Non è solo la terza vittoria consecutiva del suo Camaro a rendere felice Pasquale Ferrara, a margine del 2-0 contro il Caltagirone che certifica, una volta di più, l'ottimo stato di forma dei neroverdi, "anche se vincere aiuta a vincere - esordisce ai nostri microfoni -; qui c'è una grande cultura del lavoro quindi ci tengo a ringraziare pubblicamente Antonio Alacqua e il professore Tracuzzi che hanno gettato bene le basi. Gli episodi a volte girano e a volte no, ma cerchiamo sempre di giocare". Una grande soddisfazione è rappresentata dalla fase difensiva: "Non abbiamo preso neanche un gol in tre partite, il che è di fondamentale importanza. Costruiamo tantissimo, e l'unico rimprovero che posso fare è che nonostante questo facciamo un golletto, al massimo due, ma è importante che in tre partite non ne abbiamo presi".

Gol fatti che arrivano perlopiù da palle inattive: "Ma non sono gol diretti - precisa Ferrara -; il primo di Mondello arriva su ribattuta da angolo e triangolo nell'uno contro uno, quello di Sturniolo parte da sinistra e poi col giropalla andiamo a destra. Sono azioni che nascono da palla ferma, credo sia un nostro punto di forza".

Di punti di forza questo Camaro ne ha parecchi, e la qualità dell'organico, una volta presa fiducia, sta venendo fuori: "L'ho sempre detto, senza essere falsi o ipocriti. Io sono un ambizioso, voglio vincere e costruire qualcosa di importante, iniziando dalla parte sinistra di classifica. Questa squadra ha gente come Ancione, Bonamonte, Assenzio, Pettinato, Mondello e Cappello, non possiamo solo puntare a una tranquilla salvezza, altrimenti non sarei venuto: dobbiamo centrare la parte sinistra, migliorare sempre e aggrapparci al treno dei playoff".

Proprio Mondello è sembrato cambiato dalla cura Ferrara: il gol contro il Caltagirone è l'altra faccia di una prima parte di stagione in cui il terzino non era partito al meglio, fallendo anche un rigore importante contro l'Atletico Catania. Ferrara conferma: "Lo conosco dai tempi dell'Igea Virtus, non mi dici niente di nuovo; quando sono arrivato era spento, vedevo il suo sguardo e l'ho responsabilizzato. A me piace che lui e Cappello attacchino contemporaneamente, è un cavallo imbizzarritto, mi piace che attacca, si apre e poi scivola coi centrocampisti. È tornato quello dei tempi dell'Igea, che gioca con la squadra. Ho visto il ragazzo nuovamente pieno di fiducia".

Sezione: Eccellenza / Data: Mar 31 ottobre 2017 alle 09:18
Autore: Gregorio Parisi / Twitter: @wikigreg
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