Social network e sport. Dalla volontà di attrarre due poli opposti e trasformarli in servizio, nasce Livinplay: progetto brillante, partorito dalle menti di tre giovani messinesi emigrati al Nord per motivi di studio e determinati a voler ristrutturare un settore notoriamente restio ai cambiamenti, permeandolo di quell’aura di multimedialità che il terzo millennio inevitabilmente porta con sé: “Questa idea nasce durante il periodo della scuola, giocavo molto a calcetto ma ero anche fissato con internet. - spiega Mario Bombaci, tra i fondatori della start up -. Io sono del 1987, ho vissuto in pieno la fase dell’esplosione di questo nuovo fenomeno e mi tormentavo, pensando ad una piattaforma web che potesse aiutarci a rendere più semplici le operazioni della quotidianità. Avevo mille idee, ma, intanto, avevo finito il liceo e con l’intenzione di studiare astronomia, mi trasferì a Bologna. Arrivato lì, per una serie di situazioni contingenti, mi iscrissi in ingegneria gestionale e, confrontandomi con i modelli di business, ritornò d’attualità quel vecchio pallino. Il progetto iniziò ad assumere concretezza quando conobbi Marco Rigano e Daniele De Pasquale, gli altri due soci, pure loro messinesi, pure loro in Emilia per l’università. Io ero agli sgoccioli del mio percorso di studi e, determinato ad intraprendere una strada differente rispetto ai miei colleghi che, progressivamente, venivano assunti all’interno delle aziende, provai a rendere meno utopica quella visione. L’intenzione, pur apprezzabile, tuttavia, da sola non è sufficiente e, come dicono gli americani, tutto sta nell’esecuzione. E’ qui che si iniziarono a presentare le difficoltà. Siamo partiti da Bologna nel 2012, vincendo il primo bando e successivamente ce ne aggiudicammo un altro: lo “Smart and Start”. Questo, aveva come peculiarità la convergenza verso alcune regioni, ed è per tale motivo che siamo ritornati a Messina, nostra città d’origine ma anche luogo in cui avremmo potuto contare su un numero di contatti, sicuramente, maggiore. La sfida diventava stimolante: portare un progetto totalmente innovativo nella nostra terra, piuttosto, che regalarlo altrove”.

PERCHE' LIVINPLAY - La storia di Livinplay è scritta. Bologna, Messina e Sanremo come trampolino di lancio, poi, una fase di superiore focalizzazione in riva allo Stretto, ed oggi, un orizzonte che si allarga verso altri lidi. Si guarda a Catania. Il Veneto, la Lombardia, l’Emilia Romagna,la Calabria e perfino la Polonia non sono mete irraggiungibili ma rappresentano il naturale sviluppo di un orizzonte destinato a fare dell’elasticità il suo cavallo di battaglia: “Cominciammo analizzando il mercato di riferimento, quello delle start up e del web. Ormai tutto è on line. Dalla signora che deve prenotare la visita dal medico, al ragazzino che si deve iscrivere a scuola. Ogni azione necessita il supporto di uno strumento fornito di connessione. Da questo mondo, tuttavia, lo sport sembrava, ancora, essere escluso. La domanda fu perché? Ci demmo una risposta e capimmo quanto il fenomeno stentasse a decollare a causa della sua forte radicalizzazione sul territorio. A differenza di chi parte e, su Airbnb, cerca e trova un posto letto, colui che pratica sport, può, si, bloccare su internet la struttura, ma cercherà sempre persone di sua conoscenza. Era fondamentale, portare l’idea a livello comune e far capire alla collettività quali vantaggi ne potessero derivare”.

