Come successo contro il Foggia, per raccontare Messina-Melfi vista dalla curva si deve partire dai titoli di coda, da quelle battute finali in cui l'entusiasmo per il terzo successo consecutivo e una salvezza praticamente archiviata vengono messi leggermente in secondo piano da un altro evento. Ricapitoliamo: Tavares segna sotto la curva quando mancano nove minuti al termine. Esultanza, gioia, fischio dell'arbitro e tutti (metaforicamente) a casa. Sì, perché la testa va altrove. Secondo Google Maps la mente di ogni sportivo messinese presente al San Filippo sabato 19 Marzo alle ore 16 ha fatto esattamente 81.82 chilometri: una roba pazzesca al solo pensiero.

"Noi odiamo tutta Catania": il presidente capirà la mancanza d'amore verso i rivali etnei, verso cui la Curva si esprime con espressioni poco evangeliche e molto pragmatiche — pur sempre da interpretare, perché neanche il più tifoso di tutti vorrebbe fisicamente sodomizzare un cucciolo d'elefante. Si scherza, perché c'è euforia: il Messina torna amato come nei primi mesi del Di Napoli I, quando in pochi avrebbero dato chance salvezza a una squadra che, invece, a sette dal termine ha raggiunto la quota salvezza.

L'obiettivo 40 punti, come detto, arriva contro il Melfi: una squadra che oppone una resistenza mediocre all'undici biancoscudato, che supera grazie a una bella prestazione del suo dodicesimo uomo le difficoltà dettate anche dal rischio appagamento, dopo la splendida vittoria contro il Foggia. L'orario, poi, non aiuta: fissare una partita alle 14 con la primavera alle porte non è esattamente l'idea migliore che si possa avere; se in Lega qualcuno frequentasse di più gli stadi capirebbe che spesso le problematiche che allontanano i tifosi dagli impianti sportivi non sono quelle che credono ai cosiddetti piani alti. Cambia poco, però, a questa curva: si parte di gran lena e si prosegue in un crescendo culminato con un grande secondo tempo, in cui il Messina attacca meglio e il tifo si alza ogni volta di più. La palla arriva a Ionut a centrocampo, qualcuno urla di tirare e scatta una risata automatica.

Poi un signore, giunto al campo con il figlio di circa 4-5 anni, si mette accanto al "gruppo dello scalino" formato da chi scrive e un'altra manciata di amici. "Da qui vedi meglio", gli dice in un attimo che racchiude al meglio il trend settimanale #Dipadreinfiglio, spinto dall'Acr nei suoi canali social in occasione della festa del papà. Qualcuno, là in alto, deve aver apprezzato: il tempo per il giovanotto di sistemarsi per bene e la sfera arriva a Tavares, che calcia una parabola imprendibile. Il Messina va in vantaggio e il bambino riceve uno dei regali più belli che si possano avere, prima dei cori finali che, un giorno, imparerà meglio ad apprezzare.

Il sacro e il profano che si mescolano come la gioia per la vittoria e l'apprensione in curva per Zanini e Bramati; la voglia di portare a casa la salvezza contro il Melfi e il desiderio, il grande desiderio, di fare un colpo gobbo giovedì pomeriggio. I tifosi messinesi, come quelli avversari all'andata, dovranno limitarsi a godere dello spettacolo del derby solo dalla tv ed è un vero peccato, perché quegli 81.82 chilometri in linea d'aria che separano il San Filippo dal Massimino in molti li avevano già fatti senza alcun problema.

Sì, viaggiare...

Sezione: Dimensione curva / Data: Lun 21 marzo 2016 alle 08:59
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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