Poche parole per chiudere per sempre un caso che non meritava nemmeno di nascere. Demiro Pozzebon passa al Catania, accetta l'offerta della società etnea che in cambio, comprendendo i limiti d'organico del Messina, garantisce due contropartite tecniche: Da Silva e Anastasi. Fin qui tutto regolare, l'ex attaccante giallorosso tra tutte le offerte piovutegli addosso in questi mesi sceglie quella degli sportivamente odiati nemici rossoblu, la più lusinghiera anche per i dirigenti peloritani, dando legittimo sfogo alle sue ambizioni professionali.

Pozzebon viene presentato sotto il Liotro, posa con maglia e sciarpa del Catania. Sui social, seguendo ormai una deriva irrefrenabile che riguarda l'osannazione come la denigrazione, l'ex punta dell'Acr viene preso di mira dai suoi ormai ex tifosi. Anche in questo caso nulla di strano, lo stesso trattamento in altre epoche e con diversi strumenti lo hanno subito veri e propri campioni, l'ultimo caso noto è quello di Higuain, idolatrato per poi essere scaricato dai supporters del Napoli per il suo passaggio alla Juventus.

Pozzebon ci resta male e soprattutto rispedisce al mittente messaggi, offese e minacce che rivela di avere ricevuto. Per carità, deprecabili se vanno oltre certi limiti. Ma più generalmente crediamo che (provocatoriamente) abbia ragione il nuovo bomber del Catania. I tifosi del Messina hanno sbagliato a credere che Pozzebon potesse avere dentro di sé anche marginalmente quel senso d'appartenenza ai colori che ha indossato per soli sei mesi tra mille difficoltà. Aspettarsi un rifiuto per un cambio di casacca così eclatante? Difficile...questa è la storia di gente come Igor Protti. Attendere qualche giorno prima di palesare tutta la proprià “catanesità” scoperta magicamente? Anche questa è roba da nostalgici, segni che solo i tifosi veri hanno mantenuto intatti in un mondo del calcio sempre più imperniato da altri fattori. Che non sono la passione. Pozzebon è un giocatore moderno, da cambio foto profilo Facebook in mezza giornata.

Pozzebon è già passato, con i suoi gol segnati, i capelli tinti, l'esultanza contro la Reggina, l'avere giocato senza allenamenti e tutto quello che nel suo post ha voluto rimarcare. E' già passato pure il suo restare in panchina mentre i compagni si prendevano i fischi, il non salutare i tifosi in trasferta, altre cose che forse ha dimenticato. I tifosi del Messina hanno sbagliato perché con i loro rimbrotti, anche accesi, le frasi pesanti e gli attacchi, hanno manifestato attenzione per un calciatore che con i suoi atteggiamenti ha dimostrato di valere solo il silenzio.  

Sezione: Erano a Messina / Data: Mer 01 febbraio 2017 alle 21:12
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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