Ezio Raciti, in maglione blu elettrico a collo alto, si presenta nella sala “Ciccio Currò” del “Celeste” con un sorriso in volto e l’aria di chi ritorna a fare ciò che davvero ti piace, seppure in una situazione molto più complicata rispetto alla scorsa stagione, con ben 12 di distacco dalla salvezza diretta e un contesto che è eufemistico definire depresso. I primi due impegni sono contro Virtus Francavilla in casa e, a seguire, a Viterbo, sul campo di una delle squadre relativamente più vicine in classifica: "L’anno scorso, se vi ricordate, – approccia Raciti – le prime due gare sono state giocate ricalcando la fisionomia tattica lasciata da chi mi aveva preceduto. In linea di massima, per tanti motivi, soprattutto numerici si dovrebbe andare verso un inizio senza stravolgere tutto ciò che è stato fatto da questo gruppo di lavoro. E’ vero che ci sono delle difficoltà evidenti, perché se dovessi giocare domani con una difesa a quattro sarei sprovvisto di un terzino destro e uno sinistro, dovrei adattare due giocatori in questo ruolo e, poiché la Virtus Francavilla adotta il 3-5-2, potrei ipotizzare uno schieramento a specchio oppure un modulo diverso, ma ribadisco che sul campo abbiamo lavorato su più soluzioni, ho già qualcosa che mi balla in testa, pur essendo quasi costretto a scegliere su pochi uomini a disposizione, deciderò solo nell’imminenza della partita. Forse solo a centrocampo abbiamo qualcuno in più e, tra stasera e domattina, prenderò le mie decisioni. Posso, però, assicurare, che, chi scenderà in campo domani, si impegnerà al massimo delle proprie possibilità attuali.”

L’allenatore biancoscudato fa una breve analisi su quanto fatto fino ad oggi dal Messina, con 15 sconfitte subite in 20 turni di campionato, di cui 9 con il minimo scarto, e grandissime difficoltà a tirare in porta: “Ho seguito con molta attenzione il cammino di questa squadra in campionato, composta da tanti giovani che mettono in difficoltà gli avversari proprio facendo leva sull’entusiasmo e la voglia di giocare, ma poi, se passano in svantaggio, diventa difficile recuperare, pur avendo le potenzialità per farlo, ma lì subentra lo scoramento, la poca esperienza e i risultati negativi alimentano una scarsa autostima, ma si può iniziare a lavorare su questo aspetto psicologico. Per quanto riguarda la questione della scarsa pericolosità offensiva, dobbiamo essere più corti e spingere come squadra, quindi spostando avanti la linea difensiva per essere compatti riducendo gli spazi ed essendo più presenti in area di rigore avversaria. La colpa non è del singolo attaccante che non finalizza, perché deve essere la squadra ad accompagnare spingendo in modo coordinato. Poi, bisogna essere consapevoli del momento molto particolare che stanno vivendo questi ragazzi, non serve essere troppo severi con loro, loro vengono da settori giovanili di squadre professionistiche importanti, sono cresciuti con la mentalità del lavoro professionale, però, la loro personalità non è compiuta per affrontare difficoltà così forti in una delle città più grandi d’Italia, che ha vissuto stagioni calcistiche in A e in B, mortificata dall’ultimo posto in serie C. I ragazzi devono metabolizzare quanto accaduto fino ad oggi, metterselo alle spalle e iniziare con rinnovato impegno e entusiasmo, anche adattandosi a ruoli diversi da quelli propri, così come accaduto, l’anno scorso, a Trasciani, impiegato come terzino destro pur essendo un centrale difensivo o braccetto in uno schieramento arretrato a tre, ma è stato bravissimo a capire cosa doveva fare per la squadra, acquisendo alcuni movimenti e automatismi. Se non hai alternative, devi comportarti così.”

Raciti, poi, fa la conta dei disponibili per il match contro la Virtus Francavilla: “Iannone è reduce da dieci giorni di febbre, ha ancora una forte tosse, lo porteremo in panchina per dare una mano se ci sarà bisogno, Fazzi e Camilleri, così come Angileri, sono infortunati, ma soprattutto è indispensabile avere a disposizione elementi pronti a tutto per ottenere il risultato in ogni singola partita da qui alla fine, partendo da domani pomeriggio. Affronteremo una squadra con giocatori importanti, partita per obiettivi molto ambiziosi, poi ridimensionati, gli mancheranno Miceli, Perez, uno dei migliori attaccanti in categoria, ma ci saranno Patierno, Cisco, Caporale, potenzialmente sono molto forti, ma ho detto ai ragazzi che dobbiamo essere cattivi, concentrati, sempre sul pezzo, non possiamo permetterci di perdere neanche un contrasto. Pretendo una prestazione da uomini, la massima predisposizione al sacrificio, cercando solo la vittoria, in qualsiasi modo, anche dopo una partita sporca. Quando arriveranno i nuovi e ci potremo assestare, cominceremo a parlare di altro, a livello di gioco o prestazioni di maggiore livello, ma ora conta solo vincere.”

L’allenatore catanese chiarisce anche le sue motivazioni personale nell’accettare di ritornare sulla panchina del Messina: “E’ una situazione disperata, sono venuto qui spinto dal mio cuore, non ascoltando i tanti amici che mi hanno chiamato evidenziando il rischio di rovinare quanto fatto l’anno scorso. A loro ho risposto di no, io voglio salvare quanto abbiamo fatto l’anno scorso, perché so bene i sacrifici che abbiamo fatto l’anno scorso e sono pronto a farne il doppio, spero di riuscirci, poi mi prenderò ciò che verrà, come ho sempre fatto nella mia vita. Ma conosco bene lo staff tecnico uguale a quello della stagione passata, visto l’arrivo del preparatore atletico Restuccia, confermando chi già c’era, Onorati e Cinelli, una persona molto capace, bravo a ricoprire il suo ruolo in maniera perfetta, con cui abbiamo un rapporto sincero, collaborando a 360 gradi. Io coinvolgo tutti nel lavoro quotidiano, dando a ciascuno lo spazio che merita, perché sennò lo staff sarebbe una sola persona e non si andrebbe avanti.”

Infine, una considerazione sincera e accorata rivolta da mister Raciti ai tifosi del Messina: “Mi riempiva il cuore vedere lo stadio con presenze entusiaste sia alla fine dello scorso campionato che all’inizio di quello in corso. Ma mi dispiace soprattutto adesso vedere mortificata una tifoseria così appassionata, paziente, tollerante, giocare per loro è un orgoglio per i calciatori e per noi che stiamo in panchina. Noi faremo di tutto per non deluderli, vorremmo avere il loro supporto, ma capisco che chiedo tanto, per le umiliazioni subite anche da chi è andato sempre in trasferta e magari sono andati via prima della fine dopo avere fatto tanti chilometri sacrificando altre cose importanti per seguirci. Vanno onorati per quello che fanno e umilmente chiedo loro di esserci vicini, darci una seconda possibilità, ed a loro prometto che faremo di tutto per salvare il Messina, il vostro Messina.”

Sezione: Acr Messina / Data: Ven 06 gennaio 2023 alle 18:29
Autore: Davide Mangiapane / Twitter: @davidemangiapa
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