A volte l'amore, il sentimento e la passione prevalgono su tutto il resto. E' il caso di Mirko Giacobbe, nativo di Succivo, talentuoso centrocampista in forza all'Aversa, formazione che milita nel Girone H del campionato nazionale di Serie D. Un ragazzo istintivo, mai banale negli atteggiamenti e dal grande cuore. Nato il 26 luglio del 1992, la sua è una storia caratterizzata da gioie e dolori, ma vissuta sempre all'insegna dell'amore per lo sport, con una carriera che avrebbe potuto prendere una piega diversa.

 

GLI ESORDI E LA PRIMA RETE IN SERIE B - “Ho iniziato a giocare a calcio nel mio paese, a Succivo - racconta - , dopodiché mi son trasferito alla Neapolis, dove ho esordito in Serie D all'età di 16 anni e mi son messo in luce nel massimo torneo dilettantistico. Mi acquistò il Portogruaro che allora militava in Serie B, facendomi firmare un contratto di quattro anni”. La società veneta prese Giacobbe con l'obiettivo di inserirlo nella formazione “Primavera”, ma quel ragazzo alto, impostato, sfrontato e dalla tecnica sopraffina ci mise ben poco a convincere tutti: “In panchina c'era Fabio Viviani, ex calciatore di Como, Monza, Vicenza, Treviso e Milan e storico collaboratore di Eugenio Fascetti, Edy Reja e Beppe Iachini. Decise di tenermi in organico e mi fece esordire in Serie B il 22 agosto del 2010, all'età di 18 anni, in casa contro il Cittadella. Vincevamo con il risultato di 1-0, il mister mi fece alzare dalla panchina a dieci minuti dal termine del match, entrai e realizzai subito il gol del 2-0 che chiuse definitivamente l'incontro, con il numero 92 sulle spalle. In rosa avevamo elementi come Ivan Franceschini, Filippo Cristante, Ledian Memushaj, Vinicio Espinal, Inacio Pià e Christian Altinier, il nostro capocannoniere. Fu una stagione particolarmente sofferta che si concluse con la retrocessione in Serie C, ma per la mia crescita fu fondamentale e collezionai 6 presenze in Serie B, realizzando 1 gol, e 2 presenze in Coppa Italia”.

LA SERIE C E LA NAZIONALE - Per Mirko, successivamente, un'importante stagione in Serie C tra Portogruaro ed un prestito al Bassano, con 17 presenze e la voglia di tornare al più presto in cadetteria, prima di un fulmine a ciel sereno: “L'estate successiva il Portogruaro fallì, avevo altri due anni di contratto ma restai svincolato e fui costretto a ripartire quasi da zero. Firmai in Serie D con il Metaponino e feci l'errore più grande della mia vita, non ho avuto la pazienza di aspettare”. Eppure Mirko era reduce da una grande annata in Serie C: “Giocai e feci parte in pianta stabile della Nazionale Under 20 di Serie C, in porta c'era Marco Sportiello, oggi titolare nella Fiorentina, allora estremo difensore del Poggibonsi. Partecipammo ad un importante torneo a Dubai, negli Emirati Arabi, dove conobbi anche Fabio Cannavaro, credevo che la mia carriera potesse prendere una piega diversa, ma non sempre nella vita le cose vanno per il verso giusto”.

LA SOFFERENZA - “Al Metapontino, in Serie D, giocai 14 partite prima di subire un brutto infortunio. Persi una stagione, avevo 22 anni e nessuno puntò su di me. Fino a quando, però, mi chiamo il Due Torri, sempre in Serie D. Ci ho messo ben poco ad innamorarmi della Sicilia e dei siciliani, accoglienti, ospitali e generosi come pochi. Passionali e dal grande cuore, come noi campani del resto. Lì incontrai per la prima volta il mister Antonio Venuto e tra di noi scattò subito una scintilla, qualcosa di magico. Firmai dopo un giorno, avevo una grandissima voglia di rimettermi in gioco, ma alla prima partita un brutto infortunio alla spalla mise un punto ai miei sogni. Affrontai un calvario durato un altro anno e perdere due stagioni a 23 anni non è semplice. Devo ringraziare la mia famiglia che mi è stata sempre accanto, così come la mia ex fidanzata. Non stiamo più assieme da due mesi, ma di lei ne parlerò sempre più che bene, è stata importantissima per me. I miei genitori sono entrambi professori, io non sono mai stato una cima a scuola, ma sono legatissimo a loro. Ripenso spesso a tutte le volte che in quei due anni sono stato sgarbato con loro, ma senza i miei genitori non avrei mai trovato la forza per andare avanti e superare tutti i momenti difficili”.

