"Non dimentichiamoci che la Jonica veniva da 28 risultati utili consecutivi, senza mai perdere in casa". Ai nostri microfoni la soddisfazione del direttore generale del Città di Messina Giovanni Cardullo si evince già dalle prime battute. La sua squadra ha superato semifinale e finale playoff di girone, partendo dal quarto posto e proiettandosi alla finalissima di domenica sul neutro di Biancavilla contro il Città di Ragusa: "è stata una bella cavalcata tutto l'anno, poi nel finale ci abbiamo messo del nostro, soprattutto il mister Bellinvia. Da dicembre in poi ha fatto lavorare sodo i ragazzi e non aspettavamo altro che questo momento, perché durante il campionato abbiamo peccato in qualche occasione. Eravamo coscienti della nostra forza e fino all'ultimo abbiamo pensato di potercela giocare. Così è stato, tant'è vero che nelle due gare playoff abbiamo ampiamente dimostrato quale fosse il valore reale della squadra".

"In un campionato intero non è mai facile andare a capire quali siano state le problematiche perché sono veramente tante durante il corso di una stagione" spiega Cardullo, parlando del quarto posto. Una posizione che rispetto alle previsioni della vagilia può suonare quasi come un fallimento, ma che così non è secondo il direttore se relazionata ai problemi "esterni" avuti durante la stagione: "noi quest'anno abbiamo affrontato molte difficoltà, non dimentichiamoci del cambio di guida tecnica di dicembre, non per una decisione voluta ma per via di eventi che si sono verificati e che ben sappiamo. Non è facile ricominciare da capo a metà stagione con un nuovo allenatore, con il tecnico Bellinvia che si è trovato in mano una squadra costruita da un altro allenatore. Non è mai facile entrare in sinergia fin da subito con i giocatori. In più, vuoi o non vuoi, effettivamente il Camaro ha fatto un campionato arrembante, non ne ha persa una, vinceva tutte le partite quindi forse qualcosa a livello mentale da questo punto di vista l'abbiamo pagata. Però in queste partite finali, comprese le ultime di campionato, la squadra ha dimostrato il suo vero valore e di avere l'atteggiamento giusto, avendo acquisito le idee dell'allenatore".

Un quarto posto che comunque ha permesso alla squadra di Bellinvia di giocare i playoff, vincere due gare e sfidare nella finalissima una vera e propria corazzata, quel Città di Ragusa arrivato secondo nel girone D, tra le favorite per la vittoria alla vigilia del campionato: "Sicuramente sarà una sfida dura, il Città di Ragusa ha fatto un campionato neanche paragonabile al nostro perché si sono ritrovati a non vincere il girone con una settantina di punti. Hanno fatto 71 punti, segnando tanti gol, quindi sicuramente erano attrezzati fin da subito a vincere questo campionato. Hanno un organico importante, ricco di nomi, ma noi sicuramente non siamo da meno e l'abbiamo dimostrato contro il Paternò in Coppa Italia. Loro hanno perso la qualificazione solo nel finale, combattendo fino alla fine. Noi contro di loro abbiamo perso lì 2-0, ma ricordiamoci del gol annullato a Codagnone con cui avremmo visto una gara diversa. Al ritorno c'è stato un rigore che poteva essere evitabile, ma nononstante tutto abbiamo ben figurato contro un'altra grande squadra. Noi andremo a giocarcela, è una partita singola in campo neutro e può succedere di tutto. Ho grande fiducia nei ragazzi. Parliamo di una squadra costruita per vincere e diciamo che così è stato: abbiamo vinto il nostro girone insieme al Camaro e ora ci giochiamo questa finalissima sperando di poter tornare in Eccellenza".

Ben sette gol segnati in questi spareggi, cinque contro la Messana (Cardia, Alessandro, Codagnone, Arigò e Amante i marcatori), due sul campo della Jonica (in gol Leo e Quintoni). Sette marcatori diversi in due partite, un dato statistico importante: "Sì è l'impostazione della squadra. La mentalità del nostro tecnico prevede che non abbia importanza chi vada a segnare, tutti danno il proprio contributo e chi si trova davanti alla porta sa che bisogna sfruttare quelle poche opportunità che abbiamo, a prescindere che sia un centrocampista o un attaccante. Penso a Codagnone che è un classe '97 ma fa un grandissimo lavoro. Forse è poco fortunato, ha fatto pochi gol ma sono convinto che sentiremo parlare di lui. Fa un lavoraccio e fa in modo che tanti altri compagni possano avvicinarsi alla porta e realizzare. Non c'è un bomber su cui è impostata la squadra, ma il gruppo è il perno centrale".

Un parola su Davide Arigò, che proprio ai nostri microfoni ha dedicato il gol in semifinale playoff al direttore Cardullo: "Davide è un mio pupillo. Fin dall'anno scorso ho fatto tanto per trovare un accordo con lui. Siamo entrati in sintonia durante la stagione. Per le qualità che ha dovrebbe fare sempre la differenza, potrebbe giocare con una gamba in categorie del genere ma non è tanto facile per un calciatore che ha calcato campi totalmente diversi calarsi in un campionato di Promozione e in campi di terra come quello di Santa Teresa. Lui l'ha fatto e ne stiamo raccogliendo i frutti, grazie anche al modo in cui è stato gestito dal mister per farlo arrivare a questo punto di stagione nel miglior stato di forma possibile. A me fa piacere non solo in qualità di amico ma anche in quanto direttore che l'ha voluto in maniera insistente".

Sezione: Promozione / Data: Gio 18 maggio 2017 alle 09:41
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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