E' il 92’ di Vicenza-Messina, campionato di serie B 2001/2002. I giallorossi stanno perdendo per 2-1 una sfida delicatissima per la salvezza, riaperta qualche minuto prima dalla rete di Denis Godeas. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, all’ultimo assalto, Daniel Prodan scaglia un violento fendente che s’insacca alle spalle dell’estremo difensore veneto. E’ l’unico acuto dell’esperienza peloritana del capitano della nazionale rumena, giunto in riva allo Stretto in pompa magna, come ennesimo acquisto a sensazione della gestione Aliotta.

Sono passati poco più di quattordici anni dal quel pomeriggio e, purtroppo, nella giornata di ieri, quel potente difensore centrale, serio e taciturno, ha deciso di andarsene senza preavviso e clamori. Anzi, a decretare il tutto è stato il suo cuore, che ha smesso di battere dopo soli 44 anni.

A nulla sono valsi gli sforzi dei medici, decisi a rianimare il condottiero della selezione balcanica, che aveva guidato il suo paese nel mondiale del ’94 ed al successivo europeo, disputatosi due anni dopo. Nella sua lunga e luminosa carriera, aveva vestito le gloriose maglie di Steaua Bucarest, Atletico Madrid e Glasgow Rangers, prima di chiudere la carriera, compromessa da un grave infortunio al ginocchio, con il Messina ed il National Bucarest.

Nell’esperienza peloritana mise insieme cinque presenze ed una sola rete, quella ricordata in apertura, siglata al Menti di Vicenza. Poi tante panchine in una stagione per molti versi travagliata, qualche screzio con l'allenatore Daniele Arrigoni, una personalità forte. Era rimasto nel mondo del calcio, svolgendo l’incarico di direttore sportivo per la federazione rumena, servendo una maglia che aveva amato e portato con orgoglio. 

Sezione: Erano a Messina / Data: Ven 18 novembre 2016 alle 17:23
Autore: Marco Boncoddo / Twitter: @redattore
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