LA RINASCITA - “Tornai più carico di prima, il tecnico Antonio Venuto mi ha spronato, mi ha fatto tirare fuori gli artigli e gli attributi e quella rabbia che covavo dentro l'ha trasformata in energia positiva. La sua presenza, unita ad un contesto unico ed indescrivibile, con amici veri e persone genuine accanto mi hanno permesso di realizzare 4 gol in 32 partite in una stagione fantastica in cui sfiorammo i play-off, perdendo l'ultima gara di campionato contro la Reggina. Ma tutta l'Italia parlò di noi, con il Due Torri che fu la miglior difesa dalla Serie A all'Eccellenza, un grande traguardo. Tatticamente mi trovai alla perfezione, il mister adottava un 3-5-1-1 a dir poco spettacolare, un'orchestra che suonava in perfetta sintonia. In Sicilia trovai tanti amici, da Peppe Ingrassia a Stefano Tricamo, passando per Riccardo Cassaro, Stefano Acquaviva, Peppe Guido, Claudio Calafiore, Ciccio Pitarresi e Peppe Palmeri, una famiglia, una situazione idilliaca che mi ha permesso di esprimermi al meglio. Inoltre, allenarsi e giocare al fianco di un professionista del calibro di Santino Matinella, mi ha decisamente aiutato e mi ha fatto crescere tanto. Il miglior allenatore che ho avuto in carriera? Sicuramente Antonio Venuto è colui che mi ha trasmesso di più e con cui mi son trovato meglio. Devo tanto anche a Fabio Viviani che mi ha fatto esordire in Serie B, così come al mister Osvaldo Jaconi che ho avuto al Bassano. E' il tecnico che vanta il maggior numero di promozioni con ben nove salti di categoria di cui otto tra i professionisti. Mi sto trovando molto bene anche all'Aversa con Antonio Marasco, un ex calciatore che ha militato per tanti anni in Serie A e che da tecnico mi sta mettendo nelle condizioni ideali per rendere al meglio”.

IL RICORDO DI MARCO SALMERI - “Ma soprattutto in Sicilia trovai un amico che da quel momento in poi ha sempre fatto parte di me, un amico che però non ho mai conosciuto: Marco Salmeri”. Marco, ex calciatore di Milazzo e Due Torri, morto all'età di 23 anni in un tragico incidente stradale. Proprio rientrando da una gara di campionato: “Marco giocò nel Due Torri l'anno prima di me, ma l'ho conosciuto attraverso i ricordi dei miei amici, in particolar modo grazie a Stefano Tricamo e Peppe Guido, che tra l'altro ha vissuto in prima persona quel tragico incidente. Inoltre, entrando allo stadio, non potevo fare a meno di guardare attentamente la gigantografia di Marco, un ragazzo della mia stessa età, morto mentre inseguiva i propri sogni. Mi sono immedesimato, ho cercato e trovato la sua famiglia, al termine di ogni gara mi sento con sua sorella e da quel momento ho deciso di dedicare ogni mio gol a Marco. Infatti, ad ogni partita, indosso sempre una maglia con la sua foto, per sentirlo vicino a me. Mi dà tanta forza, penso a lui, alla sua famiglia e mi commuovo ogni volta”.

CASTROVILLARI, IL RITORNO AL DUE TORRI, LA FRATTESE E L'ERCOLANESE - Nelle due stagioni successive Mirko realizzò 6 gol in 39 partite, sempre in Serie D, con le maglie di Castrovillari, Due Torri, Frattese ed Ercolanese: “A Castrovillari non mi trovai bene, tornai al Due Torri ma si rivelò un errore a causa delle condizioni societarie e successivamente andai alla Frattese dove trovai continuità. Dopo una parentesi all'Ercolanese, infine, ho accettato la proposta dell'Aversa”.

AVERSA: OBIETTIVO SALVEZZA - “Ho realizzato già 6 gol in 8 partite, ma al di là di questo il mio obiettivo personale è semplicemente quello di far bene con questa maglia. Qui mi sto trovando benissimo, sono a casa e spero di contribuire in maniera importante al raggiungimento della salvezza. Un altro traguardo da dedicare alla memoria del mio amico Marco”.

Sezione: Il focus / Data: Gio 15 febbraio 2018 alle 10:00
Autore: Fabrizio Bertè / Twitter: @fabrizioberte
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