Quella notte non ho dormito, mentalmente preparavo già la partita e ripassavo i movimenti che avrei dovuto fare in campo il giorno dopo. Non capita tutti i giorni di esordire in Serie A”.

Domenico Bombara, terzino sinistro, capitano del Città di Messina, rappresenta sicuramente un lusso per il campionato di Eccellenza. Il team peloritano, matricola nel massimo torneo regionale, si trova in testa alla classifica, al giro di boa, davanti a Biancavilla, Sant'Agata, Scordia, Giarre, Camaro, Rosolini e Paternò e tra gli artefici di questa prima grande parte di stagione c'è proprio Bombara.

Un vero e proprio leader, dentro e fuori dal campo. Perché non capita tutti i giorni assaporare l'emozione dell'esordio in Serie A, con la maglia del Messina, la squadra della propria città, in un derby contro il Palermo: “Sarò sempre grato al tecnico Giampiero Ventura per aver creduto in me, lanciandomi dal primo minuto in Serie A contro il Palermo all'età di 19 anni e davanti a 30.000 spettatori. Perdemmo con il risultato di 1-0, segnò Denis Godeas, ma disputai una buona partita, anche se inizialmente mi tremavano le gambe. Ricordo ancora che indossai le scarpe di Alessandro Parisi, il mio idolo, da lui ho imparato veramente tanto. E' sempre stata una persona umile. Per un terzino sinistro come me, crescere alle spalle di un calciatore del suo calibro che ha vestito anche la maglia della Nazionale è stato un grande privilegio. Oggi con Alessandro abbiamo un bel rapporto di amicizia, direi fraterno. Di tanto in tanto condividiamo i nostri ricordi, sempre con il sorriso sulle labbra”.

Classe 1987, Domenico ha fatto tutta la trafila nel settore giovanile del Messina, fino all'esordio in Serie A. In Serie B, agli ordini di Nello Di Costanzo, collezionò 12 presenze in campionato: “Avevo appena 21 anni, altri tre anni di contratto ed una carriera davanti, ma proprio nel mio momento migliore il Messina fallì e mi ritrovai senza squadra, così fui costretto a ripartire dalla Serie C1. Avevamo un vivaio importante, con elementi come Dionisi, Montella, Bernardo, Arigò, Ruiz, Assenzio, Straus, Oliva, Eramo, Bagarollo, Ferla, Santoro e Sorriso, e successivamente toccò ai vari Montalto, Angotti, Rasà, Tavilla, Pistone, Mastroieni, Potestio, Crimi, Rizzo, Provenzano, Cardia, Bruno, Schepis, Kouadio, Campanella, De Salvo, Nastasi, Calà e Paterniti. In tanti oggi militano tra i professionisti, altri sgomitano nelle categorie dilettantistiche, altri ancora hanno deciso di cambiare vita”.

Per lui 78 presenze tra Serie C1 e Serie C2 con le maglie di Paganese, Isola Liri, Pro Vasto e Fondi e 15 presenze in Coppa Italia: “A Pagani sono cresciuto grazie anche al tecnico Ezio Capuano, era la mia prima esperienza lontano da casa e pur giocando poco ho imparato veramente tanto. Oggi il 3-5-2 è un modulo molto diffuso in Italia, allora era un'eccezione che però mi impediva di trovare una collocazione in campo a me congeniale. Anche Stefano Sanderra, Nello Di Costanzo, Giuseppe Di Meo, Stefano Liquidato e Pasquale Rando mi hanno trasmesso tanto e sotto tutti i punti di vista, ma per ovvi motivi è stato Giampiero Ventura a regalarmi un vero e proprio sogno e non lo dimenticherò mai”.

Per Bombara, però, non fu tutto rose e fiori: “Dopo aver subito un brutto infortunio, a Fondi, fui costretto a fermarmi, ma ero ancora troppo giovane per smettere di sognare. Ero convinto di ripartire agevolmente dalla Serie C e non volevo assolutamente scendere di categoria, ma penalizzato anche da un regolamento che imponeva la presenza in campo di un determinato numero di under mi ritrovai ad ottobre senza squadra e così decisi di ripartire dall'Eccellenza con il Città di Messina. Vincemmo il campionato e l'anno successivo centrammo i play-off in Serie D al termine di una grande stagione con Pasquale Rando in panchina. Davanti avevamo Citro e Tiscione che oggi giocano in Serie B e Saraniti che segna caterve di gol in Serie C. Ma anche elementi come Buda, Assenzio, Giardina, Camarda, Cappello, Mondello, Cammaroto e Frassica che rappresentavano una garanzia per la categoria, così come D'Angelo, Cirilli, Avola e Bongiovanni”.

