Una Ferrari, come in tanti hanno definito l'Acquedolci, in mano a uno specialista in promozioni, mister Calogero Armeli, che di campionati in carriera ne ha vinti cinque tra Prima e Seconda categoria: due con il Rocca, uno con il Militello Rosmarino, uno con il Città di Rocca e, adesso, sulla panchina della squadra biancoverde che, per la prima volta, approda in Promozione.
Per festeggiare l'Acquedolci ha dovuto aspettare gli ultimi 90 minuti, quando sul campo della Proloco S.Ambrogio Cefalù ha vinto 4-0 mettendo la parola fine sul campionato e su un primato a lungo rincorso. "C'è tanta soddisfazione, perché quando ho preso questa Ferrari le responsabilità erano tante e qualsiasi avversario contro di noi dava il 101%. È una squadra forte, ma non è mai facile vincere anche perchè avevamo l’etichetta di favorita e il campionato non era iniziato bene. Io sono arrivato alla terza giornata - ha raccontato il tecnico che ha preso il posto di Agostino Buono - e avevamo perso la prima partita a tavolino contro il Due Torri. Poi abbiamo recuperato, resettato nel mercato di dicembre tra partenze e ottimi arrivi come Bontempo, Aiello, Carbonetto e Carello e abbiamo fatto il salto di qualità”.

Una rosa di primo livello ma che ha anche incontrato le sue difficoltà prima di trovare l'equilibrio e il ritmo vincenti: "Abbiamo fatto quattro pareggi nel finale di andata, quando, nel periodo di mercato, tra arrivi e partenze, c’era molto movimento e ci siamo dovuti resettare. Anche se abbiamo preso giocatori forti, non era facile calarsi subito nella Prima categoria e quando ci siamo assemblati abbiamo trovato la strada giusta. Abbiamo perso solo due partite nel girone di ritorno, contro la Treesse Brolo e il Due Torri, nel loro momento migliore". Quattro in totale, compreso il ko a tavolino, le sconfitte dell'Acquedolci che curiosamente - ha evidenziato Armeli - ha perso solo quando non era in campo Basilio Monastra: “Era l’unico che non poteva mancare, abbiamo perso quattro partite e lui era assente”. Quasi un portafortuna l’attaccante che, quindi, ha chiuso la sua personale stagione da "imbattuto" anche se, ovviamente - ha precisato il tecnico – “sul campo si va 11 contro 11 e può capitare la gara storta. A Gliaca ci siamo presentati senza Monastra, con Carbonetto ancora in recupero dall’infortunio e Carrello non in condizione".

Una cavalcata, soprattutto nel girone di ritorno, che ha lanciato l'Acquedolci verso un traguardo storico: "Abbiamo ottenuto un obiettivo importante, abbiamo vinto tutti gli scontri diretti fuori casa, sempre gare da dentro o fuori e non potevamo permetterci passi falsi per recuperare. La partita della svolta? Gli scontri diretti sono stati decisivi, ma alla terzultima in casa del San Basilio, con due punti di vantaggio e contro una squadra dura che ci ha fatto una battaglia, abbiamo ottenuto una vittoria importante e lì abbiamo capito che era fatta”.

La vittoria del campionato, poi, è servita anche per rispondere alle tante critiche piovute sulla squadra, fuori categoria per il campionato di Prima ed etichettata spesso come i “mercenari”: “Ci chiamavano così ma non abbiamo mai parlato o risposto, solo in campo con le vittorie. Mi sono tolto alcuni sassolini dalle scarpe e ho lasciato parlare i fatti. C’era tanta invidia, siamo stati presi di mira in tante partite e abbiamo risposto vincendo. Sono contento, ma so che se non avessimo vinto ci avremmo rimesso la faccia, io e tanti ragazzi, con i quali abbiamo creato un bel rapporto e ci siamo aiutati tutti per arrivare all’obiettivo. Si sono calati nella categoria ed è stato un cammino inarrestabile”, ha continuato mister Armeli, che, poi, ha si è soffermato sui numeri della sua squadra e che, spesso, sono il vero indice della forza di un gruppo. 58 punti, frutto di 18 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte, 54 gol realizzati (55 quelli del Rocca) e 17 subiti: “Abbiamo il miglior attacco e la miglior difesa, anche se influenza quel 3-0 a tavolino, ma sul campo la partita era finita 1-1. Quei tre gol non sono stati subiti e, invece, ne avremmo fatto uno in più e subiti due in meno”.

Il futuro, adesso, è la Promozione, dove l’Acquedolci troverà i “cugini” dell’Acquedolcese, due squadre, due società che, anche in passato, non hanno mai trovato un punto di incontro per unire le forze: “Questo è un problema delle società, c’è rivalità ma manca anche una struttura adeguata. Spesso abbiamo giocato in campo neutro perché ad Acquedolci il valore tecnico della squadra viene quasi azzerato e, inoltre, è difficile allenarsi o lavoravamo a metà campo con tanti sacrifici”, ha spiegato il tecnico che, infine, sul suo futuro, non si sbilancia, pensa a godersi la festa e dopo “la società dovrà programmare il futuro e ci dovremo incontrare”.

Sezione: Le categorie / Data: Gio 03 maggio 2018 alle 10:28
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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