Lo scalpore suscitato dal suo addio al Città di S.Agata sicuramente non si è ancora placato perché quello di Giacomo Bontempo non è uno dei tanti. Simbolo biancoazzurro, il centrocampista ha guidato la sua squadra fino ai vertici dell’Eccellenza, ma proprio quando la loro unione sembrava indivisibile qualcosa si è rotto. E a spiegare quanto successo in casa Città di S.Agata è stato lo stesso Bontempo: schietto, diretto, forte, sincero. “Dopo tre anni con questa maglia, in estate ho firmato ancora per il S.Agata, credevo in un progetto che era iniziato bene e mi sentivo al centro, anche perché, dopo la passata stagione, ero stato indicato dagli addetti ai lavori tra i tre migliori centrocampisti dell’Eccellenza. Pensavo, quindi, di continuare e confermarmi, ma non mi è stata data la possibilità. Inoltre, si diceva che alla squadra mancasse personalità ed è stato preso Santo Privitera, che è un signor giocatore e un amico, ma un centrocampista come me e, quindi, vuol dire che la personalità mancava a centrocampo”.

Dopo un buon avvio, però, i problemi sono cominciati con il cambio di allenatore, da Formisano a Bellinvia. Con il primo, un ottimo rapporto, con il secondo, invece, precedenti negativi (a Sarno e a Brolo) che si sono riproposti anche in biancoazzurro: “Seguivo le direttive del mister e mi giocavo il posto, poi con l’arrivo del nuovo allenatore sapevo già come sarebbe andata perché l’ho avuto alla Tiger e la storia si è ripetuta. Ha fatto sì che io me ne andassi da solo – ha continuato Bontempo -. Mi faceva giocare pochi minuti, quindi ho chiesto la cessione, anche se i dirigenti e il presidente, con cui ho anche un bel rapporto personale, non se lo aspettavano. Ho deciso di levare il disturbo e poi, come a Brolo, è arrivato Lupo. È riuscito a farmi fuori di nuovo, ma l’avevo già previsto e avevo avvertito anche i dirigenti”.

E dopo Bontempo, c’è stata quasi una fuga da S.Agata con i successivi addii di Aiello, Carrello, Presti e Longo: “Gira tutto intorno a lui, comanda e si fa come dice lui”, ha dichiarato l’ormai ex biancoazzurro, che ha chiuso così un’avventura importante per cominciarne un’altra con la maglia dell’Acquedolci in Prima categoria. E la società biancoverde non si è lasciata sfuggire l’occasione di assicurarsi uno dei migliori giocatori sulla piazza: “Sono amareggiato per come sia finita, ma ora sono contento della scelta. Mi avevano chiamato anche il Giarre e il Camaro di mister Ferrara, avevo richieste in Promozione ma per lavoro non posso spostarmi. La categoria non è mai stata un problema, a maggior ragione ora a 30 anni. Ad Acquedolci ho sposato un progetto a lunga scadenza, ho preferito le persone alle categorie. Poi la società ha preso anche Carrello e Aiello, ci sono già Iuculano e Monastra, giocatori per fare bene. Ninni (Carrello- ha spiegato Bontempo - ce l’ho sotto la mia ala, si deve diplomare e gli ho consigliato di pensarci: Lo aveva chiamato il Palazzolo, ma poi si è convinto a venire qui ed è un fenomeno per la Prima categoria”.

L’Acquedolci, che già in estate aveva costruito un organico di primo piano, punta ora sui nuovi importanti innesti per risalire la classifica. L’attuale quinto posto con 18 punti (una gara in meno) non può soddisfare né la squadra né la società: “Sono arrivato a campionato in corso, ma non ci possiamo nascondere, non vincere il campionato sarebbe una delusione ma sappiamo che sarà difficile. Siamo impegnati anche in Coppa e spero, anzi voglio, vincere sia in campionato che in Coppa”.

Dopo tre pareggi consecutivi serve la svolta e l’ultima occasione del 2017 sarà il recupero contro il San Basilio in programma sabato:  “Un derby importante per chiudere bene l’anno e prepararci per l’inizio del 2018. Abbiamo partite difficili ma con questa squadra non possiamo nasconderci, anche se contro di noi le altre raddoppiano le forze”, ha sottolineato Bontempo che si è già calato nella dimensione della Prima categoria con il giusto spirito ed entusiasmo e, pur conoscendo ancora poco il girone, ha già individuato pericoli e avversari: “Mi ha impressionato la Torrenovese, che gioca bene e ha un attacco strepitoso. Poi il Rocca è una buonissima squadra che, comunque, ha calciatori che fino a pochi anni fa hanno giocato in Eccellenza. La Sfarandina ha un bel gruppo, è una sorpresa ma, forse, alla lunga pagherà qualcosa perché non ha un organico lungo. Lì mi hanno accolto benissimo e mi sono divertito ma potrebbero calare. E ci speriamo, perchè - ha concluso con una battuta Jack Bontempo - noi possiamo anche correre ma se non rallentano gli altri…”

Sezione: Le categorie / Data: Gio 21 dicembre 2017 alle 10:13
Autore: Davide Billa
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