Forse scoraggiato, ma anche spinto dall'esigenza di vivere una nuova avventura, Domenico decise di svoltare: “L'anno dopo decisi di trasferirmi in Inghilterra, a Londra, e rimasi lì per ben due anni. In quel periodo mi allontani totalmente dal calcio e mi dedicai ad altro. Non toccai un pallone per due anni...”.

Ma un legame indissolubile con la sua città, la voglia di ricominciare da zero e di vedere ancora un pallone rotolare prese ben presto il sopravvento: “Una volta rientrato a Messina ho sentito l'esigenza di tornare in campo e ringrazio il Città di Messina per avermi dato questa nuova opportunità. Sono ripartito dalla Promozione, siamo saliti in Eccellenza e quest'anno ci troviamo in testa alla classifica al termine del girone di andata. L'auspicio, ovviamente, è quello di continuare su questa strada e di dare sempre il massimo. Vincere non è mai facile, a prescindere dalla categoria, e ne siamo consapevoli, ma il Città di Messina vanta una società solida, con idee ambiziose e con un progetto importante e lungimirante. Non è tanto difficile arrivare ad un determinato livello, quanto confermarsi. Perché nella vita non bisogna mai smettere di dimostrare il proprio valore”.

Il direttore sportivo Angelo Alessandro, che conosce molto bene le qualità umane e tecniche di Bombara, ha costruito assieme alla società una rosa importante, in grado di competere con le prime della classe: “Abbiamo un portiere come Sebastiano Paterniti che ci dà grande sicurezza ed è un lusso per la categoria, una retroguardia esperta, un centrocampo che abbina qualità, esperienza e grinta ed un reparto avanzato importante. Giocatori come Rasà, Calcagno, Cardia, Quintoni, Fragapane, Filstad e lo stesso Paterniti hanno qualità importanti, sia umane che tecniche, hanno grandi valori morali e sin dall'inizio si son messi al servizio dell'allenatore con grande umiltà. Con il mister Peppe Furnari ci siamo conosciuti quest'anno, lavoriamo bene, con grande intensità e viaggiamo sulla stessa lunghezza d'onda. Alla fine il lavoro paga sempre, in estate ero consapevole della nostra forza e continuando così son certo che ci toglieremo grandi soddisfazioni. Abbiamo un gruppo forte e coeso”.

Il Città di Messina, ad oggi, è la miglior difesa del campionato con 6 gol subiti in 15 partite: “Ma il merito è di tutti, a partire dagli attaccanti che si sacrificano per la squadra, lottano, ci tengono alti e sono i nostri primi difensori. Subire poche reti è sinonimo di grande organizzazione di gioco, di compattezza e di solidità. Il merito va attribuito all'intera squadra, all'allenatore, allo staff tecnico, così come a tutti i membri della società che ci permettono di lavorare serenamente”.

Mimmo Bombara, da capitano, ha un ruolo fondamentale anche all'interno dello spogliatoio: “Ho avuto la fortuna di vivere a contatto con calciatori del calibro di Storari, Rezaei, Zanchi, Zoro, Parisi, Coppola, Donati, Giampà, Sullo, D'Agostino, Floccari, Amoruso e Zampagna, giusto per citarne qualcuno, gente umile e disponibile a cui nessuno ha mai regalato niente. Spesso i giovani non sono pronti a fare sacrifici e vanno mentalizzati a dovere, ma il cambiamento dovrebbe partire dal basso e dai vivai. Mi è stata insegnata un'educazione sportiva che oggi è sempre più rara da trovare, cerco di essere sempre il primo ad arrivare agli allenamenti e l'ultimo ad andare via, così come Peppe Quintoni ad esempio. Un consiglio ai giovani? Siate curiosi, abbiate sempre voglia di crescere e di imparare. Io devo dire grazie alla mia famiglia che mi ha trasmesso valori importanti ed una sana educazione”.

Sul calcio messinese a 360 gradi: “Il mio auspicio e la speranza di tutti è che il Messina possa tornare al più presto tra i professionisti. Alle spalle della prima squadra della città ci sono tante bellissime realtà, c'è una città che ha fame di calcio e voglia di emergere, ma che dovrebbe essere molto più dinamica sotto tutti i punti di vista. Il problema della carenza di strutture è ormai noto, ma non è l'unico. Lo sport è sinonimo di aggregazione sociale e sarebbe bello che chiunque abbia un progetto importante e serio possa metterlo in atto, serve unità d'intenti però, oltre ad un confronto maggiore”.

In chiusura, un augurio speciale: “A tutti i messinesi, a tutti coloro che amano la loro terra, a tutti gli sportivi, ma soprattutto a chi lotta per inseguire i propri sogni. Perché non bisogna mai smettere di sognare...”.

Sezione: Eccellenza / Data: Mer 27 dicembre 2017 alle 12:00
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
vedi letture
Print