Alberto Re, Francesco Patti, Matteo Russo, Gaetano Manfrè, Fabio Cesarino, Giovanni Buonocore, Gabriele Todaro, Raffaele Buonocore e Daniele Patti: porta la loro firma il comunicato che hanno deciso di diffondere i ragazzi di Santo Stefano di Camastra per chiarire pubblicamente la loro posizione in merito alla situazione Stefanese Calcio.

La società arancionero, dopo la salvezza conquistata nell’ultima stagione, ha deciso di rinunciare alla Promozione e i vari tentativi per cercare di evitare questo epilogo non hanno portato alla soluzione sperata. Era stata chiesta in Lega l’ammissione in Prima categoria, ma anche questa ipotesi sembra difficile e si va verso la mancata iscrizione della prima squadra e alla disputa dei campionati giovanili.

Molti paesani ci hanno accusato di non aver fatto abbastanza sforzi per risolvere questa situazione, di non voler giocare gratuitamente per la Stefanese – si legge nel comunicato degli ormai ex calciatore - e di essere poco interessati alla vicenda, come se le sorti di questa squadra dipendessero solo ed esclusivamente da noi. Ci tenevamo a sottolineare il fatto che solo pochi di noi hanno ricevuto dei rimborsi spese mensili e solo da due o tre anni a questa parte. Se fossimo andati a giocare fuori paese avremmo di certo guadagnato il doppio, chi più chi meno. Forse nessuno sa che fino a tre anni fa nessuno di noi ha preso un euro a Santo Stefano di Camastra, nell’anno in cui abbiamo vinto il campionato di Prima categoria, davanti ai nostri amici/nemici del Mistretta, ci autotassavamo per pagare i ragazzi di fuori, aiutando non solo in campo la Stefanese ma anche economicamente la società, soldi che molto spesso chiedevamo alle nostre famiglie. Nessuno di noi, per ogni problema fisico di qualsiasi genere, ha mai avuto pagato delle sedute di fisioterapia e il recupero è stato per lo più a carico nostro! In nove anni, per quattro volte abbiamo portato la Stefanese in una categoria superiore, due volte dalla Prima categoria alla Promozione e due volte dalla Seconda alla Prima categoria. Abbiamo rinunciato spesso alla possibilità di andare a guadagnare dei soldi fuori pur di vestire i colori del nostro paese che, negli ultimi nove anni, abbiamo reso gloriosi”.

Una situazione non più sostenibile per i nove calciatore originari di Santo Stefano che hanno così voluto esprimere il loro punto di vista, per non essere considerati i “colpevoli” in una situazione critica ma che – come spiegato nel comunicato – ha anche altri responsabili: “Il vero problema non sono i ragazzi di  Santo Stefano, il problema è la mancanza di una società che abbia una progettualità, di un’amministrazione che ha promesso un campo sportivo dato per “imminente” (7 anni fa), di una totale mancanza di settore giovanile fatto con serietà e che potesse convincere i genitori a portare i propri figli al campo, invece di costringerli a portare i più piccoli a Sant’Agata, Capo D’Orlando o addirittura Gioiosa Marea”.

E ancora, in conclusione, i calciatori ci tengono a specificare: “Questo comunicato non vuole alimentare alcuna polemica, vuole solo chiarire la posizione di noi ragazzi che, in questi anni, con sudore, fatica e sacrifici, ci abbiamo messo la faccia e non solo. Ci auguriamo che la Stefanese possa trovare il modo di ripartire con un progetto serio che coinvolga non solo l’organigramma societario, ma anche e soprattutto il miglioramento della struttura sportiva, fondamentale per dare un futuro al calcio nel nostro paese”.

Sezione: Promozione / Data: Mer 29 agosto 2018 alle 10:37
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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