Il Pescara gioca, tiene palla, segna, si divora più volte il raddoppio, soffre il giusto e alla fine incassa tre punti contro la squadra con il rendimento peggiore in trasferta, anche se il Messina visto all’ “Adriatico” non demerita, è ordinato, ma maledettamente sterile in avanti per poter ottenere un punto anche quando lo avrebbe potuto strappare, pur essendo opposto a una delle sicure protagoniste del campionato. Il coraggio non manca, quella che proprio non c’è rimane la qualità e non basta fare esperimenti o alchimie tattiche per rimpinguare la classifica sempre deficitaria.

PREPARTITA – Il Messina si gioca il jolly all’”Adriatico” contro una delle big del campionato, la classica partita in cui spetta ai favoriti provare a vincere, quindi con poche pressioni, eccetto quelle, comunque importanti, della classifica sempre pessima nonostante le due vittorie consecutive nei turni casalinghi assegnati dal calendario contro Latina e Monterosi. Auteri se la gioca tirando fuori l’ennesimo coniglio dal suo cilindro, anche per “scapricciare la carta”, mantenendo il gergo del gioco da tavolo, visto che, fino ad oggi, il suo Messina ha preso solo sonore batoste quando è stato impegnato in trasferta. La formazione iniziale biancoscudata ha, intanto, la sorpresa della conferma del trio di difensori centrali rispetto all’ultimo match, perché, davanti a Lewandowski ci sono Berto, Camilleri e Filì, il resto dipenderà da ciò che succederà in campo, considerando che, a centrocampo, ecco Angileri e Fazzi pronti a scalare dietro, Fiorani e Mallamo con il compito di schermare la linea difensiva, fare pressing sui portatori di palla avversari e innescare i tentativi offensivi affidati al trio Grillo-Iannone-Catania. Colombo risponde con un turn over moderato rispetto alle aspettative della vigilia, visto che schiera Plizzari tra i pali, il quartetto difensivo Cancellotti, Brosco, Boben, Crescenzi, davanti a loro il trio Gyabuaa-Aloi-Kraja, infine due frecce acuminate come Desogus e Cuppone alle spalle di Vergani. Non ci sono tantissime persone sugli spalti dello stadio pescarese prima dell’inizio, ma sono presenti quasi duecento tifosi biancoscudati, in gran parte accorsi in riva all’Adriatico da tutto il centro-Nord, perché il Messina, malgrado tutto, è sempre un punto di riferimento emozionale per coloro i quali vivono lontano dalla nostra città.

CRONACA
PRIMO TEMPO
– Nei primi minuti, il Messina si schiera con un 4-3-3 in cui sono ben 4 i giocatori “adattati”, Berto a destra, Angileri dalla parte opposta, Fazzi mezzala e Catania centravanti. Primi minuti di studio, fino allo strappo di Cuppone, dopo 9’, saltati tre avversari e tiro non appena entrato in area respinto da Lewandowski, palla ancora all’ex Potenza che serve Dessogus, ma l’attaccante sardo sparacchia altissimo. Passa meno di un minuto e ci prova da lontanissimo Kraja, trovando pronto alla deviazione sul fondo Lewandowski. Al 15’ arriva l’ammonizione per Gyabuaa, reo di un intervento molto pericoloso a centrocampo su Mallamo. Momento di apprensione al 28’ per Fazzi che tocca di testa un lancio fuori misura di Cancellieri precipitando nel fosso della panchina pescarese, poi “risorge”, si bagna il capo con l’acqua e riprende la sua posizione in campo. Al 32’ arriva il vantaggio pescarese, su una azione prolungata rifinita da Cancellotti che supera agevolmente l’opposizione troppo molle di Fazzi, cross teso al centro, dove Vergani deve solo mettere il piede per depositare in porta. Tentativo di replica messinese al 35’, quando Iannone supera in bello stile due avversari nei pressi della bandierina di sinistra, entra in area ma sul suo rasoterra né Fiorani né Grillo intervengono e l’occasione sfuma. Giallo per Brosco al 35’, punito dopo il fallo commesso su Angileri in proiezione offensiva. Camilleri resta vittima di un infortunio muscolare al 38’, sostituito da Trasciani, quindi Auteri non utilizza il cambio per un intervento sul modulo, restando con lo schieramento tattico iniziale. Conclusione velleitaria di Iannone al 43’ indirizzata proprio dove c’è Plizzari, che respinge di pugno senza problemi. Non c’è altro da segnalare fino al duplice fischio di Bordin, che manda tutti negli spogliatoi dopo 2’ di recupero, con il Pescara bravo a sfruttare una delle poche occasioni limpide create al cospetto di un Messina ordinato, attento ma incapace di creare problemi dalle parti di Plizzari.

