Nello spettacolare pomeriggio di sole del San Filippo, un Messina già salvo vive un'emozione praticamente nuova per quest'anno tra le mura amiche: nell'incontro che vede i biancoscudati opposti al Catanzaro, infatti, ci sono anche i tifosi avversari. Quasi una primizia, fatta eccezione per qualche eroica trasferta in gruppi di venti di qualche compagine ospitata negli scorsi mesi. Il match di per sé conta poco per Fornito e compagni: quota 40 è stata raggiunta, i punti in palio pesano più per i calabresi, obbligati a non perdere per allungare sulla zona playout.

Entrano i tifosi ospiti nel loro settore. Fischi. Entrano le squadre in campo. Coro, tutti abbracciati. Gesti quasi meccanici se visti dall'esterno, ma che rappresentano il sale del calcio. I continui sfottò ai supporter calabresi la fanno da padrona, anche ricordando la gara d'andata che praticamente senza motivo si disputò a porte chiuse; le motivazioni si moltiplicano visto il clima, con la Curva che alza il livello dei cori coprendo del tutto i tifosi catanzaresi. La bella giornata e l'orario canonico, domenica alle 15, hanno fatto il resto dopotutto: c'è molta gente al San Filippo, probabilmente qualche decina in più rispetto al solito. "Incredibile", penserebbero in Lega se vedessero le partite, "senza orari pazzi la gente va allo stadio"; fortunatamente il problema non si pone, perché la Lega sa che la gente non va alle partite perché ci sono i tifosi violenti, e dopotutto i novanta minuti di Messina-Catanzaro lo dimostrano: anche se sui generis è sempre un derby, e i cori contro i calabresi si moltiplicano, dando ragione d'esistere anche a una partita che in campo, perlomeno nel primo tempo, dice poco.

Nella ripresa il Catanzaro passa con Olivera, in una gara che resta piuttosto scialba dal punto di vista dello spettacolo sul rettangolo di gioco, nonostante il supporto dagli spalti non manchi. Questione d'orgoglio, però: i biancoscudati, dopo essere passati sotto, spinti dal tifo della curva cercano energie dentro di sé per evitare la sconfitta. Missione riuscita, perché Diogol Statham Tavares ci mette otto minuti dopo il vantaggio catanzarese a spingere in porta un cross di Giorgione. La Sud è euforica, il portoghese esulta come sempre in quel modo viscerale che fa capire quanto ci tenga alla maglia, anche in un calcio profondamente cambiato in cui giocare domenica pomeriggio alle 15, con i tifosi avversari presenti allo stadio, sembra quasi strano. Di base la gara finisce lì, il Messina è stanco e il Catanzaro non ce la fa più ed entrambe si accontentano del pareggio. Al fischio finale parte "Ho incontrato l'amore", l'inno non ufficiale della stagione e si esce, poco a poco, per godersi anche fuori dal campo un bellissimo pomeriggio di sole.

Un'ultima, piccola nota stonata: ormai da un paio di mesi il sottopassaggio è aperto all'ingresso ma chiuso all'uscita. Sarà probabilmente per qualche misura di sicurezza, ma è inevitabile soffermarsi, ogni settimana, sui vigili che dirigono il traffico incitando ad attraversare in fretta perché "ci sono le macchine che devono passare" quando, in fondo, tre metri più in là c'è un sottopassaggio chiuso per l'occasione.

Sezione: Dimensione curva / Data: Mar 05 aprile 2016 alle 10:26
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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