Doveva essere una partita da non fallire, una vera e propria “finale”. Una frase sentita e risentita troppe volte in questa stagione e con il solito triste epilogo. Il Città di Messina esce sconfitto anche nel match contro il Marsala: 0-2 netto, medesimo risultato del match d’andata. Tuttavia rispetto ad un girone fa, le analogie si limitano esclusivamente al risultato.

Il Città di Messina visto al Despar Stadium è una squadra spenta, priva di stimoli e spaventata. Negli oltre 90 minuti di gioco, infatti, non si può parlare di squadra senz’anima ma di un gruppo che ha perso entusiasmo, voglia di lottare e punti di riferimento. Da inizio stagione sino ad ora duole sottolineare l’allontanamento volontario o meno di molti punti cardine dentro e fuori dal campo per questo gruppo giovane. Allo stato attuale la tanto agognata scossa voluta dalla società non c’è stata e il neo tecnico Viola non è riuscito a dare spiegazioni chiare nel post partita: quasi inevitabili, quindi, le dimissioni che hanno spinto la società a richiamare mister Giuseppe Furnari per le prossime sei gare.

Questa confusione si rispecchia nelle prove in campo: tralasciando la sfida contro il Bari e l’esperimento del 4-3-3 subito accantonato, il tecnico calabrese è tornato al consueto 3-5-2. Sulla carta il modulo è quello del passato, in campo la squadra si rinchiude in difesa, non riesce a proporsi né centralmente né sulle fasce, mentre gli attaccanti vengono abbandonati al loro destino.

L’ultima settimana, poi, ha portato con sé lo strascico di polemiche post stracittadina che non hanno favorito la preparazione della partita domenicale. Il Marsala ha dimostrato di essere una delle squadre con il miglior gioco dell’intero girone, fatto di compattezza, concretezza e qualità. Alla freschezza degli under si è unita una grande dose di esperienza, testimoniata dall'eccellente prova della coppia d'attacco Manfrè Balistreri, autori dei due gol. Grande merito va dato al tecnico Giannusa che, in una trasferta insidiosa, ha abbandonato il suo consueto modulo per schierarsi a specchio con gli avversari e togliere punti di riferimento. Una mossa vincente, favorita anche dalla prova incolore dei giallorossi.

Adesso la situazione in classifica si fa drammatica, alla luce di un pessimo girone di ritorno. L’Acr Messina continua ad allontanarsi e parlare di salvezza diretta è utopistico; allo stesso tempo Locri e Roccella dimostrano di essere vive e pronte a lottare sino alla fine. I playout diventano sempre più una certezza, ma all’orizzonte si avvicina l’ombra di una retrocessione diretta che sembrava un pericolo irrilevante fino a poche settimane fa. Il Rotonda è in salute e si è rilanciato proprio con la vittoria contro i giallorossi. I lucani dovranno sfidare il Troina e, con una vittoria, potrebbero restringere il ritardo dalla zona playout a sole due lunghezze.

Il Città di Messina sembra essere entrato in un tunnel senza luce e senza uscita e dovrà ritrovare quelle certezze per lottare in questo finale di stagione. La scossa, forse, potrà essere proprio il ritorno in panchina di Furnari, che avrà la responsabilità e il compito di risvegliare una squadra in grado di fare decisamente meglio rispetto alle ultime uscite. Altrimenti le conseguenze saranno logiche e inevitabili: e domenica si viaggia alla volta di Cittanova, una trasferta ostica considerando lo stato di forma dei calabresi.

Sezione: Serie D / Data: Mar 26 marzo 2019 alle 11:04
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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