L’Italia pallonara lo ricorderà sempre per un gesto eclatante, la richiesta di sospensione della partita contro l’Inter per i continui buuu razzisti nei suoi confronti. Per i messinesi, però, Marco André Zoro è ben altro. E’ anche quello, certo, quell’atto rabbioso e giustissimo, espressione del suo carattere, verso l’ennesima vergogna tutta italiana. Ma quel ragazzo ivoriano, potente e tecnico, è principalmente uno degli eroi che portò il Messina nell’olimpo del calcio e, come tale verrà sempre ricordato di tifosi della biancoscudata.  

Dopo 55 presenze ed una rete con la Salernitana, che lo fa esordire in serie B a soli 16 anni, Zoro passò al Messina nel gennaio 2003, inanellando una serie di prestazioni positive che ne fecero un punto fermo della formazione giallorossa. Con i peloritani giocò per cinque stagioni consecutive, totalizzando 116 gare e 5 reti e conquistando una promozione in serie A ed un settimo posto nella massima serie.

Dopo le violente incomprensioni con il direttore sportivo Marco Valentini e con l’allenatore Bruno Giordano, il difensore della Costa d’Avorio non rinnovò il contratto con il Messina, siglando un biennale con la prestigiosa maglia del Benfica. Quello che, però, sembrò un punto di svolta, segnò l’inizio del declino. Dopo sole due presenze (impreziosite da una rete), Zoro passò in prestito al Vitoria Setubal, dove totalizzò 30 presenze in una stagione e mezza. In seguito girò l'Europa, vestendo le maglie dell’Universitatea Craiova, dell’Angers e dell’Ofi Creta. Attualmente milita nella terza serie greca, con la maglia dell’Ao Chania.

Oggi, nel giorno del suo trentatreesimo compleanno, Messina nel Pallone lo ricorda invaindogli un sentito augurio, dovuto ad un ragazzo serio e passionale, innamorato della maglia giallorossa. Un sentimento puro, che lo portò a rifiutare una convocazione in nazionale per rimanere nella città dello Stretto, in modo da giocare la partita della promozione in A contro il Como.

Sezione: Erano a Messina / Data: Mar 27 dicembre 2016 alle 12:38
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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