A Messina è nato, Reggio Calabria è la città in cui ha vissuto, a cui è legatissimo. Il derby dello Stretto non è una sfida come le altre, nemmeno per Alfredo Pedullàopinionista di punta di Sportitalia e grande firma del Corriere dello Sport per oltre 18 anni. Con lui abbiamo provato a ricostruire il campionato delle due squadre e come arrivano a questa gara da brividi. «Il campionato del Messina è figlio della sofferenza di una proprietà che, molto probabilmente, aveva già deciso di lasciare. Parlo con la massima stima nei confronti di Pietro Lo Monaco, ma probabilmente già da un po' di tempo stava pensando di costruire altrove, pur mantenendo più che un'ordinaria amministrazione per garantire la salvezza del Messina. Il campionato della Reggina, invece, è sotto gli occhi di tutti. Spesso, anche in Serie B, costruisci una rosa con l'obiettivo di raggiungere la massima serie, ma se vengono a mancare alcune componenti fondamentali di vario tipo rischi di retrocedere, questo a prescindere dal valore dell'organico calabrese. Le situazioni societarie hanno inciso in maniera pesante, ma credo sia un dettaglio rispetto ad un campionato che è stato falsato sin da subito e che sta vivendo ora le sue pagine più tristi con l'ennesimo scandalo sul calcio-scommesse. Purtroppo, credo che siamo solo all'inizio di questa triste storia».

Lo stimato e disponibile giornalista, continua la disamina parlando della situazione ambientale nelle due piazze, sull'attuale stato d'animo delle eterne rivali sportive e sugli appelli di Lo Monaco caduti nel vuoto: «Sia nel caso del Messina che in quello della Reggina, abbiamo assistito ad un campionato sicuramente in tono minore rispetto a quello che avrebbero potuto e voluto vivere entrambe le tifoserie - afferma Pedullà - . Gli appelli del presidente Pietro Lo Monaco? Ormai la gente va allo stadio, o al campo, come diciamo dalle nostre parti, solo se spinta da motivazioni tali che possano comportare il poter lottare per qualcosa di importante, zoccolo duro a parte. Meglio essere protagonisti in qualsiasi categoria e lottare per vincere, piuttosto che per altri obiettivi in categorie superiori. Anche nel caso di Messina stiamo parlando di una grande piazza, abituata a ben altro, una città che ha vissuto la Serie A con certi risultati, ha sconfitto le grandi del nostro calcio e ha riempito il San Filippo. Ormai non credo più ai richiami dei dirigenti per ricompattarsi, perché quando c'è una divisione su quelli che sono gli obiettivi da raggiungere, ci credono soltanto coloro che andrebbero allo stadio a prescindere dai risultati».

Pedullà si esprime anche sull'ennesimo scandalo sul calcio-scommesse: «Finalmente, almeno dalle sue ultime dichiarazioni, sembra che anche il presidente del consiglio Matteo Renzi si sia reso conto che bisognerebbe fare qualcosa di concreto, perché in Italia siamo bravi a fare i dibattiti due giorni dopo la morte di un tifoso allo stadio, ma poi non c'è un'interpellanza, un'interrogazione o un attacco legislativo tale che possa comportare una legge. Ben venga il tavolo tecnico, ma andava fatto prima, non dinanzi ad un fatto estremamente grave. Per una volta mi trovo d'accordo con il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, è assurdo che si possano consentire le scommesse in Serie D, dove spesso regna la disperazione e c'è gente che con grande fatica riesce a sfamare la sua famiglia. All'interno del sistema-calcio dovrebbero evitare determinate cose. Il modello inglese? In Inghilterra scommettono anche sul sesso del nascituro, ma lì hanno un'altra mentalità, un'altra cultura ed un modo diverso di pensare. Noi non siamo assolutamente pronti, perché lo Stato non è pronto, manca il pugno forte, mancano delle regole. C'è chi doveva essere radiato e non è stato radiato, chi è stato radiato e forse non andava radiato, proprio per l'assenza di un regolamento chiaro. Stiamo parlando di mafia e 'ndrangheta, di alta criminalità. Arriviamo sempre in ritardo, per volontà nostra, perché noi viviamo l'emozione del dramma del momento. Siamo l'unico paese da quinto mondo del calcio perché non abbiamo gli stadi e ci creiamo il problema se fare o meno gli stadi senza barriere e poi non ci poniamo il problema di creare delle regole. Non dobbiamo prendere come riferimento il modello inglese, sarebbe impossibile, non ce la faremo mai, perché lì hanno un'altra mentalità, un altro modo di pensare. In Inghilterra hanno eliminato gli hooligans nel momento più tragico della loro storia a livello sportivo, proprio perché lo Stato è intervenuto in maniera decisa. Ogni anno, di questi tempi, viene fuori uno scandalo-scommesse, ogni anno, di questi tempi, vengono fuori nomi di società, calciatori, dirigenti, allenatori e presidenti coinvolti e ogni anno di questi tempi ci ritroviamo qui a raccontare sempre le stesse cose. Non c'è mai stata una legge tale da regolamentare una situazione del genere».

