L’acquisizione del Messina conclusa da Franco Proto sembrava potere ridare finalmente una tranquillità che in casa giallorossa mancava da mesi, attraverso un processo di “normalizzazione” che passa da riorganizzazione strutturale interna, risultati sportivi e sistemazione dei conti del club. Pare però che i tifosi peloritani siano destinati a soffrire, o perlomeno a mantenere dentro di loro costantemente viva la fiamma della preoccupazione. Purtroppo l’ennesima notizia che ha scosso l’universo calcistico nello Stretto è stata diffusa questa mattina da Gazzetta del Sud, che ha riportato l'apertura di un’inchiesta su presunte combine relative a partite disputate dall’1 dicembre 2015 al 30 maggio 2016, arco temporale che peraltro potrebbe oltremodo estendersi.

LA RICOSTRUZIONE DELLA PROCURA – Il sostituto procuratore Francesco Massara, che ha dato vita al fascicolo, contesta ai soggetti a vario titolo coinvolti alcuni reati che potrebbero arrivare fino all’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e alla truffa, ma le varie posizioni e responsabilità andranno accertate in fase investigativa. L’obiettivo sarebbe stato quello di indirizzare con mezzi non leciti le gare dell’Acr nel campionato di LegaPro, predeterminando i punteggi del campo, "accompagnandoli" con scommesse ingenti che avrebbero generato profitti illeciti. Nello specifico sarebbero quattro le partite che potrebbero essere state alterate: Casertana-Messina 4-1, Messina-Martina Franca 3-0, Messina-Benevento 0-5, Messina-Paganese 2-2. La Guardia di Finanza nelle scorse ore ha avviato delle perquisizioni in case e studi per trovare conferma del “giro” di puntate rivelatesi poi vincenti, sequestrando documenti e apparecchiature digitali. L’asse, secondo alcune indiscrezioni non ancora confermate, potrebbe non essere limitata al solo territorio siciliano ma si sarebbe estesa fino in altre regioni.

IL RUOLO DI ARTURO DI NAPOLI – Dovrebbero essere una quarantina le persone indagate, tra le quali tesserati, liberi professionisti e perfino alcuni titolari di agenzie per il betting. Su tutti spicca Arturo Di Napoli, allenatore dell’Acr fino al 9 marzo 2015, che avrebbe avuto un ruolo centrale in questo meccanismo. Re Artù si dimise proprio per una squalifica legata all’operazione Dirty Soccer, sempre connessa al calcio scommesse, ma risalente alla sua esperienza sulla panchina del Savona. L'ex attaccante ha sempre negato ogni coinvolgimento.

LA POSIZIONE DELL’ATTUALE DIRIGENZA – L’Acr Messina del patron Franco Proto ha voluto esprimere “massima fiducia nell’attività degli investigatori e della giustizia”, diramando una nota: “Questa società opera nel pieno rispetto dei principi di legalità e lealtà sportiva e auspica che si possa fare presto chiarezza. Acr Messina, che è parte offesa in un eventuale procedimento penale, si tutelerà esercitando ogni azione necessaria a difesa del proprio nome e prestigio”. Al momento l’inchiesta sta seguendo esclusivamente il binario penale, valutando dunque le posizioni dei singoli protagonisti coinvolti. Eventuali responsabilità oggettive della società, che potrebbero determinare sanzioni o punti di penalizzazione in capo al club, andrebbero accertate solo ed esclusivamente in sede di giustizia sportiva, attualmente non chiamata in causa. 

Sezione: Il focus / Data: Gio 23 marzo 2017 alle 14:14
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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