È a un bivio il campionato di Serie D. L’emergenza Coronavirus si è abbattuta pesantemente sul torneo di quarta serie, unico nel panorama dilettantistico ancora in corso, ma falcidiato da rinvii (ben 41 nell’ultimo weekend) e casi di positività che mal si conciliano con il protocollo in atto.

Tra le società più colpite c’è la Gelbison che domenica non ha disputato la gara prevista con l’Acr Messina e ha ottenuto anche il rinvio del recupero infrasettimanale con il Città di Sant’Agata. Una situazione degenerata dopo la trasferta di Troina del 18 ottobre e ricostruita con dovizia di particolari dal presidente Maurizio Puglisi in una lunga conferenza stampa: “Sin dall’inizio della stagione abbiamo applicato il protocollo Covid come le squadre professionistiche, ma ci siamo trovati a partecipare a un campionato in cui le altre squadre non hanno fatto altrettanto. Per quanto noi siamo stati vigili, facendo i tamponi dopo le partite, siamo incappati nella sfortuna di incontrare il Troina il 18 ottobre e ci siamo confrontati con il dilettantismo: non è una polemica, ma siamo finiti nella tana del lupo del Covid. Abbiamo giocato in un campo senza recinzioni, in cui non sono applicate le necessarie precauzioni e affrontando una trasferta di 14 ore di pullman”.

Al presidente Puglisi desta sospetti l’atteggiamento del Troina: “Non siamo stati subito messi a conoscenza che già il giorno dopo la partita loro hanno avuto dei casi sintomatici. Una mancata comunicazione che non ci ha permesso di restringere il protocollo di protezione attorno alla squadra. Abbiamo saputo tutto giovedì sera, da indiscrezioni, e ne abbiamo avuto conferma il giorno dopo dal loro comunicato. Spero solo che non abbiano già giocato in queste condizioni, perché, se hanno fatto i tamponi il lunedì, evidentemente avevano sospetti riferibili già al giorno della partita. Avrebbero dovuto comunicarcelo subito, visto che avevamo avuto un contatto diretto. A quel punto noi abbiamo proceduto con il test rapido che ha dato esito negativo su tutti i tesserati, ma abbiamo isolato il gruppo squadra e rafforzato le misure di sicurezza”.

La situazione in casa Gelbison, però, degenera la settimana successiva, dopo il precauzionale rinvio della sfida con il Città di Sant’Agata e con la squadra che aveva iniziato la preparazione in vista della trasferta di Messina: “La scorsa settimana abbiamo avvertito i primi sintomi nei nostri giocatori - continua Puglisi - tra alterazioni di temperatura, gusto e olfatto. Si trattava di tre calciatori e li abbiamo isolati, ma un paio di giorni dopo è toccato ad altri due e a quel punto abbiamo ipotizzato che il virus stesse covando. Così abbiamo fatto uno screening molecolare su tutti i calciatori che ci ha dato altre dieci positività, seppur i soggetti fossero asintomatici”.

Il malcontento in casa Gelbison e nel presidente Puglisi, peraltro operante nel settore sanitario, cresce fino a chiedere a gran voce l’interruzione del campionato: “Per come evolve l’epidemia e vista l’enorme quantità di asintomatici che è difficile da controllare, l’attuale protocollo della Serie D non può andar bene. Se le squadre avversarie non ci certificano che hanno fatto i tamponi prima di giocare, noi non andremo più in trasferta. Bisogna fare i tamponi ogni quattro giorni. Spero adesso che la LND blocchi il campionato almeno per un mese e che, con l’arrivo dei tamponi rapidi che riducono i costi per le società e che hanno un’attendibilità al 90/95%, si possa andare avanti in totale sicurezza”.

Sezione: Avversarie / Data: Mar 03 novembre 2020 alle 19:49
Autore: MNP Redazione / Twitter: @menelpallone
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