Ma grazie al cielo le emozioni non si comprano, né si vendono. Si va verso il derby dello Stretto tra Reggina e Messina, una sfida play-out dal valore importantissimo, ma con tanti punti interrogativi sul futuro: «Senza Lo Monaco e Foti non sarà semplice ripartire per Messina e Reggina - dichiara Pedullà - . Il club amaranto ha intavolato questa trattativa con un gruppo australiano, persone che sembrerebbero molto legate alla Reggina, una trattativa che credo sia vincolata al risultato sportivo del team amaranto, dunque alla categoria. Non esistono trattative semplici, partendo dal Milan che vorrebbe cedere una percentuale ai cinesi o ai thailandesi, l'importante è che a subentrare sia gente seria, affidabile, attendibile e competitiva, il problema è che molto spesso vengono fuori i Manenti di turno. In Italia, purtroppo, i Manenti sono sempre entrati e sono sempre stati accolti a livello calcistico, senza che nessuno si ponesse il problema, anche in quel caso, di verificare con un regolamento interno come, quando e perché è possibile rilevare una società. Le regole le facciamo solo per peggiorare, ormai giochiamo in campo aperto. E' scomparsa la categoria degli agenti Fifa, se una persona si sveglia una mattina e decide di chiudere un'operazione di mercato per arrotondare con il calcio può farlo tranquillamente, ma quando mai si è vista e sentita una cosa del genere? In tutte le categorie esistono le pecore nere, ma se togli le barriere invece di blindarle ancor di più, ci sarà sempre gente pronta ad immergersi in questo mare aperto che è il calcio. Se a Messina e Reggina si avvicinassero imprenditori seri, importanti ed attendibili, con la schiena dritta, sarebbero eventuali presidenti sicuramente graditi e ben accetti. Messina e Reggina hanno vissuto momenti bellissimi e mi auguro che possano tornare in alto al più presto, ma oggi è veramente difficile inserirsi nel mondo del calcio, dove i soldi non li fai a meno che non riesci a militare in Serie A per oltre dieci anni e con uno staff dirigenziale all'altezza della situazione. Entrare nel calcio è complicato per chiunque e al massimo puoi avere un ritorno delle tua attività, ma non guadagnarci. In massima serie, un imprenditore come Enrico Preziosi, non so per quali cavilli o pugno di noccioline non ha avuto la licenza Uefa, con il tecnico Giampiero Gasperini che ha portato il Genoa a ridosso delle prime cinque posizioni in classifica...».

