Una bella storia di amicizia, sport e aggregazione sociale quella raccontata da Martino Basile, attaccante che veste la maglia del Malfa da ben sedici anni. Da sempre. Una vita a calcare i campi polverosi della Terza Categoria, viaggiando ogni settimana, incarnando i veri valori dello sport: lealtà, rispetto, umiltà, competizione e spirito di sacrificio.

Martino Basile ha tracciato un bilancio di questa stagione calcistica, giunta ormai ai titoli di coda: “E' stato un anno di transizione per tutti noi - ha dichiarato la punta di Salina - . Abbiamo ringiovanito notevolmente il nostro organico, tanti ragazzi hanno portato nuova linfa al gruppo, dunque ci vorrà un po' di tempo per carburare e per amalgamarci. Stiamo cercando di ripartire con un'attenta programmazione, grazie al supporto del nostro presidente Antonio Sangiolo. Abbiamo sempre disputato il campionato di Terza Categoria, con orgoglio e passione, facendo tanti sacrifici. Negli anni passati abbiamo anche vissuto stagioni gloriose, disputando tre finali, centrando diverse volte i play-off e sfiorando la promozione in Seconda Categoria con una formazione composta interamente da ragazzi isolani. Eravamo una compagine molto temuta dalle nostre rivali”.

Un campionato estremamente impegnativo e molto difficile, soprattutto per le formazioni eoliane, costrette ad affrontare le intemperie pur di seguire questa grande passione: il calcio. Trasferte dispendiose, rinvii frequenti (soprattutto nei mesi invernali) e gare da recuperare (spesso durante la settimana, con le rose decimate a causa degli impegni lavorativi dei propri tesserati): “Le difficoltà sono state innumerevoli, sia per noi che per lo Stromboli - afferma Martino Basile - . A noi basterebbe giocare ogni domenica, riuscendo dunque a partire serenamente. Il rinvio di una partita, invece, diventa davvero problematico, sia per noi che per i nostri avversari. Spesso le intemperie generano diversi rinvii, a volte infrasettimanali. Di conseguenza, raramente possiamo presentarci al completo, così come i nostri avversari del resto. Non siamo calciatori professionisti, dunque spesso siamo costretti a dare forfait a causa dei vari impegni lavorativi o scolastici, anche perché tra di noi ci sono anche tanti padri di famiglia che devono portare il pane a casa. Viviamo in un'isola, il calcio per noi è fondamentale e rappresenta un motivo di integrazione sociale e di unione. Purtroppo abbiamo anche trovato qualche società che ci ha messo i bastoni tra le ruote, ma io sono sempre andato d'accordo con tutti, salvaguardando i rapporti personali e rispettando i miei avversari. Non credo ci siano soluzioni alternative, almeno in questo momento. Un tempo abbiamo disputato un campionato di Terza Categoria con ben cinque formazioni eoliane su quattordici squadre partecipanti: Lipari, Stromboli, Vulcano, Malfa e Filicudi. Erano bei tempi, ci siamo divertiti tanto vivendo qui derby incredibilmente affascinanti, avvincenti e stimolanti. Era un motivo di orgoglio per tutte le isole eolie. Forse i gironi potrebbero essere suddivisi in maniera più equa, calcolando anche le distanze, perché per noi spostarci nel territorio catanese diventa realmente ostico. Siamo costretti a partire molto presto la domenica mattina, tempo permettendo ovviamente”.

Martino Basile, classe 1984, è tra i veterani di questo gruppo: esperienza da vendere al servizio del Malfa, formazione guidata per oltre quindici anni con grande passione dal mister Antonio Privitera che solamente quest'anno ha lasciato il timone del club al tecnico Francesco Di Losa.

32 anni, oltre 100 reti in Terza Categoria per Martino Basile, milanista, cresciuto nel mito del bomber Andriy Shevchenko. Proprio come il cannoniere ucraino, Martino indossa la maglia numero sette e non ha la minima intenzione di abbandonarla, almeno per il momento. Il calcio è la sua vita, la sua grande passione, un autentico motore.

Questo altro anno giocherà con la maglia numero sette”, cantava il maestro Francesco De Gregori. Nonostante qualche acciacco fisico e gli impegni lavorativi: “Faccio il falegname a Salina, abbiamo una falegnameria di famiglia da oltre trent'anni, è questo il mio mestiere - ha aggiunto il “Baso” - . Nel tempo libero mi diverto facendo il DJ, ma il calcio è la mia più grande passione e non ho la minima intenzione di smettere. Anzi, sono pronto in vista della prossima stagione, abbiamo tanti giovani da far crescere”.