SECONDO TEMPO – Colombo sostituisce Gyabuaa con Mora nell’intervallo, forse temendo un secondo giallo per il centrocampista nato a Parma, mentre Auteri preferisce non intervenire dalla panchina. La ripresa continua sulla stessa falsariga del primo tempo, con il Pescara bravo a mantenere il possesso in attesa della giocata che possa portare al raddoppio ed il Messina a difendersi, cercando qualche episodio favorevole, come al 52’ quando, su punizione di Grillo da sinistra, Trasciani non trova il tempo giusto e manda alto di testa da buona posizione. Clamoroso errore di Cuppone al minuto 54’, quando spreca un assist di Vergani servendo la palla tra le braccia di Lewandowski. Al 56’ è il momento di Fofana e Balde per Fazzi e Grillo, apparsi sotto ritmo. Nei due minuti successivi, arrivano altrettante occasioni interessanti per i giallorossi, prima Balde salta due uomini sulla sinistra, ma il suo passaggio al centro non trova Fiorani, poi ci prova Iannone di sinistro, trovando sulla sua strada Plizzari all’intervento comodo in tuffo. Ancora Messina propositivo allo scoccare dell’ora di gioco con una combinazione tra i tre attaccanti, conclusa da Catania al limite dell’area biancoazzurra, con palla abbondantemente fuori. Pescara vicinissimo al raddoppio al 62’, quando Crescenzi salta nettamente Berto, entra in area, serve a Karja un pallone da spingere alle spalle di Lewandowski, ma l’albanese apre troppo il piatto destro e la palla termina fuori. Subito dopo arriva il doppio cambio per Colombo, fuori il reggino Aloi e Desogus, dentro Kolaj e Palmiero. Al 65’ il 2-0 sembra fatto, quando Cuppone viene lanciato nello spazio, si divora Filì, arriva davanti a Leqandowski, eccezionale nel chiudere lo specchio della propria porta. Resta, quindi, nel match, il Messina, anche se gli abruzzesi continuano a macinare gioco. Balde, al 68’, si invola nella metà campo biancoazzurra, avrebbe Iannone dalla parte opposta da servire, ma preferisce un tiro facilissima preda di Plizzari, utile solo da segnare nelle statistiche come conclusione nello specchio della porta avversaria. Tiraccio di Mallamo al 72’ quasi in curva sud, e, subito dopo, l'ex parmense viene sostituito da Marino, così come Catania, al cui posto entra Curiale. Colombo nel approfitta per inserire Crecco e dare riposo a Kraja. Kolaj troppo morbido al 77’, tutto solo davanti a Lewandowski, bravo comunque a deviare la conclusione. Al 79’, esce Vergani per Lescano, evidente segnale del Pescara di volere chiudere la contesa e concentrarsi sui prossimi impegni. Iannone, all’81’, arriva in area avversaria, prova il tiro invece di passarla forte al centro dove c’era Curiale solo, Plizzari ringrazia e respinge in bello stile la conclusione troppo prevedibile e lenta. Tra i minuti 82 e 84, prima Balde e poi Iannone dimostrano tutta la loro poca concretezza in zona gol sprecando altrettante situazioni favorevoli in prossimità dell’area biancoazzurra, perché lo spagnolo sbatte contro la difesa e l’ex Salernitana sparacchia altissimo. Ancora Balde non sa raccogliere un lancio di Trasciani dalle retrovie quando era solo davanti a Plizzari a aun minuto dal 90’. Primo cartellino giallo per il Messina, tocca ad Angileri al 90’ per un intervento in scivolata a bloccare il tentativo di ripartenza del Pescara. Altra ammonizione anche per Filì al 92’, penalizzato per uno scontro aereo con Cuppone. Il tempo perso viene recuperato, ma il Messina non costruisce nulla, anzi, perde almeno un paio di palloni potenzialmente pericolosi nella propria metà campo, senza che gli avversari sappiano approfittarne. Per loro, infatti, va benissimo così, perché arriva il fischio finale a sancire un risultato già scritto prima dell’inizio, ottenuto con qualche piccolo patema d’animo in più, ma quello che conta sono i tre punti ed il Pescara li ottiene, mentre il Messina resta al palo, ancora una volta.

TABELLINO

PESCARA-MESSINA 1-0

Marcatori: 32’ Vergani

PESCARA (4-3-2-1): Plizzari, Cancellotti, Brosco, Boben, Crescenzi; Gyabuaa, Aloi (dal 63’ Kolaj), Kraja (dal 73’ Crecco); Desogus (dal 63’ Palmiero), Cuppone, Vergani (dal 79’ Lescano). In panchina: Sommariva, D’Aniello, Milani,  Delle Monache, D’Aloia, De Marino, Mora,  Ingrosso, Tupta, Saccani, Germinario. Allenatore: Alberto Colombo

MESSINA (4-3-3): Lewandowski, Berto, Camilleri (dal 39’ Trasciani), Filí; Angileri, Mallamo (dal 73’ Marino), Fiorani, Fazzi (dal 56’ Fofana), Grillo (dal 56’ Balde), Catania (dal 73’ Curiale), Iannone. In panchina: Daga, Ferrini, Napoletano, Zuppel, Konate, Versienti. Allenatore: Gaetano Auteri

Arbitro: Andrea Bordin di Bassano del Grappa

Assistenti: Marco Belsanti di Bari e Fabrizio Aniello Ricciardi di Ancona
IV Ufficiale: Carlo Palumbo di Bari
Ammoniti: 15’ Gyabuaa (P), 35’ Brosco (P), 90’ Angileri (M), 92’ Filì (M)
Corner: 4-1
Recupero: 2’ e 4’

Sezione: Acr Messina / Data: Dom 13 novembre 2022 alle 17:00
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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