"Da almeno due anni, io e la mia squadra siamo attaccati continuamente dagli organi sportivi. Questo è stato avvalorato ancor di più dai recenti fatti accaduti a ridosso delle gare di Coppa contro la Jonica. Nella prima gara, risalente al 15 novembre, mi veniva comminata una squalifica sino a settembre 2015,  pur essendo in tribuna da spettatore e, quindi, non presente a referto. Quel giorno, in campo, erano presenti cinque organi federali, tra cui due Commissari e il presidente Figc della Delegazione di Messina che, a fine partita, si complimentavano con me per l'andamento della gara. Quindi, diventa inspiegabile la squalifica adottata nei miei riguardi”, è la prima parte del comunicato inviato dal presidente della FC Spadaforese, Nino Micali che, dopo i fatti della gara di andata, ha evidenziato altri episodi anche nel match di ritorno disputato ieri a Santa Teresa di Riva, in casa della Jonica, dove - secondo quanto affermato dal massimo dirigente - la formazione gialloblù, prima, è stata penalizzata sul campo, poi, lo stesso presidente è stato protagonista di un acceso dopo partita: “Nella gara di ritorno, giocata il 26 novembre, succedeva addirittura l'incredibile. La mia squadra, dopo essere passata in vantaggio, vedeva negarsi dal direttore di gara due netti calci di rigore, compromettendo, così, l'eventuale qualificazione al turno successivo. Al termine partita, l'arbitro, inspiegabilmente, comunicava ai dirigenti locali di non farmi entrare dentro il suo spogliatoio (e qui non capisco come possa aver saputo della mia presenza)  e, nel contempo, chiedeva l'intervento delle forze dell'ordine (carabinieri), anche se ero totalmente fuori dallo stadio”.

Una situazione che ha scatenato la rabbia del presidente Micali che si scaglia, quindi, contro la Lega Dilettanti e gli arbitri, annunciando anche clamorose forme di protesta: “Quanto descritto mi fa capire che non sono evidentemente gradito agli organi federali e, successivamente, mi fa pensare a un comportamento in malafede nella direzione arbitrale. Tutto questo mi porta alla conclusione che il calcio non è più uno sport leale e un divertimento. Oltre al fatto che, tutti questi artifizi, stanno portando alla progressiva scomparsa delle piccole società, alle quali non viene data nessuna tutela. Pertanto, lunedì mi recherò in Federazione a Palermo e, se non avrò le giuste spiegazioni e motivazioni dopo questi comportamenti, ritirerò le mie squadre dai rispettivi campionati di competenza (Juniores e Promozione) e ritornerò a dedicarmi alla mia famiglia”.

Sezione: Promozione / Data: Gio 27 novembre 2014 alle 22:16
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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