Grande passo in avanti compiuto dalla Fair Play, società sportiva dilettantistica nata nel 2016 che ha sottoscritto un accordo di affiliazione con l'Atalanta, per la quale sarà riferimento per l'intera provincia di Messina.

Il giovane club dei fratelli Pecora, che ha sede presso il centro sportivo di “Cristo Re”, a Messina, e fa parte dello CSEN, dopo aver preso parte recentemente ad alcune prestigiose manifestazioni giovanili tra cui il “Trofeo della Contea”, ha stretto un'importante partnership con una delle società italiane più importanti a livello giovanile e non solo: l'Atalanta.

La scorsa settimana, infatti, sono sbarcati in riva allo stretto a sancire l'intesa tra le società il responsabile scouting dell'attività di base Luca Silvani e l'osservatore ufficiale dell'Atalanta Claudio Lucchini, vecchia conoscenza del calcio messinese.

Proprio Lucchini, co-responsabile del settore giovanile del Messina con Antonello Preiti, Angelo Alessandro e Carmelo Mancuso in panchina ai tempi della Serie A e responsabile delle affiliazioni del club, ha espresso grande soddisfazione per l'accordo stipulato, con l'auspicio che questo possa essere solo l'inizio di una bellissima avventura e di un avvincente percorso di crescita: “A Messina ho avuto il piacere di conoscere i fratelli Aldo e Guido Pecora quando il team peloritano militava in Serie A, così abbiamo instaurato un bellissimo rapporto di stima e fiducia reciproca. Già da diverso tempo avevano in cantiere l'idea di avviare un percorso di crescita a livello giovanile e quando nacque la Fair Play ho avuto il piacere di conoscere da vicino questa nuova e bellissima realtà. L'interesse dell'Atalanta è quello di creare validi punti di riferimento con persone serie, competenti e che abbiano voglia di crescere, ho scelto la Fair Play proprio per la stima e la fiducia che ho nei confronti dei fratelli Pecora”.

Lucchini ha sottolineato a più riprese di non essere in Sicilia solo per cercare giovani talenti da lanciare nelle fila dell'Atalanta, bensì per trasferire una vera e propria cultura sportiva a livello di educazione, rispetto, crescita e formazione: “Purtroppo in questo momento Messina è una zona franca, considerando il fatto che la provincia annovera esclusivamente la presenza di Messina ed Igea Virtus nel campionato nazionale di Serie D. Il nostro obiettivo è quello di esportare i metodi di formazione dell'Atalanta, non solo sotto il profilo tecnico, ma anche organizzativo e comportamentale. E' un percorso impegnativo e lungo, ma soprattutto stimolante, in cui serviranno continuità e costanza da parte di tutti. Abbiamo ricevuto in questi anni diverse richieste di affiliazione dalla città di Messina e dalla sua provincia, anche da società storiche e già radicate nel territorio, ma per certi aspetti è più semplice partire da zero piuttosto che iniziare un percorso con un club che ha lavorato da sempre a tenuta stagna. Con i fratelli Pecora ci siamo confrontati su tutto, ho visto da parte della Fair Play una grandissima voglia di crescere e di migliorare e dopo aver trascorso tre giorni in Sicilia ho avuto la conferma di ciò che pensavo. Inoltre, “Cristo Re” è un bellissimo centro sportivo, molto simile al contesto bergamasco, un ambiente in cui si può crescere sotto tutti i punti di vista. A Zingonia i tecnici della Fair Play troveranno sempre le porte aperte e la massima disponibilità da parte dei tecnici di base dell'Atalanta, perché il nostro obiettivo è anche quello di lavorare con gli allenatori per permettere loro di crescere, seguendo anche le linee guida dell'Atalanta. Contestualmente, i nostri tecnici verranno periodicamente in Sicilia per organizzare alcuni corsi e verificare la crescita del movimento nel territorio e lo sviluppo della Fair Play”.

Lucchini si sofferma anche sul momento particolarmente delicato che sta vivendo il calcio italiano: “Nei vivai vedo spesso situazioni a dir poco ridicole, in un settore giovanile si dovrebbe lavorare a 360 gradi, ma spesso noto la presenza di tecnici che parlano solo ed esclusivamente di moduli e schemi, arrivano tardi agli allenamenti e non riescono a trasmettere i veri valori dello sport, vedo troppa improvvisazione e troppa approssimazione in giro, spesso manca un confronto necessario per crescere. Proprio per questa ragione, l'Atalanta tiene parecchio alla formazione tecnica ma non solo di allenatori ed istruttori. La Fair Play è vigile sotto tutti i punti di vista, ho notato con piacere che recentemente ha organizzato anche alcuni corsi per i genitori dei giovani atleti, perché bisogna tenere a mente che il calcio deve essere soprattutto un divertimento, è uno sport e va fatto in maniera sana e costruttiva e l'educazione dell'atleta e dei genitori è fondamentale. Noi vogliamo imprimere una vera e propria cultura sportiva, partendo dalla filosofia del gruppo, dalla capacità di sapersi prendere le proprie responsabilità e di sapersi rialzare dopo le cadute, ma soprattutto vogliamo trasmettere ai nostri tesserati i valori della lealtà, della correttezza e dell'educazione”.