Il Malfa, domenica scorsa, ha vinto a tavolino contro l'SC Sicilia al centro sportivo “Aranciarella” di Curcuraci con il punteggio di 0-3. I padroni di casa, infatti, con soli sette uomini in distinta, hanno perso un calciatore dopo appena dieci secondi a causa di un infortunio, costringendo il direttore di gara a sospendere il match, rispettando dunque il regolamento: “La giornata era estiva, siamo partiti in sedici, al completo, con la speranza di vivere una bellissima giornata di sport - continua l'attaccante isolano - . Non avevamo più niente da chiedere a questo campionato, così come l'SC Sicilia del resto, ma siamo partiti con l'obiettivo di divertirci. Purtroppo il match è durato appena dieci secondi, non è andata come speravamo, al di là della vittoria a tavolino che non ci interessa. Giovedì recupereremo il match contro lo Stromboli, un derby molto sentito, non tanto per la classifica, quanto per la rivalità che c'è tra le due formazioni. Noi daremo il massimo, come sempre del resto, fino all'ultimo istante, anche se l'obiettivo principale resta quello di divertirci”.

Un sogno che può diventare realtà per molti ragazzi: “Con il bomber di Lipari Christian Riganò da prendere come esempio da seguire”, ha dichiarato Martino Basile. Christian Riganò, nato a Lipari nel 1974, ha lavorato come muratore fino all'età di ventisei anni, adattandosi anche a fare altri mestieri ma allenandosi duramente e con dedizione nel tempo libero. Ha militato in tutte le categorie, arrivando in Serie A all'età di 30 anni con le sue sole forze (è ancora oggi il calciatore più prolifico in un campionato di massima serie con la maglia del Messina). Conquistò sul campo la Serie A, giusto in tempo per togliersi qualche soddisfazione e qualche sassolino dalla scarpa: 30 reti con Messina, Fiorentina, Empoli e Siena nel massimo campionato nazionale e 5 gol nella Liga con la maglia del Levente (assieme al suo amico Marco Storari). Per lui anche 25 gol in Serie B, 78 tra Serie C1 e Serie C2, 15 in Coppa Italia, oltre 150 nelle categorie dilettantistiche. Non male per un calciatore che aveva iniziato la sua carriera come difensore centrale. “E' l'esempio che con la giusta tempra, con l'impegno, con la grinta, con il carattere e con la consapevolezza dei propri mezzi anche i sogni possono diventare realtà - ha dichiarato Martino Basile - . Se mio figlio dovesse avere i mezzi e la passione, farei di tutto affinché possa realizzare i suoi sogni. Anche io avevo il sogno di calcare campi prestigiosi, purtroppo non ci sono riuscito, ma sono contento della mia vita. Tanti ragazzi eoliani negli ultimi vent'anni hanno sfiorato la grande chance di approdare in categorie importanti, ma per vari motivi non ci sono riusciti. Christian deve essere un esempio positivo per tutti i ragazzi più giovani”.

Martino ha le idee chiare in vista del futuro: al centro della sua vita ci sarà sempre un posto importante per lo sport: “Il mio sogno è quello di allenare i giovani di Salina, un desiderio che vorrei trasformare in realtà - dichiara in chiusura l'atleta messinese - . Abbiamo in rosa tanti giovani in rampa di lancio, tanti ragazzi promettenti che meriterebbero una vetrina importante. Abbiamo due ragazzi marocchini, Muhamed Abdenboui e Muhamed Najouani, rispettivamente di venti e sedici anni. Lo sport è soprattutto integrazione sociale, sono ragazzi cresciuti a Salina, con noi. Ci conosciamo tutti, siamo davvero una grande famiglia e la realtà isolana sotto questo punto di vista ci aiuta tantissimo, ci rende più umani. Siamo uniti, dentro e fuori dal campo. In vista della prossima stagione sono molto fiducioso, abbiamo tanti giovani che stanno crescendo bene e che hanno acquisito una buona esperienza durante quest'anno. Rientrerà alla base dopo un anno sabbatico il centrocampista Riccardo Lopes, 28 anni, un importante e gradito ritorno. Inoltre, va tenuto d'occhio anche il talentuoso Giosuè La Mancusa, 16 anni, un trequartista con il numero dieci già tatuato sulla pelle. Credo molto nella sua esplosione calcistica, tutti noi ci crediamo, ha i mezzi per diventare grande. Io cerco di fare da chioccia, nel mio piccolo, trasmettendo ai più giovani i valori positivi di questo bellissimo sport. Ci possiamo ancora divertire tanto”.

Sezione: Le categorie / Data: Mar 24 maggio 2016 alle 08:30
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
vedi letture
Print