LA RICERCA - Impresa sicuramente non semplice: “Le esigenze degli sportivi sono numerose e determinate da molteplici variabili. Innanzitutto l’età: il bambino piccolo, ad esempio, potrebbe avere difficoltà a trovare un passaggio per raggiungere la struttura. La donna in carriera, invece, ha come cruccio il tempo: ha fatto un abbonamento per l’hydrobike e arrivando al polo sportivo, è costretta a tornare a casa poiché tutte le attrezzature sono occupate. Facemmo, allora, nostri, i problemi di utenti, centri, e organizzatori di eventi e, per tre anni, ci chiudemmo dentro una sorta di bunker. Valutammo gli indici in discorso ed elaborammo una soluzione: livinplay, appunto. Oscillazioni di mercato, questionari, interviste, gli errori commessi da altri, scorporammo un quantitativo infinito di informazioni, partorendo, alla fine, un vero e proprio ecosistema sportivo”.

CALCIO MA NON SOLO - Una lunga fase di studio confluita in un’azienda avanguardistica e proiettata al futuro: “Il bisogno di uno si è trasformato nella soluzione al problema dell’altro e le risposte sono confortanti, basti pensare a manifestazioni come gli Erasmus International Games o alle collaborazioni con strutture all’avanguardia quali il Cus. Innovando ed aggiungendo valore ad ogni settore si innesta la crescita, a cui si va a sommare la fornitura dei prodotti commerciali. Il mercato è mutato: il calcio, un tempo, indiscutibilmente lo sport più diffuso, ha, oggi, lasciato spazio al fitness emblema dell’epoca multitasking. Chi gioca a futsal, a tennis, a pallavolo spesso concilia a queste attività la palestra. La signora registrata sulla nostra piattaforma, dirà al marito dell’offerta conveniente, rintracciata per la prenotazione di un campo last minute a metà prezzo, rispetto al normale. Il bambino scoprirà che, al terzo piano del suo palazzo, un signore andrà in piscina allo stesso orario, trovando l’agognato passaggio. Ma per non andare troppo lontano, verrà meno lo stress di trovare il decimo per il calcetto. L’obiettivo è ambizioso ma, i risultati ci dicono che siamo sulla retta via”.

LA MISSION - Una piattaforma sulla quale scaricare tutte le incombenze, affidandole tutte quelle beghe colpevoli, spesso, di fare cadere intenzioni e buoni propositi, ma anche un vero e proprio agente di commercio a cui attribuire commissioni di vario tipo: “Lo scopo che ci prefiggiamo è diventare l’intermediario unico. Il gestore del centro sportivo, nonostante si sia già accollato la spesa relativa all’attività imprenditoriale, si ritrova, per rendere la sua struttura competitiva, a dover discutere con diversi emissari, appartenenti a svariati settori. Dal fornitore delle coppe per le premiazioni a quello per l’organizzazione del torneo, passando per i completini e le stampe e materiale medico. Quanto detto per i servizi è stato, allora, replicato per l’attività commerciale: essendo una start-up necessitavamo di una base dalla quale partire e abbiamo esteso il raggio d’azione alla vendita dei prodotti. Quando andiamo dal gestore, non ci presentiamo con il catalogo di una marca, ma abbiamo già scandagliato il mercato e trovato le offerte migliori, appartenenti ad aziende differenti, tra cui, sarà lui stesso, a scegliere quella più confacente all’esigenza da soddisfare. Naturalmente ciò è possibile perché non essendo titolari di una struttura, ma di un’azienda operante sul web e, potenzialmente, in tutta Italia, abbiamo una platea da soddisfare molto ampia e i fornitori vedendoci quale collante ci affidano, i loro marchi da rivendere”.

SOCIAL MODERNO - Spirito d’iniziativa e innovazione ma anche uno scopo ulteriore che riempie, quest’avventura di un significato più alto: “Vogliamo rivedere il concetto di social network - conclude Mario Bombaci -. Oggi ce ne sono tantissimi, ma hanno come minimo comune denominatore il tenere incollato l’utente alla sedia. Una volta andavamo a giocare per strada e ci piacerebbe si potesse rivedere questo, naturalmente rapportato alla realtà attuale. Livinplay ti permette di prenotare il campo e, quindi, ti stimola a praticare sport, il suo scopo deve essere anche quello di riscoprire una vita maggiormente sana”.

Sezione: Fuori Campo / Data: Mar 28 febbraio 2017 alle 12:43
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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