Sul futuro del Messina e di Lo Monaco: «Penso che il desiderio di Pietro Lo Monaco sia quello di tornare a fare ciò che ha sempre fatto, anche molto bene. Nel mondo del calcio, e non solo, credo sia fondamentale la specificità, e la specificità di Lo Monaco è sempre stata quella di essere un grande talent-scout e un direttore generale che a Catania ha ottenuto risultati straordinari. In altre piazze importanti, come Genoa e Palermo, non si è trovato bene perché probabilmente non ha avuto carta bianca dai rispettivi presidenti. Diverso il discorso di Milazzo, un discorso più che altro territoriale, ma per gestire una società in qualità di presidente servono veramente tanti soldi, basti pensare alla situazione del Benevento. Mediamente, con il 40% dei soldi spesi dal Benevento puoi fare la Serie A, neanche la Serie B, andando a verificare i costi dei cartellini e gli ingaggi di calciatori e allenatori. Il presidente Vigorito, adesso, sembra abbia intenzione di lasciare, perché non riesce a salire in Serie B. Il Milan, per ripartire, vuole andare in Cina o in Thailandia, mentre l'Inter è andata in Indonesia. Il calcio, ormai, sta cambiando, a 360 gradi. Carpi e Frosinone in Serie A? Che ben vengano. Sono un esempio da seguire, ci vorrebbero società del genere in massima serie almeno per i prossimi dieci anni e avremo un ritorno di serbatoio, perché Stefano Bonacini e Maurizio Stirpe non sono certo Paperon de' Paperoni, ma hanno avuto la fortuna e la bravura di trovare un grande gruppo di lavoro e sono imprenditori locali. A Messina, magari, qualcuno ha pensato che con Lo Monaco sarebbe arrivata la Serie B in due anni, quando non è così, non può essere così, perché gli investimenti li puoi fare in maniera decisamente misurata e per garantirti la sopravvivenza, ma per andare oltre credo servano altre cose».

Sulle recenti dichiarazioni rilasciate dal direttore sportivo del Messina Fabrizio Ferrigno in seguito al verdetto del Collegio di Garanzia del Coni: «Ferrigno si scandalizza per questa vicenda e per la tempistica vergognosa? Le società fallite dovrebbero essere messe da parte a prescindere. E' vergognoso che in Italia il sistema-calcio comprenda società fallite che continuano a giocare ed è vergognoso che nessuno sia sia accorto di come sta andando avanti la Lega Pro e che nessuno fermi questo sistema. Mi meraviglia il fatto che Fabrizio Ferrigno dica certe cose adesso, perché ha ragione quando dice che è scandaloso che le classifiche vengano ridisegnate a campionato concluso, ma vorrei capire dove è stato in tutti questi anni. Non si è accorto di quello che sta accadendo nella terza serie nazionale? Mi risulta che abbia frequentato molto spesso la Lega Pro, non si è accorto delle falle del sistema? Non si è accorto prima che le società fallite andrebbero fermate? Le classifiche non andrebbero riscritte dopo e il verdetto del campo dovrebbe essere inoppugnabile, ma bisognerebbe parlarne e mettersi d'accordo prima per evitare certe cose e non mi sembra che sia accaduto, proprio perché ogni anno vediamo un'improvvisazione totale. Mentre il Collegio di Garanzia del Coni restituiva i due punti alla Reggina, la Lega comunicava le designazioni arbitrali per il match tra Savoia e Messina. I problemi della Lega Pro sono talmente grandi che non andrebbero discussi o esaminati in base agli umori e alle situazioni personali».

«E' troppo facile parlare di una cosa che ti interessa in questo momento, forse sarebbe stato più giusto occuparsi del problema prima, anche lo scorso anno quando hai vinto il campionato, perché è vero che le classifiche non andrebbero mai ridisegnate ma è anche vero che ci sono stati diversi mesi per intervenire e nessuno lo ha mai fatto - dichiara in chiusura Pedullà - . Sono convinto che, comunque, sia Messina che Reggina il prossimo anno giocheranno in Lega Pro, mi auguro che i play-out siano due giornate di sport indimenticabili, soprattutto per i tifosi di entrambe le squadre».

Sezione: Fuori Campo / Data: Sab 23 maggio 2015 alle 00:00
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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