasce nel 2004, quando il Messina venne promosso in serie A. All’epoca, come oggi del resto, ci riunivamo tutti a casa mia per guardare le partite del massimo campionato italiano e, dopo la prima partita della squadra biancoscudata, andammo a cercare informazioni sul team e sulla città”. E, come per magia, fu amore a prima vista: “Appena osservate le prime foto della vostra terra, ci siamo innamorati subito, decidendo di tifare per la squadra. Ricordo anche i video della vostra curva recuperati su internet…uno spettacolo meraviglioso!”

Tarik, che insieme a Nedim ed Adnan lavora in una fabbrica poco fuori Jelah, parla del Messina come se fosse parte della sua vita, mostrando un legame molto più forte di alcuni messinesi che hanno preferito abbandonare i colori dopo la discesa tra i dilettanti: “Abbiamo sempre seguito il Messina, sia in A che in serie D! Fino ad ora, solo Messina”. Anzi, crediamo sia giusto, per un sentimento così forte, usare le sue precise parole, senza traduzione: “From 2004 till now, just Messina”. E poi, come un fiume in piena, sgorgano sentimenti unici: "La città, il San Filippo, la tifoseria…non riesco bene a spiegare questa sensazione. Forse, chi ci vive può capirlo meglio di me, conosce il sentimento che vorrei esprimere”. Ogni settimana commentano sulla loro pagina, in bosniaco, le partite dell'Acr, fino all'ultima con il Matera: "Vrlo važan bod na gostovanju naša ekipa uzela je u Materi za vikend! Naša ekipa je dominirala tokom cijele utakmice, poveli smo golom Gustava u 31' minuti ko je je i zimsko pojačanje Messine. Gol smo primili iz kontra napada u 52 minuti. Ovim bodom naša Messina je ostala sa šansama za play off za Seriu B!".

E’ bellissimo ascoltare le parole di Tarik su Messina ed è impossibile non gonfiare il petto d’orgoglio, pensando di appartenere al luogo che lui descrive con tanto ardore. Tarik, per fortuna, non conosce le mille contraddizioni che attanagliano un territorio vittima delle problematiche più svariate, colpi inferti da una popolazione che non l’ha mai amata per come avrebbe meritato. E’ adesso che un pensiero travalica dalle nostre menti, generando la stessa sensazione di un pugno ben assestato nello stomaco. 

Tarik continua a parlarci della storia del “suo” Messina, di quanto ammira Carmine Coppola, “il capitano che giocava per l’onore” e delle vittorie storiche della squadra peloritana: “Come dimenticare la vittoria contro l’Inter per 2-1? Oppure la storica partita vinta a San Siro contro il Milan? Io non posso descrivere la nostra felicità, il nostro sorriso, le nostre celebrazioni! Sono gioie da vivere e basta. Purtroppo non abbiamo bandiere o maglie del Messina, ma proveremo ad acquistarle nei prossimi mesi”. Magari la società, conosciuta questa storia, potrebbe agire direttamente ed avviare dei contatti per "premiare" questi tifosi per scelta. 

La parte finale di questa esaltante chiacchierata si concentra sul “piccolo” del gruppo, Belmin Ayrulai, un ragazzo di soli 18 anni, che ha iniziato a seguire il Messina quando ne aveva 6 e che, neanche a dirlo, sogna di indossare la maglia biancoscudata: “Belmin gioca a calcio da sempre, ed è bravo. L’anno scorso ha firmato un contratto con il Treviso, dove è rimasto per una stagione. Voleva visitare Messina ma, purtroppo, non è riuscito a trovare un po’ di tempo libero tra le partite, gli allenamenti ed i viaggi verso casa. Adesso va alle superiori e gioca per la squadra di calcio della nostra città, non tra le più importanti della Bosnia. Noi abbiamo un sogno…vederlo con la maglia giallorossa addosso, al San Filippo. Sarebbe qualcosa di incredibile!”.

Prima di salutarci, Tarik ci dice ancora qualcosa sul suo gruppo di peloritani d’adozione: “Abbiamo aperto la pagina facebook per far capire il nostro tifo alle altre persone che abitano la penisola balcanica, spiegargli cosa vuol dire essere sostenitori biancoscudati. Forza Messina, sempre!”. Un amore pulito, viscerale e passionale, che ha attraversato chilometri, valicando perfino l’Adriatico e folgorando quattro ragazzi di un piccolo paese bosniaco che, incredibilmente, sognano di vedere il loro amico più giovane calcare il manto del San Filippo. Con loro in curva, ad applaudirlo, in mezzo ai club giallorossi.

Sezione: Dimensione curva / Data: Gio 25 febbraio 2016 alle 00:19
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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