Ci sono giocatori che, per la passione e la grinta messa in campo, rimangono scolpiti nella mente dei tifosi, in un legame unico e viscerale. Se poi fanno parte di un periodo aureo, come fu quello della scalata del Cavaliere Emanuele Aliotta, il sentimento non può far altro che divenire imperituro. E’ il caso di Loris Del Nevo, biondo centrocampista tutto cuore e determinazione, storico perno della linea mediana del Messina di Stefano Cuoghi.

Un ragazzo del settentrione, nato a Torino e cresciuto nel vivaio della Juventus, che seppe ritagliarsi uno spazio importante in una corazzata che disegnò due splendidi campionati di serie C2 tra il 1998 ed il 2000. Un calciatore proveniente dal Nord ma profondamente innamorato delle piazze meridionali, che seppero affascinarlo soprattutto per il modo di vivere il calcio: «Il calcio al sud è un’altra cosa… la differenza con le piazze settentrionali è sostanziale. Al Sud sei calciatore indipendentemente dalla categoria e, se fai bene, sei molto gratificato anche sotto l'aspetto emotivo. Al Nord, invece, tutto è vissuto meno passionalmente, a parte alcune piazze splendide come Trieste e Ferrara, dove ho giocato, o Livorno e Pisa».

Fortemente voluto da Nicola Salerno, Del Nevo arrivò a Messina a soli 23 anni, trovando però un gruppo coeso, che si rivelò importantissimo per la sua crescita professionale: «In quegli anni ho avuto modo di lavorare con dei veri professionisti, che sono stati davvero molto importanti per la mia carriera futura».

Il centrocampista piemontese, che oltre a quella del Messina ha vestito, tra le altre, le storiche casacche di Cagliari, Triestina, Spal e Perugia, ha instaurato sin da subito un rapporto molto stretto con città e tifoseria, lasciando tanti amici nel centro peloritano: «Ricordo davvero con affetto i miei due anni a Messina. Conservo tante amicizie con persone che sento ancora oggi, le quali mi informano sulle novità della squadra».

Poco votato alla finalizzazione per caratteristiche tecniche, Del Nevo realizzò tre reti in maglia giallorossa, nel corso delle sue 49 presenze: «Credo che la più importante fu quella al Catanzaro, siglata nel mio primo anno in giallorosso, sia per il valore della marcatura che per il blasone dell’avversario». Più forte, a detta del centrocampista torinese, il gruppo della sua seconda stagione biancoscudata: «E’ stata determinante l’esperienza accumulata in una categoria difficile come la serie C2. La squadra è riuscita a continuare il lavoro della prima stagione con un bagaglio di consapevolezza superiore, conquistando la promozione».

Come già accennato in precedenza, l’ex calciatore peloritano continua a seguire le notizie sul calcio messinese e pur non sbilanciandosi troppo sulla nuova stagione che verrà, è convinto che Arturo Di Napoli potrà fare bene sulla panchina giallorossa: «Sicuramente l’ambiente sarà al suo fianco. Godrà di grande fiducia e disponibilità da parte di tutti, e credo che tutto ciò sia fondamentale per creare un gruppo compatto e coeso».

Prima di salutare i nostri microfoni, Del Nevo è riuscito a dribblare una nostra domanda sul suo futuro con una giocata degna del suo compagno Enrico Buonocore: «Non so ancora cosa farò da grande. Quando lo diventerò ve lo dirò. Forza Messina!».

Sezione: Erano a Messina / Data: Gio 17 settembre 2015 alle 10:45
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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