L’apprensione per un futuro a tinte fortemente fosche cancella tutto il resto. Cristiano Lucarelli diventa ufficialmente il nuovo allenatore del Catania, e la notizia passa in secondo piano. Fiumi di inchiostro spesi, accesi dibattiti, durati un mese e spentisi, paradossalmente, nell’esatto istante in cui ogni dettaglio viene limato ed il tradimento assume i connotati della realtà.

Oggi il Messina si barcamena, come un malato terminale, tra la vita e la morte, mentre, cento chilometri più in là, all’ombra dell’elefante, il tecnico livornese sposa la causa degli acerrimi rivali. Lo scandalo, urlato ai quattro venti qualche tempo fa, è ricordo distante, sbiadito, superato da eventi tanto infausti, quanto, purtroppo, noti alle nostre latitudini. Rimane il rammarico per aver visto crollare uno degli ultimi baluardi a cui, illusi, contavamo di poterci appigliare, perché emblema di valori dal sapore antico. Nel mondo in cui Donnarumma rinuncia alla maturità per volare a Ibiza, non prima di aver firmato un contratto da sei milioni di euro a stagione, l’ex bomber amaranto, con le dovute proporzioni, non ci fa una figura troppo migliore. Il caldo della Sicilia sarà pure difficile da riscontrare altrove, ma, chi, di certe cose afferma di averne assaporato l’essenza, fatichiamo a credere, avrebbe accettato Pisa, pur di restare vicino casa.

Ci domandiamo quale peso abbia realmente dato, Lucarelli, ai cori della Sud, all’affetto della gente ogni volta che, guardandola in faccia, alzava le braccia per rispondere con un applauso o si concedeva per una foto di rito. Si badi bene, senza soffermarci eccessivamente. La risposta non arriverà mai e noi, attualmente, abbiamo altri problemi a cui far fronte.

Sezione: Erano a Messina / Data: Mar 04 luglio 2017 alle 21:03
Autore: Giovanni Sofia
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