Lucchini, co-responsabile del settore giovanile del Messina ai tempi della Serie A e responsabile delle affiliazioni del club, ha ricoperto lo stesso incarico al Chievo Verona con Giovanni Sartori e Maurizio Costanzi, al Parma e successivamente ha collaborato con la federazione maltese, prima di approdare all'Atalanta proprio al fianco di Sartori e Costanzi.

Indelebili alcuni ricordi che lo legano ancora oggi al Messina: “Posso raccontare un aneddoto, con Ciro Immobile che fu veramente vicinissimo al Messina. Lo visionai per la prima volta nella gara di andata del campionato degli “Allievi Nazionali” tra Sorrento e Messina, un match terminato con il risultato di 1-1 con le reti realizzate da Immobile e Rizzo. Ciro militava nelle fila del Sorrento, non aveva ancora compiuto 17 anni e con Mario Bonsignore restammo estasiati dalle sue prestazioni osservando i calciatori della classe 1990. Noi avevamo un vivaio importante e lanciammo diversi calciatori tra i professionisti, alcuni anche ad alti livelli, su tutti Giuseppe Rizzo e Marco Crimi. Nel 2007 Immobile disputò anche il “Torneo di Arco - Beppe Viola” con la maglia del Messina, in prestito dal Sorrento, e l'affare non andò in porto veramente per un soffio. Ci confrontammo anche con Ciro Ferrara che all'epoca era il responsabile del settore giovanile della Juventus, già da tempo in pressing sull'attaccante. Il Sorrento chiedeva una contropartita di 100.000 euro per Immobile e nell'affare sarebbe rientrato anche l'attaccante Francesco Ripa, oggi al Catania, che aveva appena realizzato 23 reti in 33 partite in Serie C2 all'età di 21 anni e sarebbe sbarcato in riva allo stretto per una cifra pari a 65.000 euro, con 35.000 euro da versare subito. Per la stessa cifra il ragazzo andò alla Juventus, oggi sta facendo una grandissima carriera. Fu un grandissimo rammarico, ma probabilmente per il Messina si trattava di una cifra troppo elevata per un ragazzo di appena 16 anni”.

Il rammarico aumenta, pensando anche ad altri talenti passati da Messina, come Adriano Montalto, classe 1988, autore già di 11 reti stagionali in Serie B con la Ternana (oltre 20 nel torneo cadetto), o Federico Dionisi, classe 1987, vero e proprio leader del Frosinone in cadetteria che vanta oltre 70 reti in Serie B e 10 gol in Serie A. Ma anche ad Antonio Montella e Vittorio Bernardo, entrambi del 1986, ormai da diversi anni in pianta stabile in Serie C.

Oggi, gli obiettivi di Lucchini e dell'Atalanta sono ben chiari: “Portiamo l'80% dei tesserati del nostro settore giovanile tra i professionisti e per noi destinare un atleta ad una carriera vissuta in Serie C rappresenta già un fallimento. Oggi l'Atalanta, a tutti gli effetti, è una società di prima fascia, ma con un budget di seconda fascia, dunque sotto questo punto di vista è molto difficile competere con società del calibro di Juventus, Inter e Milan. I margini di errori a questi livelli non sono consentiti, la pressione è tanta e non si può sbagliare. L'obiettivo dell'Atalanta è quello di non smettere mai di sfornare i vari Sportiello, Caldara, Conti, Zappacosta, Baselli, Gagliardini, Kessie, Montolivo, Bonaventura, Gabbiadini, Zaza e Pazzini, così come adesso ci sono in rampa di lancio i giovanissimi Alessandro Bastoni e Filippo Melegoni, ma anche Gianluca Mancini, Luca Valzania, Alessandro Mallamo e Christian Capone, mentre in passato toccò ai vari Pelizzoli, Canini, Padoin, Donati e Morfeo, a Gaetano Scirea, Angelo Domenghini e Beppe Savoldi, senza dimenticarci che Bergamo rappresentò un vero e proprio tramplino di lancio anche per Filippo Inzaghi e Christian Vieri. Recentemente siamo riusciti ad acquisire le prestazioni del giovanissimo Andrea Oliveri, classe 2003, un promettente attaccante prelevato dal Palermo e fresco di convocazione con la rappresentativa nazionale, e di Cosimo Oliveri, difensore del 2004, prelevato dall'ASD Lercara ed appoggiato momentaneamente al Catania. Abbiamo monitorato per tanto tempo anche Gabriele Alesi, un centrocampista del 2004 dell'Adelkam che però è approdato al Milan, ed il centrocampista siciliano Andrea Valdesi, del 2003, ex Messina che lo scorso anno è approdato al Palermo ma è già da tempo in orbita Juventus. Proprio perché non è semplice competere economicamente con certe corazzate, ma nonostante tutto la storia dell'Atalanta parla da sé. Se grazie all'affiliazione della Fair Play l'Atalanta riuscisse a portare a Bergamo anche un solo ragazzo l'anno sarebbe un successo, ma è già importante lavorare con l'obiettivo di regalare un sogno ed una possibilità di crescita a tantissimi ragazzi, in una terra come la Sicilia che ha tanta fame di calcio”.

Sezione: Fuori Campo / Data: Ven 22 dicembre 2017 alle 12:30
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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